Firmato l'accordo Eni-«Oxy» (vale un miliardo di dollari) di Eugenio Palmieri

Firmato l'accordo Eni-«Oxy» (vale un miliardo di dollari) Cooperazione con gli Usa per carbone e chimica Firmato l'accordo Eni-«Oxy» (vale un miliardo di dollari) ROMA — Un accordo di grande importanza — si parla di un valore di un miliardo di dollari — è stato siglato nei giorni scorsi tra l'Eni e la società Occidental Petroleum a Lexington, negli Stati Uniti, quartier generale del colosso chimico americano. L'intesa prevede la costituzione di una società al 50 per cento impegnata in due settori: quello cabonifero per cui la Oxy (cosi è chiamata la Occidental in Borsa) conferirà 4 miniere nel Kentucky opportunamente scelte per le loro caratteristiche idonee alle esigenze del mercato italiano; quello chimico con il conferimento da parte dell'Eni di un gruppo di impianti nel settore della chimica di base. Entrambi poi contribuiranno, per le rispettive competenze, con 150 milioni di dollari di capitale liquido. La sigla è stata posta per la Occidental dal libanese Abboud, vicepresidente della Oxy (un manager che l'autorevole rivista «Fortune» ha inserito tra i primi dieci degli Stati Uniti) e dal responsabile del settore chimico, Merzsei e per l'Eni dal vicepresidente Di Donna che ha guidato la delegazione italiana alle trattative. La stretta del negoziato si è avuta proprio nel giro degli ultimi tre giorni dopo una inaspettata battuta d'arresto di qualche settimana fa che aveva rischiato di far saltare o quanto meno di comprometterne l'esito positivo. Per l'Eni si tratta di un affare non indifferente. La Occidental, infatti, è un gruppo di dimensioni mondiali guidato da Armand Hammer, 82 anni, forse uno dei pochi uomini d'affari occidentali ad aver conosciuto personalmente Lenin. Non a caso, ancora oggi, la società americana ha proficui contratti con l'Unione Sovietica e con la Polonia oltre che con la Libia. Quali vantaggi deriveranno all'Eni? Innanzitutto la costituzione di un «ponte» negli Stati Uniti con la quarta società carbonifera mondiale, la Island Creek (gruppo Oxy), e quindi in grado di assicurarsi fin da adesso un canale di approvvigionamento sicuro (si parla di riserve estraibili per 350 milioni di tonnellate di carbone). Poi di aver posto le basi per dare respiro internazionale all'attività petrolchimica del cosiddetto «polo» pubblico con prospettive di sviluppo. In sostanza si tratta di un accordo in linea con le indicazioni espresse più volte dal governo: da una parte quella di diversificare le fonti di energia, e il carbone è una delle principali, dall'altra di coinvolgere partner stranieri nel risanamento, anche finanziario, del comparto chimico italiano. La notizia non è stata ancora ufficializzata dall'Eni tanto che mercoledì c'è stato un misterioso intrecciarsi di dispacci d'agenzia, ma ci viene confermata da fonti autorevoli. Eugenio Palmieri

Persone citate: Abboud, Armand Hammer, Di Donna, Lenin

Luoghi citati: Kentucky, Libia, Polonia, Roma, Stati Uniti, Unione Sovietica, Usa