Consiglio di fabbrica ecologico contosta l'accordo Montodison di Clemente Granata

Consiglio di fabbrica ecologico contosta l'accordo Montodison Insoddisfazione tra i 1500 operai di Castellanza Consiglio di fabbrica ecologico contosta l'accordo Montodison «Si parla solo di numeri e non si tiene conto della ricerca, dell'ambiente, della salute» - Il progetto elaborato dai sindacalisti dello stabilimento, con l'aiuto di esperti, trascurato anche dalla Fulc - Il recupero delle scorie inquinanti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CASTELLANZA (Varese) — 'L'accordo non ci soddisfa. Parla soltanto di numeri: tanti operai qui, tanti là, mobilità, ecc. Tace su ricerche, ambiente, salute, sviluppo della produrne. Logico, del resto. La vertenza è stata discussa al ministero del Lavoro. Questa, invece, era materia da dicasteri economici e scientifici, come si capisce leggendo il nostro progetto sulla Montedison, che aveva trovato il consenso di uomini politici delle più varie tendenze. Ma purtroppo è stato trascurato anche il nostro sindacato confederale, la Fulc, che ha dimostrato ancora una volta di non rappresentarci in modo adeguato». Il consiglio di fabbrica della Montedison di Castellanza (1500 dipendenti, specializzazione: resine derivate) non nasconde la propria amarezza, ma con un lampo d'orgoglio e una carica d'ottimismo, che la delusione non riesce a soffocare sostiene: « Eppure del nostro progetto si dovrà tornare a parlare. Non esistono altre scorciatoie per il futuro della Montedison. Siamo una minoranza, ma non ci sentiamo allo sbando. Da ogni parte ci telefonano: 'Resistete almeno voi: Stiano certi che terremo duro-. Il progetto prevede «io sviluppo, la diversificazione e la qualificazione delle ricerche e della produzione nel rispetto della salute e dell'ambiente». Soffermiamoci sulla realtà di questo consiglio di fabbrica, che, esempio raro in Italia e unico alla Montedison, studia, sperimenta, elabora, propone, crea. C'è chi ricorda che certe proposte non sono rimaste nell'ambito delle semplici buone intenzioni. Se si ricostruisse la storia di tanti piani per la salvaguardia dell'ambiente e della salute nel luogo di lavoro, per il recupero e la riutilizzazione dei materiali di scarto del ciclo produttivo con benefiche influenze sul risparmio, molte volte si potrebbe rintracciare all'origine un'idea, un'intuizione del consiglio di fabbrica e del centro di ricerca di Castellanza. poi approfondite e divenute patrimonio comune, pratica quotidiana. Com'è sorto questo gruppo? Come si spiega questa «originalità»? Alla base, dicono a Castellanza, c'è uno stretto collegamento tra ricercatori, tecnici, operai, favorito da una lunga tradizione di azioni sindacali comuni: ciascuno di essi, nell'ambito delle rispettive competenze, porta un proprio e insostituibile contributo. E c'è stato, in particolare, l'insegnamento di un gruppo di qualificati intellettuali a cominciare dal prof. Giulio Maccacaro. Sappiamo benissimo — dice Luigi Mara del centro ricerche — che può esserci rivolta, come in effetti ci è stata rivolta, l'accusa di 'operaismo spicciolo', di fare della retorica sulla presunta 'creatività'della classe operaia. Ma noi rifuggiamo da retorica e trionfalismo. Cerchiamo l'apporto di tutti, dell'intellettuale, del tecnico, del ricercatore con il suo bagaglio di conoscenze e del lavoratore con il bagaglio di esperienze fatte sulla propria pelle. Il gruppo di Castellanza cerca di contemperare le esigenze produttive con quelle di carattere sociale in senso lato: salute in fabbrica, tutela dell'ambiente. Equilibrio talora problematico, ma gli esponenti del consiglio di fabbrica citano traguardi già raggiunti. -Prendiamo l'ecologia — dice Mara — nella migliore delle ipotesi si è risolto il problema distruggendo il materiale dannoso. Nel nostro stabilimento siamo andati oltre. Abbiamo dimostrato che quel materiale può essere utilmente reimpiegato nel ciclo produttivo. Vuole un esempio recente? Ogni anno scarichiamo nell'Olona duemila tonnellate di acido cianidrico, che poi siamo costretti ad importare. Noi abbiamo dimostrato che quel materiale può essere recuperato e utilizzato di nuovo-. Clemente Granata

Persone citate: Giulio Maccacaro, Luigi Mara

Luoghi citati: Castellanza, Italia, Varese