Pavia: a giudizio tutto l'ufficio Iva

Pavia: a giudizio tutto l'ufficio Iva Le bustarelle per un miliardo Pavia: a giudizio tutto l'ufficio Iva Incriminate quaranta persone, dal direttore ai certificatori - Gli illeciti fra il '75 e 1*80 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE VIGEVANO — Tutto l'Ufficio Iva di Pavia, trenta persone compreso il direttore, nonché altre dieci persone fra parenti, amici, imprenditori e funzionari di altri uffici amministrativi dello Stato sono stati rinviati a giudizio per le tangenti intascate dal '75 all'inizio del 1980. E' un fatto senza precedenti in Italia. I funzionari dell'Ufficio Iva sono indiziati di associazione a delinquere e concussione. Si tratta del direttore Salvatore Moscardino. Germano Avalle. Giuseppe Elia. Carmine Bordone, Angelo Pagano. Giuseppe Montis, Angelo Bonfoco. Giuseppe Varone, Antonino Lana. Francesco Corindia, Alfredo Solerte. Gino Zuccaro (tutti in carcere) e Giovanni Fratti. Giuseppe Bonfanti. Francesco Fasone, i fratelli Fabrizio Loris ed Ermanno Morini. Alfio Mechi. Mauro Franco. Antonio Zagarese. Antonio Perelli, Roberto Girani. Giancarlo Gandini, Paride Panizzoli, Carmine De Falco, Edgardo Murgo, Nicola Vitale. Giuseppe Marassi. Michele Mondo e Alessandro Renzulli. Gli altri (indiziati per reati che vanno dalla falsa testimonianza alla concussione, ricettazione e favoreggiamento) sono la figlia del direttore dell'Ufficio Iva. Franca Moscardino, e il marito Quinto Castelli, due funzionari dell'amministrazione finanziaria — Francesco Cataldo e Vincenzo Giacumma di Milano —. il funzionario Irpef di Milano. Bruno Larizza. vigevanese; Vincenzo Denaro e Raffaella Iaconeta. il vigevanese Domenico Ubezio e il pavese Gaetano Morandi; infine, il commercialista milanese Romeo Maria Casalvieri. che curava gli interessi della ditta per laminati industriali e pannelli truciolari Pan-Pia di Borgo S. Siro. Il provvedimento del giudice istruttore Cucchiari è venuto al termine di un'inchiesta iniziatasi con l'arresto di due funzionari fiscali, il vigevanese Germano Avalle. capopattuglia Iva. e Giovanni Fratti, suo aiutante nelle ispezioni. Essi vennero colti con le mani nel sacco. I carabinieri erano stati preventivamente informati di un loro ricatto all'orefice Giorgio Moretta, 24 anni, titolare di un negozio a Mortara in corso Garibaldi. «Perché si consideri conclusa la verifica della sua attività — avrebbero detto al commerciante Avalle e Fratti — lei deve pagare un milione e messo in contanti e consegnarci qualche prezioso per il nostro direttore». Moretta finse di acconsentire e avvertì la magistratura. Il procuratore La Penna dispose allora la trappola. Il direttore dell'Ufficio Iva di Pavia e i suoi subalterni si sarebbero divisi bustarelle per un miliardo. Moscardino espletava anche l'incarico ad interim di dirigente del Catasto di Genova. g. r.

Luoghi citati: Borgo S. Siro, Genova, Italia, Milano, Pavia, Vigevano