Il premier giapponese da Reagan Una tregua nella guerra dell'auto?

Il premier giapponese da Reagan Una tregua nella guerra dell'auto? La prima visita di Suzuki a Washington prevista dal 7 al 12 maggio Il premier giapponese da Reagan Una tregua nella guerra dell'auto? NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TOKYO — L'acuirsi del malcontento americano per la politica seguita dal governo di Tokyo nelle esportazioni di àuto e nella difesa (la prima considerata troppo aggressiva, la seconda troppo modesta) getta un'ombra sulla prima visita a Washington del premier giapponese Suzuki, prevista dal 7 al 12 maggio. Senza un compromesso l'incontro, il cui scopo principale è la riconferma rituale dell'alleanza tra i due Paesi, rischierebbe di risolversi in un battibecco. La diversità d'interessi, come del resto quella esistente tra Giappone ed Europa, è in realtà forte e minaccia di provocare una crisi politica. Dopo l'insediamento della nuova amministrazione ame¬ ricana sono aumentate negli Usa le pressioni in favore di misure protezionistiche. In mancanza di un accordo formale tra le autorità e i costruttori giapponesi — che finora si è cercato di evitare — la loro adozione sarebbe certa. I giapponesi hanno conquistato ormai quasi un quarto del mercato automobilistico americano. Nel 1980, quando l'industria dell'auto Usa ha licenziato oltre duecentomila operai su un totale di settecentomila, i fabbricanti giapponesi hanno venduto due milioni e quattrocentomila auto e camion negli Stati Uniti, l'86 per cento delle loro esportazioni. Il ministro dei Trasporti americano, Lewis, ha di recente dichiarato che Washington considera possibili «st- gnificative restrizioni* delle importazioni di veicoli giapponesi. Il problema rischia di essere sempre più difficile da risolvere, negli Stati Uniti come in Europa, perché i produttori giapponesi, di fronte alla saturazione del mercato interno, puntano sulle esportazioni e cercano di ritardare l'apertura di negoziati che, inevitabilmente, finirebbero per limitarle. Anche l'altro punto critico delle relazioni nippo-americane, cioè l'impegno giapponese per la difesa, è stato oggetto di vivaci critiche al governo di Tokyo, sia negli Usa sia negli ambienti giapponesi favorevoli a un sostanzioso aumento del bilancio militare. Per l'anno finanziario 1981-82 il governo liberal-de- mocratico di Tokyo ha previsto un aumento del bilancio della difesa del 7,61 per cento. Una cifra che resta nettamente al di sotto del 9,70 per cento considerato dagli Stati Uniti il minimo da parte degli alleati asiatici. Il 14 febbraio il premier Suzuki ha affermato in Parlamento che non bisogna aspettarsi che il Giappone assuma un ruolo militare internazionale, perché il Paese resta legato alla sua politica antimilitarista e antinucleare (in materia di difesa). ■ Malgrado questi gravi punti di frizione, l'alleanza con gli Usa resta fondamentale per Tokyo, soprattutto in un momento in cui le relazioni tra Giappone e Urss sono piutto¬ sto difficili. r. p. p. Cop> righi I x Monde e per l'Italia I .a Stampa

Persone citate: Reagan