L'opposizione costringerà Reagan a rinviare il suo piano economico

L'opposizione costringerà Reagan a rinviare il suo piano economico L'opposizione costringerà Reagan a rinviare il suo piano economico Sindacati e democratici si preparano a dar battaglia Reazioni contrastanti in Borsa - Il New York Times: «Non c'erano alternative ragionevoli» - L'Europa lasciata sola a difendere le proprie monete DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE WASHINGTON — Il duro e ambizioso programma di ripresa economica di Reagan. da cui dipendono in parte anche le vicende monetarie e commerciali europee, si è scontrato con le istanze dei sindacati e del partito democratico a sole 24 ore dalla sua presentazione. Mentre la stampa ha espresso un giudizio in maggioranza positivo, non foss'altro. come ha notato il New York Times, che «per la mancanza di alternative ragionevoli', l'opposizione politica e la manodopera organizzata sono scese in trincea. Il presidente è partito per un lungo week-end in California, dopo una colazione di lavoro con un folto gruppo di direttori di giornali e di stazioni radio e tv. lasciando il governo e il Congresso nel vortice della polemica. «Ti» O'Neill, il carteriano che controlla la maggioranza democratica alla Camera, ha dichiarato che «il piano Reagan non passerà subito né per intero». Howard Baker, che capeggia la maggioranza repubblicana al Senato, ha ammesso a malincuore che i tagli del bilancio dello Stato dell'82 «verranno probabilmente approvati solo ad agosto», e le riduzioni fiscali, previste a cominciare da luglio, «subiranno forse un rinvio all'anno prossimo». Per Reagan e il suo governo, i tempi di esecuzione del programma sono decisivi. Il presidente lo ha basato su quattro punti «principali e paralleli»: il contenimento della spesa pubblica, lo sgravio fiscale, il controllo della crescita della liquidità, l'abolizione dei regolamenti restrittivi dell'attività industriale. Ha fissato per il mese prossimo la presentazione dei quattro documenti relativi, e per aprile-maggio la fine del dibattito al Congresso. Proprio anticipando il rifiuto a collaborare del partito democratico e dei sindacati, ha impostato il suo discorso su un appello alla popolazione. «Gli americani — ha detto ieri alla colazione di lavoro — sono pronti a seguirmi... Hanno capito che la strada dell'assistenzialismo percorsa sino ad ora porta alla catastrofe... Ma democratici e sindacalisti non sono in sintonia con la base... Fanno della disinformazione e mi rivolgono ogni genere di accuse». Le prime sono già arrivate: secondo la confederazione sindacale Afl-Cio. il programma presidenziale «aggiungerà 1 milione di disoccupati agli 8 milioni già esistenti». Secondo il partito democratico, «alimenterà l'inflazione, che è già intorno al 13 percento». In realtà, l'accoglienza del programma da parte degli operatori economici, della Borsa, che è scesa leggermente, e del dollaro, non è stata uniforme. Ma la sensazione generale, riassunta sempre dal New York Times, è che esso sia «coraggioso e rischioso», e. c. (Continua a pagina 2 in ottava colonna)

Persone citate: Howard Baker, O'neill, Reagan

Luoghi citati: California, Europa, Washington