Le Regioni vogliono contrattare con il governo le centrali nucleari

Le Regioni vogliono contrattare con il governo le centrali nucleari I presidenti di giunta a Firenze discutono il piano a medio termine Le Regioni vogliono contrattare con il governo le centrali nucleari DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FIRENZE — L'incontro di studio sul problema della finanza regionale cominciato giovedì è stato in realtà l'occasione per un rilancio della programmazione. L'unico modo che le Regioni hanno per «contare». La realtà è stata denunciata senza falsi pudori da Claudio Simonelli. assessore piemontese alla programmazione: -Le Regioni sono impopolari, i Comuni le considerano un filtro inutile e cercano un rapporto diretto con lo Stato. Il nostro ruolo politico dobbiamo riconquistarcelo nel campo della programmazione». E' più o meno quanto aveva detto il ministro Mazzetta facendo storcere qualche naso: -Le Regioni o decollano in questa terza legislatura o sono destinate a chiudere-. Per «decollare» non basta chiedere più fondi e maggiore autonomia, bisogna dimostrare di saper gestire questa autonomia. I presidenti delle giunte lo hanno ben compreso e. costituistisi in «conferenza permanente» un mese fa. si sono incontrati per la terza volta qui a Firenze ieri per discutere il piano a medio termine del ministro La Mal¬ fa. Cioè per parlare di programmazione. In questo campo al primo posto sta l'energia. -Mercoledì 25 — ha annunciato il presidente dell'Emilia-Romagna, Turci — ci incontreremo con il ministro Pandolfi per discutere il piano energetico-. Scaduto quello vecchio che rimase sempre inattivo, quello nuovo viene costruito passo per passo e le Regioni — con questo recente organismo che raccoglie i presidenti e che non vuole essere di contrapposizione bensì di raccordo con governo e Parlamento — sono chiamate a dare la loro collaborazione. Domandiamo: esporrete qualche idea precisa sul nucleare? Risponde il presidente della Puglia. Quarta: -La nostra disponibilità alla localizzazione di una centrale nucleare in Puglia suscitò un anno fa polemiche a non finire. Ora la sistuazione psicologica si è modificata e nei prossimi giorni firmeremo una convenzione con il Cnen. per gli studi sulla localizzazione». Domani, lunedi, sarà il presidente del Piemonte. Enrietti, a firmare con l'Enel una convenzione per l'esame di tutti i problemi energetici della regione, non escluso il tema nu¬ cleare ancorato ovviamente alla garanzia assoluta di sicurezza. I presidenti sanno benissimo che non c'è sviluppo senza energia. E che tra dieci anni, quando la Francia avrà l'80 per cento della propria energia prodotta da fonte nucleare e la Germania e l'Inghilterra le saranno a ruota, la nostra industria sarà gravemente handicappata dai costi energetici che, con centrali a iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinii carbone o a petrolio, saranno di molto superiori. Veniamo ai rifornimenti. I cinquanta milioni di tonnellate di carbone necessari in un anno per far funzionare le previste centrali richiedono porti: almeno cinque come quello preventivato a Gioia Tauro; e infrastrutture da trasporto. La Liguria sta pensando ad un terminale carbonifero a Vado: le Regioni adriatiche pensano ad analoghi interventi. Anche i tempi di attuazione saranno tema di dibattito con Pandolfi, insieme naturalmente con tutto quanto è relativo al risparmio e alle energie alternative. Il piano dovrà essere completo e — dicono le Regioni — non dovrà essere calato dall'alto, «dobbiamo deciderlo insieme: noi, governo e Parlamento». Cosi come, per tornare al tema del convegno, non dovrà essere calata dall'alto la nuova legge finanziaria. Qui c'è un po' di contrasto, non tutti concordano sulla sollecitata autonomia fiscale. I presidenti si ritroveranno il 20 marzo per esaminare questo argomento e per preparare una proposta di legge unitaria da presentare al Parlamento. Domenico Garbarino

Persone citate: Claudio Simonelli, Domenico Garbarino, Enrietti, Mazzetta, Pandolfi, Quarta, Turci