Senato: la riforma di polizia è arrivata finalmente in aula

Senato: la riforma di polizia è arrivata finalmente in aula Il testo, modificato in commissione, dovrà tornare alla Camera Senato: la riforma di polizia è arrivata finalmente in aula ROMA — Se ne parla da quattro anni e mezzo, ma finalmente forse questa è la volta buona: ieri sera è cominciata in assemblea al Senato la discussione generale sulla riforma di polizia, già approvata da Montecitorio. La legge, sicuramente, dovrà tornare alla Camera dei deputati, dopo le modifiche subite a Palazzo Madama in commissione, e quelle che con ogni probabilità recepirà nel corso del dibattito in aula. Alcuni punti della riforma, e in particolare i diritti sindacali, hanno costituito per anni un polo di scontri e di polemiche. Le organizzazioni dei lavoratori della polizia non possono avere rapporti di affiliazione con altri sindacati: questo per evitare un rapporto troppo stretto con la federazione Ce.il. Cisl e Uil. Su questo tema vi furono lunghe discussioni, fra democristiani, socialisti e repubblicani, concluse da un compromesso. In coda all'articolo incriminato veniva aggiunta una frase che ne mitigava il rigore. Ma l'emendamento cosi formulato venne bocciato in aula, alla Camera, da missini e franchi tiratori della maggioranza. La norma, in base a quanto aveva dichiarato a suo tempo il ministro dell'Interno, dovrebbe essere reinserita al Senato. La riforma, cosi come è stata approvata, prevede la smilitarizzazione e l'unificazione dei ruoli fra funzionari e quelli che attualmente sono ufficiali di pubblica sicurezza. Un'innovazione è costituita dagli «ispettori», una figura inedita nella struttura della ps. a cui verrebbero affidati compiti prevalentemente investigativi, sull'esempio di quanto avviene nelle polizie degli altri Paesi. Un altro dei grandi problemi che la riforma dovrebbe risolvere, e che è particolarmente sentito dal personale, è quello dell'impiego «anomalo» degli agenti di pubblica sicurezza. In passato gli uomini della pubblica sicurezza venivano impiegati in compiti non istituzionali: autisti, camerieri, commessi, uscieri. Un'abitudine che dava origine talvolta a veri e propri soprusi, e che privava di unità preziose un organico già di per sé carente in maniera cronica. Dal, momento in cui la legge di-' venterà operante, tutto questo verrà a cessare. Un certo malumore nei quadri della ps ha destato invece il potenziamento del ruolo del prefetto, a scapito dei questori. E' stato fatto notare che mentre i questori, provenendo dalla «trafila» del Corpo, conoscono sin nei minimi dettagli i meccanismi di funzionamento, i prefetti invece, di nomina politica, possono anche avere un'esperienza assai scarsa di un settore tanto delicato. Ma, nonostante le polemiche, il testo è rimasto invariato. Non ha subito modifiche, rispetto al disegno di legge approvato dalla Camera, la proibizione per gli agenti di polizia di iscriversi a partiti politici. Gli ulteriori ritocchi apportati dalla commissione di Palazzo Madama riguarda no soprattutto il riassetto del personale, da un punto di vista economico e funzionale con un'attenzione speciale verso ufficiali e sottufficiali. m. tos.

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