Il «grande elettore» di Reagan di Furio Colombo

Il «grande elettore» di Reagan INCONTRO CON JERRY FALWELL, CAPO DELLA «MORAL MAJORITY» Il «grande elettore» di Reagan Pastore battista, il «predicatore elettronico» ha 325 stazioni televisive e 280 radio che trasmettono i suoi programmi Esige una giustizia severa, compresa la pena di morte - «Spazzeremo tutti i discorsi sui cosiddetti diritti delle donne e proibiremo per sempre l'aborto» - «Vogliamo un'America forte e bene armata che persuada il mondo a stare al suo posto» NEW YORK — .Ho pregato stamane con Ronald Reagan. C'era anche il vicepresidente Bush. Questa è mia moglie, Jean»: la voce del predicatore raggiunge come un comando la piccola donna vestita di viola, al fondo di un salone ormai semivuoto, che la sera serve da night club (è il famoso Copacabana, a New York). Lei alza il viso di scatto. La sua vita non deve essere stata sempre felice. Due segni aspri si formano intorno alla bocca bambina prima e dopo il sorriso. Poi ascolta, gli occhi fissi al marito. «Ho pregato stamane con Billy Graham» dice un quarto d'ora più tardi, e non c'è ragione di pensare che stia confondendo un giorno per l'altro. Probabilmente prega moltissimo, ed è naturale poiché vede l'America come un Paese «depravato, decadente e demoralizzato-. O almeno lo era, prima di Ronald Reagan. Quest'uomo robusto, col viso pieno, pettinato con cura, gli occhi attenti di uno che è ben deciso a non trascurare neppure un dettaglio è Jerry Falwell, predicatore battista, pastore di una piccola chiesa in Lynchburg, Virginia, dove ha cominciato il suo ministero «con 36 povere anime*, dottore onorario in teologia all'Università di Chattanooga, «prete dell'anno» nel 1959. Quell'evento, «prete dell'anno; deve essere stato la., svolta della sua vita. Passa quasi un minuto prima che si arrivi al presente. Il presente è questo. Il reverendo Jerry Falwell ha una rete di 325 stagioni televisive dove il suo programma, «La parola di Dio per sempre-, ha un successo da fare impallidire la Cbs. 280 stazioni radio ritrasmettono il suo sermone ogni giorno, dal Colorado a Brooklyn. Hanno calcolato in venti milioni la massa stabile di spettatori, in settantadue mi- lioni di dollari annui il suo profitto che naturalmente è esente da tasse, data la natura pastorale dei suoi prò-grammi. Tutto, ci dicono, è investito o nella chiesa o nel «movimento: Il movimento è la «Moral Majority: Ha fatto vincere Reagan ed espellere dalla Ca-: mera o dal Senato personaggi come Church, Byrch Bayh, George McGovern, John Brademas. Il reverendo Jerry Falwell, «prete dell'anno* e «predicatore elettornico», è il fondatore e il capo della Moral Majority. Ben pochi, oggi, sulla scena politica americana, farebbero qualcosa sema prima sentirlo. Nessuno vorrebbe averlo come nemico. E' vero? Il sorriso è pieno: «SI odia il peccato ma non il peccatore. Nemiche possono essermi le posizioni o le scelte, mai le persone. Amo gli omosessuali. Li combatto con tutte le forze eppure li amo. Nella mia chiesa di Lynchburg (che adesso ha settantacinquemila fedeli) molti di essi, pentiti, vengono a farsi consigliare. Noi siamo 11, pronti. Come Cristo siamo disposti ad abbracciare il lebbroso». Luccica, contro un riflettore lontano che qualcuno ha lasciato acceso, la stoffa nera del suo vestito. Fellini potrebbe avere disegnato la scena, il night club vuoto, usato come luogo di predicazione e dopo il sermone quest'uomo grande e grosso, «il pastore-, che si tocca continuamente l'anello (deve essere quello dell'università che lo ha dichiarato dottore onorario) e continua a restare ben dritto un poco piegato all'indietro, offrendo il viso nella penombra, come se ci fossero ancora le telecamere accese, e rafforzando ogni argomento col gesto deciso di una mano. Oppure mettendosi un po' di profilo, ogni tanto, nell'abitudine di esporsi alla folla. E' vero che Woody Alien ha scritto una lettera allarmata al suo amico Alan Arkin e che Arkin ha reso nota la lettera? E' vero che gli intellettuali sono in allarme? Piace a Falwell di avere colpito con tanta precisione nel segno. L'espressione soddisfatta sembra dire: «Ma naturale. Per forza quella gente si sente in pericolo», la sua bocca con le labbra strette e ben disegnate si presta invece alla tolleranza tipica del pastore. «Noi non siamo contro nessuno. Noi siamo per la moralità dell'America». So che il suo discorso è destinato a interlocutori lontani. E sa che questi interlocutori sono in gran parte cattolici. In questa capacità di adattare il tono, o l'enfasi dell'argomento, senza spostare di una virgola la sua posizione, deve essere il segreto del suo immenso successo. Per esempio, già all'inizio della frase fa in tempo a ricordarsi che i suoi interlocutori possono essere anche un po'di sinistra e che non è sbagliato spiegarsi bene, cominciare con un esempio. Perciò dice pacatamente, mentre la piccola moglie in viola da lontano ascolta, e gli elettricisti buttano i cavi per lo spettacolo della sera: «Io faccio quello che ha fatto Martin Luther King, niente altro. Era sbagliato per King avere una posizione politica? Lei mi direbbe di no. Perciò noi ci organizziamo, affinché la nostra persuasione morale si trasformi in movimento politico. La Chiesa cattolica, specialmente da quando il papa Wojtyla guida la Chiesa, ci è molto vicina. Abbiamo potuto lanciare la nostra campagna contro l'aborto, che presto diventerà legge, perché i cattolici d'America sono con noi. E perché i cattolici sono con noi? Perché noi faremo passare al Congresso un emendamento alla Costituzione che si chiama "Human life amendment". Spazzerà tutti i discorsi sui cosiddetti diritti delle donne e proibirà per sempre l'aborto. Ma non come un articolo di legge che si può sempre cancellare. Sarà una norma della nostra Costituzione. Dopo tutto, questo Paese è fondato sulla Bibbia Istintivamente cerca sul podio, dal quale stanno staccando i microfoni. Gli dico: «Questo è un Paese di tante bibbie. Il pluralismo...». La voce di un predicatore, con i fiati ben calcolati si alza e si fa piena, nel tono, come quella di un attore, o di un cantante. «Ma il pluralismo siamo noi. Uniti ai cattolici nell'aborto, uniti agli ebrei nel sostegno dello Stato di Israele, uniti alla grande classe media americana nel chiedere protezione all'interno e una forte difesa militare all'esterno. Non è pluralismo questo?». Ogni manifesto politico ha le sue frasi in codice. Per esempio «protezione all'interno-. Vuol dire giustizia severa e se necessario pena di morte. • Come fa la Moral Majority ad essere contro l'aborto in nome del diritto alla vita ma anche a favore della pena di morte per la difesa della legge e dell'ordine? La vita è sacra oppure La pazienza del reverendo Falwell è grande ma non infinita. A bbassa la voce, offre di nuovo quel suo speciale sorriso che si accende e si spegne e sussurra: «Spero che non vi sia difficoltà a capire che politicamente siamo quello che gli europei chiamerebbero "un movimento di destra"». «Lei ha detto che una donna picchiata dal marito o una figlia stuprata non dovrebbero rivolgersi al giudice-. «Non ho detto cosi». Il reverendo Falwell non guarda mai la piccola moglie in viola, due o tre metri lontano. Di lei, nella penombra si vede solo la faccia di bambina invecchiata. La sua voce non si è mai sentita, e non si sentirà durante questa conversazione. «Ho detto — e in questo sono d'accordo con Reagan — toglieteci dalle spalle il peso del troppo governo. Non c'è bisogno del giudice o del poliziotto perché il capo della famiglia e la donna che Dio gli ha dato riescano a fare la pace. Non c'è bisogno del giudice affinché un padre impari il suo dovere e una figlia sappia stare al suo posto. Qui è il predicatore che parla, il pa¬ store, non il politico. Ma vede, le due posizioni a volte coincidono. Da conservatore voglio un governo che difenda bene il Paese, che mi protegga dai crimini e che non entri nella mia vita privata. Da pastore voglio che il rapporto si svolga fra me, il mio gregge e Dio». • Ma lei vuole che lo Stato passi una legge contro l'aborto, per tu tti, per sempre-. «Qui siamo nel campo delle poche leggi essenziali. Da cittadino chiedo che sia protetta la vita di altri cittadini. Giusto, mi pare. Si. lo so. la malattia, lo stupro. Ma come possiamo dimenticare che Dio ha pur previsto tutto, ben prima che ci mettessimo a scrivere le leggi. Come dice la Chiesa cattolica, c'è pure la provvidenza •Vede dunque quante calunnie sono inconsciamente raccolte e usate contro di noi? E sa perché? Perchè siamo molti. E saremo di più. Siamo forti. E saremo più forti. Ci dicono: ma chi siete? le rispondo subito». Sulle dita robuste, di uno che ha cominciato a costruirsi la vita da solo, con la voce appena arrochita dall'uso continuo ('«questo è il sesto' sermone della mattina, poi vado a Boston, poi a Washington e stasera a Los Angeles», aveva avvertito all'inizio) il pastore Falwell fa questo conto: «Primo, siamo cittadini che lavorano duro e sono stanchi di troppe tasse. Secondo siamo quella grande maggioranza che è stanca di un governo che detta regolamenti su tutto. Vogliamo che ci venga restituita la nostra, responsabilità morale. Terzo siamo contro l'aborto, per qualsiasi ragione. Quarto sosteniamo Israele qualunque cosa succeda. Quinto vogliamo un'America forte e bene armata che persuada il mondo a stare al suo posto. Sesto siamo americani rinati nella luce di Cristo e vogliamo sopprimere tutto ciò che, nella televisione, o nel cinema, ci parla di violenza e di sesso. Mi pare di averle dato una descrizione accurata. Ora i politici devono scegliere. O prendono una posizione costruttiva «Pensa di usare alle prossime elezioni la stessa tattica della «lista di condanna- che ha avuto risultati così buoni contro Church, Byrch Bayh e glialtri?-. «Vede? Vede come circolano le menzogne? Noi non abbiamo nessuna "lista di condanna", alle prossime elezioni intendiamo intervistare tutti i candidati. Noi non diamo il nostro sostegno a qualcuno. Usiamo la nostra forza affinché non siano eletti i nemici di Cristo e della sua predicazione. Semplice. E' cristiano. Voglio dire, un dovere». Come un attore si allontana di alcuni passi poi torna indietro. «Certe volte fanno il nome di Jim Jones, quello della Guyana. Non le sembra che contino un po' troppo sul mio senso dell'umorismo? Un pastore si può arrabbiare. Anche questo è umano. Jean». La sua bella voce comanda, Jean è pronta a ubbidire. I due si allontanano nel fondo della sala vuota, senza toccarsi. Furio Colombo New York. Jerry Falwell parla al National Press Club (Tel.)