Lavoratori Gepi in Regione discutono del loro futuro

Lavoratori Gepi in Regione discutono del loro futuro Sollecitano un piano di risanamento Lavoratori Gepi in Regione discutono del loro futuro Del gruppo fanno parte 16 società per un totale di 4885 dipendenti, di cui 1121 in cassa integrazione - Lunedì incontro col ministro La Malfa Si è svolta ieri pomeriggio in piazza Castello la manifestazione di protesta dei lavoratori le cui fabbriche sono state rilevate dalla Gepi, per sollecitare da parte dell'ente di gestione i piani di risanamento delle aziende al fine di salvaguardare l'occupazione. Sempre nel pomeriggio si sono tenuti due incontri in Regione: uno sul problema della presenza Gepi in Piemonte, l'altro, più specifico, sulla situazione della Maglioni e Tedeschi. Sempre nel pomeriggio si sono tenuti due incontri in Regione: uno sul problema della presenza Gepi in Piemonte, l'altro, più specifico, sulla situazione della Magnani e Tedeschi. Allo stato attuale la Gepi è presente in 16 società per un totale di 4885 addetti di cui 1121 in cassa integrazione. Le aziende appartengono a quattro settori: abbigliamento (Pep Rose di Novara); meccanico (Sair ex Falconi di Novara; Sei Ceri ex Singer di Leinl; Nuova Ib-Mei di Asti): Pip ex Remmert di Ciriè; Isoflux ex Nuova Ib.Mei di Asti: tessile (Remmert di Ciriè; Manifatture Lane di Carignano; Tessile Piomontese e Iniziativa Valli Piemontesi ex Magnoni e Tedeschi: Taurus 80 ex Remmert); elettronico (Seimart; Elcit ex Seimart di Sant'Antonino di Susa: Nehom ex Seimart di Leini: Secowest di Venaria: Ecs ex Remmert). Nell'incontro tra i sindacati Gepi del Nord Italia, l'assessore Sanlorenzo e i sindaci dei comuni nei quali si trovano le fabbriche in crisi si è discusso di un problema di metodo e non ancora nel merito dei piani di disimpegno o riconversione delle aziende. L'assessore ha riassunto l'iter della vicenda ricordando che entro oggi (20 febbraio) la Gepi avrebbe dovuto presentare al Cipi (Comitato interministeriale programmazione industriale) i piani, «sentite le regioni interessate-, come sostiene la legge. -Ma noi finora — ha aggiunto l'assessore — non abbiamo visto nessuno di questi piani e li abbiamo sollecitati-. Nello svolgimento della complessa vicenda si è inserito il ministro del Bilancio che ha annunciato l'intenzione di consultare le Regioni interessate su tutto il problema Gepi; a questo punto, pare che la Gepi si sia sentita disimpegnata dalla presa di posizione ministeriale nel sottoporre i piani alla Regione Piemonte. Di questo si è discusso nell'incontro di ieri; la Regione ha ribadito che la legge prevede di interessare le Regioni e ha sollecitato alla Gepi la presentazione entro il 10 marzo dei piani di disimpegno o di riconversione per tutte le aziende del Piemonte. Analoga richiesta verrà sottoposta al ministro La Malfa nell'incontro di lunedi prossimo a Torino. La verifica con la Gepi si dovrebbe avviare settore per settore. Anche su questo tema, però, si è verificato un parziale dissenso tra le due parti: la Gepi sosterrebbe, infatti, che il settore elettronica dovrebbe essere inserito nel piano nazionale. La Regione, dal canto suo, ribatte che finora la Gepi si è limitata a presentare al Cipi una informazione sulla situazione piemontese senza l'elaborazione di piani particolareggiati, che sono attesi per marzo. L'incontro si è quindi concluso in modo interlocutorio e allo stato attuale è probabile che di tutta la situazione Gepi si riparli soltanto tra una quindicina di giorni. Nella tarda serata è proseguito l'incontro sulla questione della Magnoni e Tedeschi. L'azienda è fallita nel '75 (allora i dipendenti erano circa 1200); con l'intervento della Gepi si formarono due società parcheggio (la Tessile Piemontese e la Iniziative Valli Piemontesi) dalle quali si constituirono quindi quatro so¬ cietà che assorbirono la parte di mano d'opera rimanente (molti avevano abbandonato la ditta). Ora rimangono fuori dalla collocazione in queste quattro società circa 110 lavoratori licenziati il 31 dicembre dello scorso anno. La trattativa parte dalle richieste del sindacato di prolungare la cassa integrazione in attesa dei provvedimenti sul prepensionamento (che sfoltirebbe al 40 per cento gli addetti) e comunque di garantire ai rimanenti un posto di lavoro. PROVINCIA — I 358 lavoratori dei servizi sanitari passati dalla Provincia all'Usi sono in agitazione. Ieri hanno scioperato per due ore presidiando la sede del comitato regionale di controllo, in via Magenta 12, dove si stava esaminando la delibera relativa al loro passaggio dalla Provincia all'Usi. I lavoratori temono che il provvedimento possa essere bocciato anche se. di fatto, sancisce soltanto dei livelli di professionalità acquisiti dai dipendenti.