Come in pista le automobili sui corsi tutti corrono troppo, ma chi controlla?

Come in pista le automobili sui corsi tutti corrono troppo, ma chi controlla? L'indisciplina e l'alta velocità cause di tanti incidenti Come in pista le automobili sui corsi tutti corrono troppo, ma chi controlla? Corso Galileo Ferraris e corso Duca degli Abruzzi: attraversare è un rischio continuo -1 vigili non si vedono - Viale Virgilio al Valentino, scorciatoia per gli abusivi Due i corsi del centro preferiti da automobilisti e motociclisti per provare l'ebbrezza della velocità senza rischio di una multa visto che i vigili scelgono altre zone per i controlli: corso Galileo Ferraris e corso Duca degli Abruzzi, da tempo hanno il primato degli incidenti perché nessuno pensa ad imporre limiti alla tentazione di premere sull'acceleratore. Altro che i 50 all'ora previsti dalla legge. Basta fermarsi un'oretta sui controviali per rendersi conto che l'attraversamento pedonale è un'avventura spesso sfiorata dal brivido. Chi rischia forte sono soprattutto gli anziani: e i giovani, che escono dalle scuole. Corso Galileo Ferraris. Diventa autodromo dal monumento di corso Vittorio. Al verde gli automobilisti scattano e con una progressione costante arrivano a viaggiare, se il cronometro non mente, oltre i 90 chilometri all'ora. Solo sugli incroci rallentano, ma all'altezza del mercatino della «Crocetta» le auto parcheggiate disordinatamente sul corso e nel controviale diventano «chicanes» per provare le proprie capacità di guida. E non c'è pietà per i pedoni sulle strisce o le massaie cariche di pacchi se all'incrocio con via Cristoforo Colombo il semaforo dà via libera. Alla propria incolumità devono pensare gli appiedati. Corso Duca degli Abruzzi. Abbiamo calcolato la velocità sui 70-95 chilometri ora fra corso Stati Uniti e corso Einaudi. Gli studenti del Poli- tecnico, gli allievi del Galileo Ferraris e del Sommeiller pare non costituiscano un problema per gli automobilisti incoscienti. A qualsiasi ora del giorno e della sera si vedono sfrecciare le macchine, si sentono stridii di frenate, s'intravedono passanti scattare sui marciapiedi. Quando poi c'è l'uscita dagli istituti e dal «Poli», che coincide con l'ora di punta del traffico, l'attraversamento del corso bisogna farlo, raccomandandosi l'anima. «E' una regola — dice un ragazzo — per salvare la pelle». Certo che fra automobilisti frettolosi, studenti che sfogano sulle motorette la vitalità compressa in lunghe ore di scuola e conducenti di autobus pubblici innervositi dal caos, c'è poco da scherzare. Di notte sulla zona cala il buio. L'illuminazione pubblica, migliorata sul corso, nel controviale è fatta di poche lampade. La visibilità è di qualche metro e succede spesso, alla sera, che la polizia debba accorrere a rilevare un incidente, con l'ambulanza per portare in ospedale eventuali feriti. C'era un semaforo all'angolo con corso Monte vecchio, forse non era necessario proprio in quel punto, ma almeno rallentava il traffico. Da quando l'hanno tolto (perché non ce n'è uno davanti alle scuole?) non ci sono più ostacoli alla velocità, né cartelli stradali. E mai un vigile, neppure in prossimità della scuola. Perché? * * * Armato di cronometro, il cronista si è piazzato l'altra mattina in viale Virgilio che, attraverso il parco del Valentino corre parallelo al Po, dietro la Facoltà di Architettura. Scopo dell'esperimento: constatare da un lato fino a che punto arrivino la scarsa coscienza civica di molti automobilisti; e dall'altra, l'inerzia dei vigili urbani, che a suon di multe non spingono i disobbedienti a ravvedersi. E' stato osservato infatti (e 10 confermano le lettere a Specchio dei tempi) che lungo 11 viale dove il passaggio è vietato alla circolazione normale, non solo c'è traffico come su una strada qualunque, ma addirittura come se il viale fosse una pista. Specie in certe ore. A Viale Virgilio si accede da quattro entrate: viale TUrr, viale Crivelli, viale Mattoli e da Torino-Esposizioni. Molti automobilisti lo percorrono, malgrado gli sbarramenti all'inizio di ogni accesso perché è molto più comodo che percorrere corso Massimo D'Azeglio, affollatissimo alle ore di punta. Entrano all'altezza di ponte Isabella, imboccano viale TUrr, escono in corso Vittorio (o viceversa). Il gioco è fatto. C'è solo un particolare: che viale Virgilio, proprio perché interdetto al traffico normale (ci dovrebbero passare solo veicoli di servizio) è sempre frequentato da pedoni: che invadono la sede stradale come si trattasse di un'isola pedonale. -E non lo è — spiega il vicecomandante dei vigili. Della Corte —. Un'isola pedonale è un'area vietata ai veicoli e dove i pedoni hanno il permesso di invadere la sede stradale. Esempio? Via Garibaldi. Viale Virgilio, invece è semplicemente proibito al traffico veicolare privato: come ad esempio via Arsenale.. Nel giro di un'ora abbiamo contato almeno una quindicina di auto. Il numero raddop¬ pia durante le ore di punta. Oltre a commettere un'infrazione che purtroppo viene punita in misura mite (lire 2 mila, art. 4 del Codice della Strada) i soliti -furbi» ne commettono un'altra assai più grave, considerata proprio \'-aspettativa di sicurezza». Affrontano, cioè, viale Virgilio a gran velocità (il cronometro ha registrato punte di cento chilometri all'ora) provocando sgomento in chi camina sicuro sul marciapiede e bruschi scarti in quei pedoni o sportivi che abbiano scelto la sede stradale. Non pensano i circa 1200 vigili di Torino che un po' di severità, non guasterebbe? Servizi di: Emanuele Monta e Massimo Boccaletli Corso Duca degli Abruzzi, gli studenti ■(traversano correndo, come sempre

Persone citate: Della Corte, Galileo Ferraris

Luoghi citati: Torino