Mosca pullulante di bandiere e agenti prepara il grande rito del Congresso di Fabio Galvano

Mosca pullulante di bandiere e agenti prepara il grande rito del Congresso Incominciano ad arrivare le delegazioni dei pc stranieri Mosca pullulante di bandiere e agenti prepara il grande rito del Congresso - DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — L'TJrss è pronta al solenne rito, al Congresso del partito — il 26°—che si avvlerà domani con la lunga relazione introduttiva di Breznev e che si concluderà, salvo imprevisti, il 3 marzo. Cinquemila delegati delle 15 Repubbliche che formano l'Unione Sovietica, un centinaio di delegazioni venute dall'estero (tutte con diritto di prendere la parola, ma non si sa quante ne usufruiranno) dibatteranno nei prossimi 9 giorni il bilancio di 5 anni — ideologico, politico ed economico — del Paese-guida del mondo socialista, e le prospettive per il prossimo lustro. Dopo mesi di massiccio sforzo propagandistico (le insegne nelle vie invitano da tempo a * lavorare seriamente per un degno incontro con il Congresso*) la retorica cede, per qualche giorno, alla realtà. Potrebbe essere l'ultimo Congresso di Breznev. A 74 anni, il capo del Cremlino appare sempre più stanco, la sua salute malferma. Ma, per la quarta volta, sarà ancora lui il grande protagonista. Le attestazioni di stima e simpatia degli ultimi giorni (come la lettera scrittagli due giorni fa dalla madre di un caduto in guerra, che tutti i giornali e la tv hanno ripreso con grande risalto) sono state numerose. Quando domattina alle 10 egli prenderà la parola al palazzo dei Congressi del Cremlino, gli scontati applausi dei 5 mila delegati saranno seguiti da milioni di russi, pronti ad ascoltare per ore — 4, si prevede —i il discorso del loro leader rilanciato dalla tv. Se il Congresso del pcus è un rito, Breznev ne è il sacerdote. Mosca gela nella morsa di un freddo che quest'inverno balzano l'aveva finora risparmiata. Ma con il termometro a —10, i venti del Nord hanno spazzato le nuvole, e con esse il grigiore della città. Il sole, che da due mesi non si vedeva, dà vivacità alla città bianca di neve, da qualche giorno c'è una selva di bandiere rosse, lampadine colorate, striscioni inneggianti al partito, grandi impalcature sugli edifici pubblici con i ritratti dei «padri» dell'Unione Sovietica. Anche le vie del centro,sono più animate, i negozi più affollati: la gente crede — e in parte è vero — che in occasione del Congresso, come in tutte le grandi occasioni (1° maggio e 7 novembre), ci siano più merci sugli scaffali. La città pullula anche di miliziani e di agenti del Kgb in borghese: una precauzione che è di regola nelle grandi occasioni, ma che è forse accentuata dai timori di azioni violente da parte di qualch - I giornali pubblicano fotografie di operai e di contadini con i volti sorridenti, tesi verso mil radioso futuro del socialismo.; ma non dicono che la milizia ha fatto sloggiare da bar e ristoranti centinaia, forse migliaia di prostitute che 11 cercano di accalappiare le loro vittime. Il segno più concreto delle grandi giornate che vive Mosca è dato però dalle continue processioni di ZÌI, Chaika e Volga nere, che fendono il traffico scortate dalla polizia, e che talvolta riescono a paralizzare la circolazione in una città che ancora non conosce, con la sua modesta densità automobilistica e i grandi corsi voluti dai suoi urbanisti, gli intasamenti di Roma o di Parigi. Sono le auto per gli alti funzionari e per gli ospiti di maggiore riguardo, assegnate in base a precise gerarchie. I sei leader del Patto di Varsavia, attesi fra ieri e oggi, arrivano con gli aerei personali all'aeroporto di Vnukovo, salutati dalla solita bambina col mazzo di fiori e dagli operai di una delle mille fabbriche «Ottobre rosso», ciascuno con la sua bandierina da riconsegnare prima dì risalire sull'autobus e tornare al lavoro. Gli Husak e i Kania hanno senz'altro diritto a una luccicante zìi nera. Di una mastodontica e vecchiotta Chaika devono invece accontentarsi, secondo le regole del protocollo, le delegazioni straniere, la metà delle quali è già arrivata fra ieri e sabato all'aeroporto internazionale di Sheremetevo, ed è stata alloggiata al grande albergo del partito nella via Arbat, dietro il ministero degli Esteri, o al Sovietskaja di via Gorkij. Fra i nomi più celebri della vita politica internazionale sono già a Mosca, a capo delle rispettive delegazioni, il presidente afghano Karmal, il cileno Corvalan (che ha però evitato le accoglienze all'aeroporto, in quanto abita qui), il segretario del partito comunista vietnamita Le Duan. E ci sono anche le delegazioni «misteriose», quelle di cui non si parla e non si parlerà, perché i loro membri potrebbero incappare — al ritorno in patria — nel castigo delle dittature. Mancheranno i tre leader dell'eurocomunismo: Berlinguer, Marchais e Carrillo. Ma i funzionari russi non amano parlarne, e il pubblico sovietico non ne sa nulla. La polemica, si dice a Mosca, è stata creata dalla stampa occidentale; e si ignora, o si finge di ignorare, la lista dei profondi orare, la usta aei proionai | motivi di dissenso dalla linea di Mosca che ha indotto i leader dei tre maggiori pc occidentali a restarsene a casa: dal ruolo guida di Mosca all'Afghanistan, all'attuale crisi polacca, che incomberà su tutto il Congresso sebbene ufficialmente non sia previsto alcun dibattito sull'argomento. La delegazione italiana sarà guidata da Pajetta e Bufalini. Arriverà oggi, con un volo Aeroflot da Roma, e sarà accolta da Zagladin. Fabio Galvano r amo univano |