A New York un jet sfiora i grattacieli «Vedevo già Manhattan in fiamme»

A New York un jet sfiora i grattacieli «Vedevo già Manhattan in fiamme» A New York un jet sfiora i grattacieli «Vedevo già Manhattan in fiamme» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Un aereo di linea argentino con 58 persone a bordo ha rischiato di scontrarsi nella nebbia coi due grattacieli più alti di New York, i celebri .gemelli' dell'estremità di Manhattan, davanti alla Statua della Libertà. Un computer ha evitato all'ultimo istante l'immane sciagura: l'episodio è avvenuto di sera, quando il ristorante e il caffè agli ultimi piani sono affollati, e il traffico automobilistico per Brooklyn e il New Jersey è intenso. Il controllore del centro aereo di Long Island. presso l'aeroporto Kennedy, che è riuscito ad avvertire il pilota, ha temuto che fosse troppo tardi. Ha voltato le spalle al radar e si è coperto gli occhi con le mani: il giorno dopo è rimasto a casa in permesso malattia. Il fatto è avvenuto venerdì scorso alle 22.05, in una serata caliginosa, ma è stato reso pubblico solo ieri. L'aereo argentino, di cui si tiene nascosto il nome del pilota in attesa di accertamenti, è giunto all'altezza di Manhattan, proveniente dall'Ecuador. La rotta per l'atterraggio all'aero¬ porto Kennedy passa sui grattacieli, che con l'antenna televisiva che li sovrasta raggiungono un'altezza di circa 530 metri. Normalmente gli aerei sorvolano i «gemelli» a 900 metri di quota, risalgono Manhattan fino alle 34' strada, poi piegano a destra verso Long Island. Il controllore, Donald Zimmerman, di 34 anni, sposato, padre di due figli, aveva avuto una comunicazione regolare col pilota. Poiché dirigeva contemporaneamente l'atterraggio di altri 7 aerei con l'aiuto dei relativi computers. aveva poi distolto l'attenzione dall'«Argentina 342». «Di colpo — ha raccontato Zimmerman — il computer ha suonato l'allarme. Ho guardato il radar: mi ha mostrato l'aereo in rotta di collisione coi grattacieli, a una distanza di circa 5 km. Ho calcolato che restavano tra 75 e 90 secondi di tempo per evitare la catastrofe, perché l'apparecchio sembrava all'altezza degli ultimi piani. Ho urlato al pilota di virare e di alzarsi. Poi mi è mancato il coraggio di guardare di nuovo il radar. E'stato un collega a dirmi che era andato tutto bene. Tremavo, ho dovuto essere sostituito subito: vedevo già l'estremità di Manhattan in fiamme.. L'allarme è stato registrato. Alle 22,06 circa si sente la voce eccitata di Zimmerman: .Argentina 342 a che altezza siete?». Il pilota risponde: .Circa 470 metri». .Che cosa?.. .Circa 470». .Argentina 342 girate a destra, subito. Girate di 1S0 gradi.. .Bene. 180 gradi.. .Argetina 342 alzatevi. Alzatevi immediatamente. Tenetevi a quota 900». .Saliamo. Saliamo a 900. (Con voce tesa) Che cosa succede? Avevo capito di scendere a 470.. Zimmerman non risponde. Si sente di nuovo la voce del pilota. .Stiamo salendo. 700. Siamo sopra le nuvole. 900». .Tenetevi a 900. Vi metto su un'altra rotta per l'atterraggio.. .Spiacente. Davvero. Molto spiacente..... .Tutto o.k. Avevate di fronte a voi un grattacielo altissimo.. .Tutto o.k. Anche qui. Non vi preoccupate. Grazie». L'aereo è atterrato senza intoppi cinque minuti più tardi. I passeggeri non hanno subito danni. Tutti hanno però lamentato il brusco giro e l'impennata. .Purtroppo — ha spiegato Zimmerman — col maltempo l'unico approccio possibile all'aeroporto Kennedy è quello.. Ha aggiunto che in casi del genere dovrebbe esserci un controllore a ogni schermo radar. .11 guaio è che siamo troppo pochi. Gli arrivi sono distanziati di pochi minuti e si possono creare situazioni pericolose». Il controllore ha anche criticato il fatto che i computers siano programmati per dare l'allarme solo quando gli aerei scendono sotto i 650 metri. «Se piove, c'è nebbia o vento, è troppo basso». *« e-

Persone citate: Donald Zimmerman, Kennedy, Zimmerman