L'Italia si oppone alla strategia Cee «penalizza l'agricoltura mediterranea» di Renato Proni

L'Italia si oppone alla strategia Cee «penalizza l'agricoltura mediterranea» Incasseremo centinaia di miliardi in meno dalla Comunità? L'Italia si oppone alla strategia Cee «penalizza l'agricoltura mediterranea» BRUXELLES — Il negoziato per i nuovi prezzi Cee dei prodotti agricoli si è iniziato ieri pomeriggio tra contrasti non indifferenti. La commissione europea propone un rialzo medio dei prezzi dell'8%, contro il 15.3% chiesto dagli agricoltori, di fronte ad una caduta media del loro reddito dell'8,9% nel 1980. Il reddito medio degli agricoltori italiani (secondo cifre ufficiali) è calato del 5% in un anno, e l'inflazione italiana è stata di circa il 20%. La commissione della Cee. con questi aumenti e con la riduzione degli importi compensativi monetari del 5% per la Germania e l'Inghilterra, si propone di frenare la caduta del reddito dei produttori ma. allo stesso tempo, deve restare nei limiti del bilancio e non incoraggiare l'inflazione. L'Italia si oppone alle proposte di Bruxelles, perché non rispettano l'impegno comunitario di sostenere maggiormente l'agricoltura mediterranea. Specificamente. l'Italia non accetta che sia abolito, nell'arco di tre anni, il premio alla nascita per i vitelli (50.000 lire), il «tetto» agli aiuti per i pomodori trasformati sulla base della media degli ultimi tre anni, l'aumento del 9% del dazio all'importazione del mais, la progressiva riduzione del premio di integrazione per l'olio d'oliva oltre le 700 mila tonnellate per tre anni. Se il ministro Giuseppe Bartolomei non bloccherà queste misure, l'Italia incasserà qualche centinaio di miliardi in meno all'anno dalla Cee. Sembra, infine, ingiusto che i produttori italiani di latte debbano pagare la tassa di corresponsabilità, quando il nostro Paese è deficitario in questo settore. La Francia, comunque, si batterà per un aumento medio di almeno il 10%' sostenuta dall'Irlanda L'Inghilterra, invece, vuole limitare le spese agricole perché la sua forza-lavoro in agricoltura è piccola, e perché importa molti prodotti La posizione italiana è stata indebolita dalle truffe sugli aiuti alla trasformazione dei pomodori, un'impressione negativa che solo in parte è corretta dal fatto che sono state le nostre autorità a scoprire le frodi e a denunciare i respon- bctutu, e cue i uanni sono stati subiti dal nostro Erario e non dalla Cee. E' noto, tuttavia, che anche i premi per l'olio d'oliva vogliono essere limitati dalla Cee perché si crede che anche per questo prodotto si dichiarino produzioni più elevate del reale. L'Italia, in base alle dichiarazioni del ministro del Tesoro Andreatta e del ministro Bartolomei, punta all'aumento del gettito nazionale sull'Iva (ora limitato all'1%) perché la Cee abbia più soldi a disposizione per l'agricoltura di tipo mediterraneo, e per la modernizzazione delle sue strutture. Tuttavia, questa misura non potrà essere approvata cl»e a medio termine. Del resto, il Parlamento europeo, l'opinione pubblica e i consumatori chiedono un controllo sulle spese agricole, anche se in realtà, secondo il commissario dell'agricoltura Dalsagher. l'aumento aggiuntivo del prezzo dei prodotti alimentari a causa del rialzo proposto, sarà del 2,5%. Infine, la Commissione europea è pronta a denunciare la Francia per avere stanziato 400 miliardi di lire in aiuti ai suoi agricoltori, coll'intenzione di stanziarne altri 400. La via degli aiuti nazionali è rifiutata dall'Italia e dalla Cee perché segnerebbe la fine della politica agricola comune. Renato Proni

Persone citate: Bartolomei, Giuseppe Bartolomei