Tre ministri divisi sulla Finsider di Eugenio Palmieri

Tre ministri divisi sulla Finsider Le divergenze su come erogare il credito alla siderurgica Tre ministri divisi sulla Finsider I sindacati attaccano il governo, ma anche il «management» dell'azienda -1 tecnici dei ministeri interessati stanno cercando una soluzione che permetta di tamponare la crisi - Presto un disegno di legge ROMA — I tecnici di cinque ministeri sono stati impegnati per tutta la serata di ieri nel tentativo di mettere a punto un documento che consenta di tamponare la crisi della siderurgia. Il compito non sembra dei più facili in quanto per conciliare le varie posizioni si delinea l'ennesimo progetto d'ingegneria finanziaria: un compromesso costoso che scongiuri però ogni rottura nel governo. Gli stessi ministri, infatti, sono divisi sulla soluzione da dare e come riaprire i rubinetti del credito alla Finsider che ha già annunciato il taglio degli stipendi: il sindacato ha risposto con la conferma degli scioperi articolati, di 4 ore. E' stato il ministro delle Partecipazioni statali. Gianni De Michelis, ad affermare pubblicamente ieri che esistono «posizioni divergenti» con il collega del Tesoro, Andreatta, sul modo di affrontare problemi .reo/i ed urgenti». A questo dissidio si aggiunge la nota presa di posizione del responsabile del Bilancio. Giorgio La Malfa. L'impressione che si ricava negli ambienti tecnici è che anche sulla questione siderurgica il governo si presenti all'appuntamento decisivo in ordine sparso: De Michelis si preoccupa di stringere i tempi con la concessione di liquidità all'industria siderurgica e alleggerendo l'indebitamento del settore, allineandosi quanto più possibile con le posizioni del sindacato: La Mal¬ fa favorevole a un intervento limitato dello Stato con il pagamento di una parte degli interessi che gravano sui debiti delle imprese ma soltanto dopo la presentazione di un riassetto produttivo del gruppo: Andreatta, finora abbastanza defilato, deciso a non allentare i cordoni della borsa e a non dilatare il deficit pubblico. Fino a oggi sui vari progetti in lista d'attesa hanno avuto buon gioco i veti incrociati dei vari ministeri, ma dopo la decisione della Finsider di non pagare per intero gli stipendi la situazione è precipitata. Il disegno di legge verrebbe presentato al prossimo consiglio dei ministri (probabilmente a quello di venerdì) dopo che il ministro De Michelis avrà incontrato lunedi sera i rappresentanti dell'Iri e della Finsider e mercoledì i sindacati. «Tutti i paesi — ha ricordato l'esponente socialista — hanno affrontato la questione dell'industria siderurgica con provvedimenti straordinari-. Fatto sta che negli stabilimenti l'atmosfera si è fatta subito pesante. A Taranto si è avuto uno sciopero di quattro ore e una manifestazione con un corteo in città. Il segretario nazionale della Firn. Agostino Conte, anche ieri ha continuato la polemica con i repubblicani e con il governo: «Siamo molto preoccupati perché il clima ottimo di reiasioni industriali che si era instaurato, si sta bruciando a causa dell'incoerenza di alcuni ministri (il riferimento è a La Malfa e ad Andreatta) n.d.r.). «In risposta alle richieste avanzate dal ministro del Bilancio, i sindacati sostengono che fin dal '68 vige un accordo di cosiddetta salvaguardia degli impianti che esonera dallo sciopero consistenti quote di operai. Inoltre — fanno rilevare — la mobilità nelle e tra le aziende è oggetto di contrattazione fin dal 78, mentre l'assenteismo è tra i più bassi nel sistema industriale italiano». Il tiro del sindacato non è comunque rivolto soltanto contro il governo, ma — come è emerso • da un'assemblea svoltasi ieri a Roma — anche contro il management della Finsider «che ha determinato lo stato fallimentare del gruppo». Eugenio Palmieri

Persone citate: Agostino Conte, Andreatta, De Michelis, Gianni De Michelis, Giorgio La Malfa, La Malfa

Luoghi citati: Roma, Taranto