Fuori legge l'80 per cento delle nuove case a Agrigento di Franco Giliberto

Fuori legge l'80 per cento delle nuove case a Agrigento Scatenata nella zona la speculazione edilizia Fuori legge l'80 per cento delle nuove case a Agrigento I mali della città sono stati messi a nudo in un convegno - Molti i segni di decadenza: secondo l'assessore alla cultura il barocco sarebbe «una specialità gastronomica» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AGRIGENTO — Dopo aver visitato la Valle dei Templi, Bernard Berenson scriveva: min nessun luogo della Grecia vera e propria, eccetto che al Partenone, si riesce ad avere una simile evocazione del mondo ellenico*. Morto ventidue anni fa, l'illustre storico dell'arte non ha potuto vedere come Agrigento — che dalla vicinissima collina sovrasta la magica Valle — sia mostruosamente cresciuta, enorme bruttura cementizia. E Berenson oltretutto non ha conosciuto l'attuale assessore comunale alla cultura, il quale crede che il barocco sia una specialità gastronomica. Quest'ultima notizia è emersa da due relazioni pubbliche di un convegno intitolato « Vivere oggi ad Agrigento», ospitato nella sala del consiglio provinciale e organizzato con formula paritetica dal movimento popolare, che gravita nell'area cattolica, e dal partito comunista cittadino. Aveva il sapore della barzelletta l'accenno all'assessore alla cultura («Andiamo a farci una bella mangiata di barocco», si diceva ridendo fra il pubblico) e il cronista a scanso di equivoci ha voluto controllare. I due oratori che al microf ono avevano rivelato quella sfumatura cultural-culinaria (il dott. Peratore, dell'Ente provinciale per il turismo e il signor Gambino, segretario della Cgil agrigentina) hanno seriamente confermato le loro dichiarazioni e altri oratori ufficiali — che di Agrigento conoscono ogni segreto — hanno voluto dare l'avallo alla rivelazione, ma senza malignità. 'Perché i nostri problemi non nascono da una lacuna culturale individuale; ma- gari fosse così, avremmo già superato gran parte delle difficoltà in cui viviamo». Il convegno era molto atteso per il valore «politico» che alla vigilia gli era stato attribuito. E' la prima volta, si diceva, che cattolici e comunisti si riuniscono a discutere assieme ad Agrigento: può venirne fuori un accordo operativo su temi e problemi di comune valutazione. Da Roma, il pei aveva mandato un suo esperto di analisi dei rapporti col mondo cattolico. Ma se i frutti o i semi di questa ventilata 'Operazione prematrimoniale» non sono balzati alla ribalta del convegno, la diagnosi dei mali della città è stata approfondita e vigorosa, senza peli sulia lingua. Ecco una sintesi degli argomenti ascoltati. La questione edilizia è in primo piano, con una serie continua di violazioni. Nell'ottanta per cento dei casi, almeno, gli edifici (molti sonò mastodontici) costruiti negli ultimi anni ad Agrigen- to sono stati innalzati senza osservare le più elementari norme urbanistiche. Si fa valere, nella migliore delle ipotesi, il vecchio regolamento del '58, mancando il piano re- golatore e un rinnovato piano di fabbricazione. Dice Graci, segretario del pei agrigenti- no: 'Ormai è diventato un fatto patologico: più i costruttori violano le regole, più il Comune, retto da anni da un monocolore de, concede licenze. C'è un sinergismo distruttivo, un abusivismo imperante, impunito. Persino un'inchiesta della magistratura che avrebbe potuto portare sul banco degli imputati tanta gente scorretta, l'altr'anno è caduta nel nulla, lasciata morire per scadenza di termini». Nello Hamel, del movimento popolare cattolico, aggiunge: 'C'è ad Agrigento una preoccupante acquiescenza della popolazione. Accetta tutto ciò che accade di peggio. Nessuno si muove per cambiare le cose, gli incontri e i dialoghi fra cittadini sono cosi scarsi e sporadici che di fatto assistiamo a una situazione di isolamento della gente, che sempre più si chiude a riccio nell'individuale. Un elenco d'altri guasti: ci sono da tempo tre miliardi stanziati dalla Regione per qualche parziale intervento nel decrepito centro storico, ma quei soldi non sono stati mai utilizzati; il Teatro «Pirandello» è abbandonato, malconcio, inagibile; il complesso di Santo Spirito (secoli XIII e XIV, chiesa e monastero) va degradando per incuria; il Museo civico non assolve alla sua funzione ospitando alcuni uffici comunali; grida vendetta l'abbandono di quartieri principali del centro storico quali il Rabbato, San Michele, il Duomo. Le cose non vanno meglio alla periferia. Nel popolare quartiere dell'Esseneto (ventimila abitanti) non c'è farmacia, edicola dei giornali, ufficio postale e nemmeno un vespasiano. Si salva poco e niente ad Agrigento, ha concluso con pessimismo il convegno, forse soltanto la facciata del municipio, che un tempo era convento di Domenicani e che ri mane un bell'esempio di barocco non commestibile. Franco Giliberto

Persone citate: Berenson, Bernard Berenson, Gambino, Graci, Hamel, Peratore

Luoghi citati: Agrigento, Grecia, Roma