Madrid: maggioranza assoluta per il governo di Calvo Sotelo

Madrid: maggioranza assoluta per il governo di Calvo Sotelo Quasi una festa alle Cortes, riaperte dopo il tentato golpe Madrid: maggioranza assoluta per il governo di Calvo Sotelo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MADRID — Con il nuovo governo di Calvo Sotelo (votato ieri sera a maggioranza assoluta) la Spagna democratica ritorna alla regolarità costituzionale. Il successore di Suarez si guadagna l'investitura con 186 voti su 350, che è la maggioranza più larga registrata dai computadores del Parlamento monarchico. Sembrerebbe una risposta ferma e adeguata al golpe di lunedi, ma è un voto che mostra, invece, qualche segno politico non rassicurante: i nuovi appoggi al candidato dell'Ucd vengono infatti, oltre che dai catalani, dal gruppo conservatore di Fraga Iribarne. Dire che il tentato alzamiento militare ha finito per generare una maggioranza di centro-destra non è esatto; resta comunque che oggi la Spagna minacciata dalla dittatura si ritrova guidata da un governo di natura assai diversa da quella 'coalizione d'emergenza» che i deputati di sinistra (soprattutto il Psoe) avevano chiesto subito dopo la liberazione dalla lunga notte delle Cortes. Felipe Gonzalez era stato deciso: «Non si è trattato di un assalto da operetta, ma di un vero grave attentato alla democrazia; la risposta deve essere la più ferma e la più solidale. Ci offriamo di assumere la compartecipazione alla responsabilità del governo». Carrillo gli aveva fatto eco: «Quanto è accaduto l'altro ieri è soltanto una prova generale. La transizione non è finita, il vero golpe deve ancora arrivare. Ci vuole un governo di unità nazionale, è l'unica salvezza per il Paese». Calvo Sotelo ha risposto no, e si è guadagnato i voti di Fraga Iribarne. Ora è il nuovo presidente del Consiglio. Le Cortes hanno riaperto come in un pomeriggio di gala. E' stata una festa, con le squadre di pronto intervento che neanche si notavano troppo. Ci sono stati applausi per tutti, e grandi abbracci. Radio e tv hanno trasmesso l'intera seduta. Lo spettacolo continuava. Nessuno sa dire ancora se fosse uno spettacolo che questa democrazia salvata celebrava per sé stessa, nella sede formale del Parlamento, o se dietro le telecamere e i microfoni ci fosse anche la gente. Ma è una domanda che, in questi giorni dì tensione, molti si stanno ponendo con serio imbarazzo. Tra lunedi e martedì, se si è visto qualcuno per le strade, erano al massimo gruppetti sparuti di fascisti, che gridavano la morte contro tutti i deputati e che sbeffeggiavano i comunisti «che se la stanno facendo sotto». Ma l'intera Spagna se ne è stata estranea (se non indifferente). E il golpe si è trasformato in uno spettacolo. Radio e tv collegate in diretta — in una cronaca comunque eccezionale per la natura degli avvenimenti che andava raccontando — hanno fatto diventare gli spagnoli «spettatori', cioè ascoltatori passivi di qualcosa che stava accadendo senza coinvolgerli. E' la prima volta nel grande scenario della vita politica internazionale che i mass-media acquistano un'impotanza e un rilievo così totalizzante. Oggi c'è davvero un grande imbarazzo, in tutte le organizzazioni democratiche della Spagna, politiche e sindacali. Ma il prof. Jaime Martin Moreno, docente di sociologia all'Università di Madrid, non è d'accordo: «Mi pare piuttosto che questo rifiutare di scen¬ dere nelle strade sia una prova di maturità. Sono manifestazioni di una società ottocentesca, e comunque avrebbero avuto il rischio di far intervenire l'esercito». La stessa preoccupazione, in realtà, l'hanno avuta anche le centrali sindacali e le direzioni dei partiti politici, per quanto fossero state private dei loro leaders, chiusi, tutti, all'interno delle Cortes: i comunicati emessi nelle prime ore del golpe parlano infatti di «attenta vigilanza», e non vanno oltre. Ci dice ancora il prof. Martin Moreno: «Non è solo un problema di attendere una valutazione più serena dei fatti, c'è anche una realtà politica di cui tener conto: ed è che la stragrande maggioranza del popolo spagnolo vota Ucd e Psoe, che sono due partiti dichiaratamente moderati». La storia politica della Spagna pesa ancora, certamente, sulle scelte, i comportamenti, e le reazioni del cittadino medio; lo condiziona nel voto, ma anche nel suo atteggiamento verso la vita politica. Quel «desencanto» che sembra ormai l'etichetta delle sue delusioni, e del distacco, dal confronto che avviene nelle Cortes si trasforma (almeno così è stato in questi giorni) in una estraneità alla stessa democrazia. Il professor Martin Moreno aggiunge: «Merita sottolinearlo, che tutti son rimasti in casa a seguire radio e tv: che è il tentativo di recuperare una forma di sicurezza, ma è anche il segno di un rinserrarsi nel proprio microcosmo unicellulare». m. c. Madrid. Il re con Felipe Gonzalez (socialista) e Fraga Irìbame (Alianza popular) dopo il .fallito golpe DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE centro-destra non è esatto; reuno spettacolo. Radio e tv coltpd

Luoghi citati: Madrid, Spagna