«Rancore di Mosca» di Ezio Mauro
«Rancore di Mosca» «Rancore di Mosca» ROMA — «Che cosa c'è dietro questo tira e molla di Breznev sul discorso di Pajetta? Glielo spiego io — confida Andrea Margheri, deputato comunista di Milano — un po' di rancore per l'assenza di Berlinguer, un po' di dispetto per le ultime frizioni, una buona dose di sottovalutazione del peso e del ruolo del pei e soprattutto molta, troppa prudenza burocratica. Ma insomma: i sovietici pensavano davvero che il discorso dei comunisti italiani avrebbe potuto far tremare il Cremlino? Io non posso crederlo. Se fossero prigionieri di queste visioni, vorrebbe dire che il burocraticismo ha ormai tappato i loro occhi». Cosi, nel lento pomeriggio di Montecitorio, dove anche l'eccezione diventa norma con la raffica di scrutini che riduce a routine il voto di fiducia al governo, affiorano i sentimenti e i risentimenti del pei di fronte alla tattica di logoramento scelta da Mosca, e alla decisione finale di dirottare il discorso di Gian Carlo Pa- Ezio Mauro (Continua a pag. 2 in ottava colonna)
Persone citate: Andrea Margheri, Berlinguer, Breznev, Gian Carlo, Pajetta
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