Solo indizi per «eFrank tre dita» nel colossale traffico di droga di Giuseppe Zaccaria

Solo indizi per «eFrank tre dita» nel colossale traffico di droga «Se son rose fioriranno» ha detto il boss Solo indizi per «eFrank tre dita» nel colossale traffico di droga ROMA — «Se son rose fioriranno...'. Sorriso sornione ed aria paterna, l'altra sera Frank Coppola ha lanciato questa «battuta» agli agenti che lo stavano conducendo in questura. E adesso, ad appena ventiquattr'ore dalla grossa operazione antidroga delle squadre mobili di Roma e Palermo, molti pensano che quel tipo di rose, per il vecchio boss mafioso, non siano destinate a sbocciare neanche questa volta. Con lui, tra il Lazio e la Sicilia, sono state arrestate altre dieci persone, la polizia ha ritrovato su un'auto mezzo chilo di eroina pura: ma a parte una serie di indizi (numerosi, certo, e anche credibili), non ci sono elementi che, alla rispettabile età di 82 anni, possano inchiodare «Frank tre dita» a responsabilità precise. Agguerriti collegi legali già preannunciano richieste di scarcerazione per assoluta mancanza di indizi: il boss riceveva, nella sua villa di Tor San Lorenzo, le visite devote di un conterraneo, Francesco Santospirito, 46 anni, che ogni volta gli portava dolci appena sfornati dalle pasticcerie palermitane. E allora? E' sufficiente questo per incarcerare un ottantaduenne con accuse cosi pesanti? Nella villa del boss, continuano i legali, non è stato trovato nulla, nessuno si è recato in quella tenuta con della droga addosso. In questura, per il momento, tacciono. Forse, anche negli Anni Ottanta, lo stile dei vecchi mafiosi non è cambiato: dirigono traffici che tutti conoscono, ma che nessuno può provare. Secondo la squadra mobile, il ruolo di Frank Coppola era proprio questo: non tanto quello del trafficante in grande stile, quanto del garante di un commercio che, partendo dalle raffinerie clandestine della Sicilia, raggiunge tutto il resto del Paese, richiedendo però da parte dei venditori investimenti di miliardi. Coppola, dicono in questura, era l'uomo che dall'alto della sua indiscutibile autorità di «boss», assicurava volta per volta agli inviati della «holding» siciliana che i distributori contattati a Roma e nel Nord erano persone fidate. Una di queste persone era nota, fino a qualche anno fa, come «il ciambellone»: aveva dovuto abbandonare l'attività per una disavventura giudi ziaria, ma a gestire il mercato aveva delegato la sua donna, Chiara Sonnino. E' stata prò prio lei, raccontano alla mobi le, l'elemento che ha consen tito all'indagine di sviluppar si. Tutto nasce da una strana aggressione che la Sonnino, alcuni mesi fa, subisce in una trattoria di via del Leopardo Proprietario del locale è un certo Osvaldo Perelli, 42 anni: un personaggio oscuro, del quale però proprio da quel momento la polizia comincia a interessarsi. Pochi giorni dopo l'episodio due uomini tornano 11 per pu nirlo, non lo trovano, sparano ferendo un avventore. Perelli abbandona il ristorante, si trasferisce a Tor San Loren zo, sul litorale laziale, compra una villa e un negozio di arti coli sportivi. E da quel momento, secondo gli inquirenti comincia a trafficare in droga. Per telefono, i poliziotti sentono parlare sempre di arance o mandarini: la spiegazione arriva poche settimane dopo. Periodicamente, Perelli si incontra a Tor San Lo renzo con Francesco Santospirito, che ogni volta arriva nella cittadina, si ferma all'albergo «Da Biagio», attende di incontrare il suo cliente e non riparte senza aver reso deferente omaggio al vecchio «boss» Frank Coppola, che abita nelle vicinanze. Santospirito, spiegano, è un esattore e anche un controllore: ad ogni suo arrivo nell'ambiente degli spacciatori romani si avverte preocupazione, ansia. Lo stesso clima che, attraverso le intercettazioni, la squadra mobile ha notato do¬ menica scorsa. Santospirito era nuovamente arrivato a Tor San Lorenzo, ma restava in albergo, quasi in attesa di qualcuno. Era uscito un momento solo per la solita, improcrastinabile visita a Coppola. Ed è stato in quel momento che «Da Bagio» sono arrivate altre due persone: Calcedonio Sciarabba, 67 anni, (ufficialmente proprietario di un negozio di vini) e Francesco Perna. 34 anni, sua guardia del corpo. I due hanno atteso, poi hanno visto Santospirito rientrare: lo hanno incrociato, lo hanno guardato senza parlare e sono usciti, seguiti dall'altro. Santospirito si è diretto verso la villa del vecchio «boss»: gli altri due sono stati bloccati dalla polizia. Sotto un sedile dell'auto avevano mezzo chilo di eroina. Era la prova che la squadra mobile attendeva da mesi: poco dopo un funzionario si è recato alla villa di «tre dita». Vi ha trovato Santospirito in attesa: Coppola è giunto poco dopo col suo autista. Poche ore dopo, a Palermo, la questura ha arrestato altre persone sospettate di essere coinvolte nel traffico: un commerciante, Pietro Marsalone di 50 anni; un sarto. Sebastiano Pisciotta di 46 anni; il titolare di un supermercato. Giuseppe Falcone di 44 anni, da Ficarazzi: un commerciante di vini, Antonio Romano. In casa di Pisciotta c'erano venti grammi di droga. E a completare l'elenco dei trafficanti finiti in galera ci sono Antonio Di Chio, 32 anni, e Tommaso D'Amico, 54 anni. Le prove per incastrarli, giurano in questura, ci sono tutte. Manca forse, se non a livello di indizio, l'anello che congiunga questa catena di spacciatori al vecchio Frank. E se «tre dita» riuscisse a cavarsela anche stavolta? Giuseppe Zaccaria

Luoghi citati: Ficarazzi, Lazio, Palermo, Pisciotta, Roma, Sicilia