Guerra delle bombe in Alto Adige fra fascisti italiani e sudtirolesi di Giuliano Marchesini

Guerra delle bombe in Alto Adige fra fascisti italiani e sudtirolesi Saltati due tralicci: treni bloccati, Bolzano al buio per mezz'ora Guerra delle bombe in Alto Adige fra fascisti italiani e sudtirolesi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLZANO — I nazisti contro i fascisti: nell'alternanza delle esplosioni, il terrorismo in Alto Adige avanza sotto l'insegna nera. Alle bombe dei «nazionalisti italiani», fanno seguito le cariche di tritolo dell'estremismo sudtirolese. L'altra notte sono saltati due tralicci dell'Enel: imprese rivendicate da gruppi d'assalto di lingua tedesca. Il primo attentato è stato compiuto verso le 2 a Mezzaselva. Lo scoppio ha abbattuto una linea locale, c'è stato scompiglio lungo la lerrovia del Brennero: i treni sono stati fermati nelle stazioni di Fortezza e Vipiteno, il traffico è ripreso dopo minuziosi controlli. Poco più di un'ora dopo, la seconda incursione. Tra Cortaccia e Magre, sotto la montagna verso Trento, un commando ha minato le basi di un traliccio, che nell'esplosione s'è accasciato: sono piombati nel buio Bolzano. Merano e i paesi intorno, il «black-out. è durato oltre mezz ora. Gli attacchi si sono conclusi con il «rituale< dei volantini. I fogli trovati nei pressi di Magre sono firmati dal famigerato «Tirol». che pretende l'autodecisione per la popolazione altoatesina di lingua tedesca. L'occasione è l'anniversario della fucilazione di Andreas Hofer. che si oppose all'invasione delle truppe napoleoniche nei primi dell'800. La gente di queste vallate continua a patire il rabbioso conflitto etnico. Le precedenti aggressioni erano di marca fascista. Per un soffio non ha provocato un disastro l'attentato del 13 febbraio scorso lungo la linea ferroviaria Merano-Bolzano, nei pressi di Terlano: lo scoppio dei due ordigni ha tranciato le rotaie, e due treni su cui viaggiavano una cinquantina di pendolari sono passati con un pauroso sobbalzo. Poco più tardi, i dinamitardi si sono dedicati a uno di quelli che definiscono «gesti dimostrativi», facendo saltare la lapide sulla quale sono incisi i nomi di cinque terroristi sudtirolesi degnni Sessanta, nel cimitero di San Paolo di Appiano. Portando pacchi di tritolo, gli estremisti della destra italiana vorrebbero che in Alto Adige si giungesse all'abolizione della proporzionale etnica e del bilinguismo. Vanno dunque all'assalto dei punti più delicati del cosiddetto «pacchetto» per l'autonomia altoatesina. E per accendere i fuochi cercano terreno nell'oltranzismo sudtirolese. L'incursione della settimana scorsa sul binario di Terlano era una replica di quella compiuta il 24 gennaio lungo la li- neagni collocati sulle rotaie a circa un chilometro dalla stazione di Bressanone. Quell'impresa dinamitarda veniva dopo un convegno della Volkspartei. durante il quale si era parlato anche di «autodecisione» della popolazione di lingua tedesca: il tema era proposto dal Heimatbund. che qui viene definito «Associazione degli ex detenuti politici», e dagli esponenti dell'ala più intransigente dello schieramento sudtirolese. I rappresentanti più autorevoli della Volkspartei ripetono che l'autodeterminazione, «pur essendo un diritto irrinunciabile*, non rientra nella realtà attuale. Al terrorismo fascista, però, un dibattito come quello suscitato dal Heimatbund serve per innescare le bombe. Dopo gli attentati del 13 febbraio, è stata una catena Giuliano Marchesini (Continua a pagina 2 in ottava colonna)

Persone citate: Andreas Hofer, Appiano