La Thatcher d'accordo con Reagan sull'estensione dell'ombrello Nato

La Thatcher d'accordo con Reagan sull'estensione dell'ombrello Nato Divergenze invece sul Salvador e sul piano di pace in Medio Oriente La Thatcher d'accordo con Reagan sull'estensione dell'ombrello Nato DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Gli Stati Uniti risponderanno all'invito di Breznev a un vertice solo quando avranno terminato le consultazioni con gli alleati europei. Nel frattempo non riprenderanno i commerci con l'Urss, sospesi in seguito all'invasione sovietica dell'Afghanistan, come chiesto dal premier Tichonov. Blocche- .nno invece «aite fonti» le forniture militari ai guerriglieri di El Salvador, prenderanno cioè misure contro Cuba e il Nicaragua. Quanto all'Europa, intensificheranno i contatti per l'installazione delle cosiddette «armi di teatro», e per la partecipazione della Nato, o di alcuni Paesi membri, alla difesa del Golfo Persico e del Medio Oriente a fianco degli Stati Uniti. Queste, nella sostanza, le indicazioni conclusive della visita a Washington del primo ministro inglése, signora Thatcher. Le hanno date lei stessa, il suo ministro degli Esteri Lord Carrington, il presidente Reagan e il segretario di Stato Haig. Con una precisazione: che questa strategia della fermezza nei confronti del Cremlino non comporta nessuna preclusione al dialogo. La superpotenza e l'Alleanza Atlantica mantengono il loro impegno alla distensione, e riprenderanno i negoziati col Cremlino. Ma prima intendono rafforzare le proprie difese, definire un atteggiamento comune sui punti principali e preparare un'agenda di lavori. Sono stati Reagan e la signora Thatcher a parlare del vertice con Breznev. » Deciderò se accettare l'offerta o respingerla», ha detto il presidente, «sulla base delle consultazioni con gli alleati. Essa merita un attento studio... Ma la risposta non può essere immediata». -Occorre capire a chi giova un'iniziativa del genere», ha aggiunto la «dama di ferro». «Se l'Urss volesse davvero migliorare i rapporti con l'Occidente, dovrebbe incominciare a ritirare le truppe dall'Afghanistan». Il primo ministro britannico si è detto d'accordo con gli Usa anche nel «tenere le distanze» nei commerci. La signora Thatcher è apparsa meno allineata sulla questione del Salvador. Si è detta d'accordo sulla necessità di impedire altri invii di armi ai guerriglieri, ma ha fatto capire di nutrire dei dubbi sull'utilità che tecnici e consiglieri militari americani intervengano nella repubblica centroamericana. Sul potenziamento della Nato e l'estensione del suo «ombrello» al Medio Oriente e al Golfo Persico, americani e inglesi si sono dimostrati unanimi. La signora Thatcher in particolare ha dichiarato che l'installazione degli euromissili «procederà di pari passo» con i negoziati per la riduzione delle armi in Europa. Insieme con Lord Carrington, ieri ha incontrato il ministro della Difesa Weinberger. E' stata discussa anche la bomba al neutrone, al cui impiego in territorio europeo l'Inghilterra non è però favorevole. Sembra che Weinberger accarezzi il progetto di darla in dotazione alle forze che dovranno presidiare il Golfo. Non sembra che gli inglesi abbiano però ceduto alle pressioni americane per una rinuncia al piano di pace europeo nel Medio Oriente. Mentre Reagan sostiene che l'affermazione di una presenza militare degli Stati Uniti deve precedere la soluzione della crisi palestinese, il primo ministro britannico ha accennato a un «parallelismo» tra le due iniziative. In questo momento, il presidente intende riarmare i Paesi amici nella regione (concede armi all'Arabia Saudita e a Israele contemporaneamente) per «contenere l'espansione sovietica». La signora Thatcher vuole invece accelerare i contatti con tutte le parti interessate alla pace. La partecipazione della Nato, o di alcuni Paesi membri, alla difesa del Golfo Persico e del Medio Oriente è il tema nuovo emerso non solo dalla visita inglese a Washington, ma anche da quelle dei ministri degli Esteri italiano e francese Colombo e Francois Poncet. Comporta un riesame oltre che delle funzioni anche delle strutture dell'Alleanza Atlantica. Su questo terreno, come su quello della guerriglia a Eì Salvador. Stati Uniti ed Europa potrebbero trovarsi in contrasto parziale. La Germania, infatti, non è sulle posizioni di adesione della Gran Bretagna, e nemmeno su quelle di riarmo della Francia. Il progetto statunitense. adombrato nello studio del Council forForeign Relations, è di estendere le responsabilità dei sette Paesi più industrializzati, tra cui l'Italia, dal campo economico a quello politico e militare, sotto il profilo decisionale; e di creare poi una specie di direttorio a cinque, con Inghilterra e Francia appunto, ma anche con Germania e Giappone, sotto il profilo operativo. In altre parole, all'interno della Nato, con l'aggiunta giapponese, si formerebbe un gruppo privilegiato con oneri ma anche con autorità maggiori di quelli degli altri Paesi. L'Italia ne sarebbe dentro solo a metà. e. c.