Il governo è battuto sei volte nel voto sulla legge finanziaria

Il governo è battuto sei volte nel voto sulla legge finanziaria Il governo è battuto sei volte nel voto sulla legge finanziaria Momento di disagio, le assenze bastano a spiegare la sconfitta? Alla Camera mancavano parecchi deputati della maggioranza - Compatte invece le opposizioni - La seduta rinviata a oggi grazie all'astensione del pei - La bocciatura d'una legge così qualificante avrebbe potuto indurre il presidente del Consiglio a dare le dimissioni - Oggi il vertice della maggioranza ROMA — Il governo è stato battuto per sei volte ieri pomeriggio alla Camera durante le votazioni sulla legge finanziaria. Per quattro volte i deputati della maggioranza (dc-psi-psdi-pri) non sono riusciti ad impedire l'approvazione di emendamenti proposti dai comunisti e dai radicali. Per due volte, fatto più grave, il governo è stato battuto nelle votazioni degli articoli. La serie dì sconfitte sarebbe continuata se, a quel punto, il relatore di maggioranza Aiardi (de) non avesse chiesto la sospensione della seduta e tregua fino a questa mattina. L'opposizione (pei. pr, indipendenti di sinitra, msi) avrebbe avuto i voti sufficienti per respingere la proposta, ma non lo ha fatto. I comunisti hanno accordato la tregua «per favorire una verifica, nell'interesse del Paese — come ha detto il capogruppo Di Giulio —. Non è interesse dell'opposizione confrontarsi con una maggioranza in piena confusione, poiché cerchiamo uno scontro nella chiarezza delle rispettive posizioni. Le nostre idee sono chiare, non lo sono quelle della maggioranza, sempre che una maggioranza esista». Questo gesto «sportivo» del pei ha probabilmente salvato ieri sera la vita del governo Forlani. Era opinione diffusa, infatti, che se la legge finanziaria avesse continuato a collezionare bocciature sui vari articoli, sarebbe stato difficile evitare la crisi di governo. Subito dopo l'ultima votazione è cominciata la caccia ai responsabili, e cioè gli assenteisti cronici della maggioranza. Dei democristiani mancava il 24%, e contro di questi si preparano sanzioni disciplinari. Mancavano anche il 65% dei deputati socialdemocratici, il 61% del gruppo socialista e il 25% dei repubblicani. Secondo una stima radicale nelle votazioni ci sono stati anche 12-15 «franchi tiratori». Da varie parti si rivolgevano accuse a socialisti e socialdemocratici. «Non basta che Longo e Craxi sostengano il governo dell'on. Forlani. nei vertici politici — diceva polemico il repubblicano Ravaglia —: peccato che si dimentichi- no di farlo sostenere in Parlamento». E il democristiano Mazzarino: «Quando si tratta di fare esortazioni o distribuire incarichi siamo una maggioranza di coalizione. Quando si tratta di votare siamo quasi una maggioranza monocolore». Milani, del pdup: «Si è creata una situazione oscena: mentre i deputati socialisti sono riuniti per discutere su come garantire la governabilità, il governo è messo ripetutamente in minoranza. Occorrerebbe sapere se questo atteggiamento è stato voluto». Nei banchi dell'opposizione le presenze erano compatte. Dei comunisti erano assenti solo cinque deputati; rare le assenze anche negli altri gruppi di opposizione. Era quello che si chiedevano tutti. Gli «indiziati» si preoccupavano però di sminuire la portata di questa giornata nera per il governo. «E' un incidente dovuto a scarsa attenzione. Non c'è alcun significato politico. Si tratta solo di una questione di disciplina», diceva il socialdemocratico Di Giesi. E il capogruppo democristiano Bianco: «Si è trattato soprattutto di sciatteria, non c'è stata una ragione politica, del resto il gruppo de era abbastanza presente». Il ministro repubblicano La Malfa assicurava: «JVon c'è niente di pregiudicato se, come è sperabile, la maggioranza nei prossimi giorni sarà presente». Si è chiusa con questi dubbi una giornata parlamentare che non è esagerato definire grottesca. Fin dalla prima mattina c'erano state le avvisaglie della debolezza della maggioranza. L'inizio della seduta era stato ritardato perché il ministro del Tesoro Andreatta (de) si era chiuso in una stanza con l'on. La Loggia (presidente della Commissione ridotta che ha esaminato la legge finanziaria) per concordare il da farsi. Si trattava di stabilire spostamenti di miliardi da un capitolo all'altro della legge. Perdurando il ritardo, comunisti e radicali protestavano a gran voce accusando la maggioranza di fare l'ostruzionismo, dopo aver detto che la legge finanziaria doveva essere approvata al più presto. I ritardi del governo diventavano ancor più clamorosi, se confrontati alle polemiche che solo 12 ore prima erano state condotte contro i radicali accusati di indulgere troppo facilmente all'ostruzionismo. «Tutte le discussioni sull'esigenza di ordinare meglio i lavori del Parlamento cadono nel ridiclo di fronte a simili atteggiamenti», diceva il comunista Di Giulio. Alla ripresa della seduta, il radicale Crivellini ribaltava contro de, psi, psdi e pri gli argomenti che erano stati usati per chiedere la modifica del regolamento. Crivellini definiva un blitz ostruzionistico la improvvisa riunione Andreatta-La Loggia. «Non ho potuto vedere, non avendo il binocolo, se sostavano in piedi se facevano questo ostruzionismo in maniera regolamentare o se prendevano cappuccini, ma il risultato è stato die per un'ora sono rimasti chiusi in quella stanza». «Si tratta, senza dubbio, di una forma ostruzionistica nuova, che prenderemo in considerazione pei il futuro». Ieri sera Gerardo Bianco ha riunito il direttivo del gruppo de. Era presente il segretario Piccoli, che ha dato atto dello sforzo organizzativo per garantire una massiccia presenza dei parlamentari ai lavori dell'assemblea. Venti assenti erano giustificati, è stato precisato. Quanto agli ingiustificati il direttivo è stato unanime: saranno colpiti dalle sanzioni pecuniarie Anche l'ufficio di presidenza del psi si è riunito dopo la sospensione dei lavori in aula. Alcuni parlamentari socialisti —è stato precisato — erano in missione a Bruxelles, altri ammalati, altri ancora impegnati in un convegno per la ricostruzione delle zone terremotate. «Le assenze hanno avuto carattere occasionale». ha fatto notare l'ufficio presidenza del psi Alberto Rapinar da

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