Ultimatum sindacale al governo Benvenuto fischiato a Firenze di Gian Carlo Fossi

Ultimatum sindacale al governo Benvenuto fischiato a Firenze Sciopero generale nazionale se non cambia la politica economica Ultimatum sindacale al governo Benvenuto fischiato a Firenze Psi e Uil accusano il pei per la manifestazione di intolleranza - «Dose notevole di pericoloso settarismo» - Oggi si ferma il Lazio, domani la Lombardia ROMA — Lo scontro fra governo e sindacati si fa più duro. Mentre si annuncia lo slittamento della nuova riunione fissata per oggi a Palazzo Chigi, il segretario generale della Uil, Giorgio Benvenuto — fortemente contestato a Fireme in un comizio tenuto ieri in occasione dello sciopero generale della Toscana — ha lanciato un preciso ultimatum: «Se il governo non modificherà rapidamente la linea di politica economica, saremo costretti a proclamare uno sciopero generale a livello nazionale». La nuova manifestazione di intolleranza verso il leader sindacale, dopo quella clamorosa di Milano, ha provocato l'immediata reazione del psi. •E' un fatto deplorevole — ha detto il presidente della Provincia, Righi, socialista — che approfondisce il solco tra psi e pei e che, se si dovesse ripetere, costringerà il partito socialista a prendere provvedimenti poiché non si può collaborare solo a parole. Quando si vuole, le manifestazioni sono democratiche; quella di oggi non lo è stata. Il pluralismo deve essere politico, ma pure sindacale, ed ognuno nelle piazze deve poter parlare». Nel corso del comizio, Benvenuto ha affermato che i provvedimenti di Andreatta «non si inquadrano in una adeguata politica di piano mirante alla riconversione e allo sviluppo. Senza di essa non si salvano né la Montedison, né la Fiat, né la siderurgia. Con la stretta creditizia non si potranno non avere drammatiche ripercussioni sulle aziende, specie quelle piccole e medie, e sull'occupazione». Dall'inizio alla fine della manifestazione, il segretario generale della Uil è stato ininterrottamente fischiato e contestato con urla e slogans dalla maggior parte dei quindicimila operai e impiegati presenti in piazza della Signoria. «C'è molto malumore fra i lavoratori — ha commentato Benvenuto — ma in questa circostanza c'è anche una dose notevole di pericoloso settarismo». E poco più tardi, un comunicato della Uil regionale toscana ha denunciato che «il dissenso era stato chiaramente organizzato da gruppi esterni al movimento sindacale, identificabili prevalente' mente nella Federazione gio vanile comunista italiana e in cellule comuniste, testimonianza di gravissimi tentativi di interferenza nella vita interna del sindacato per condizionarne pesantemente l'autonomia». Benvenuto ha tenuto fino all'ultimo. «Nonostante i fischi — ha precisato — venerdì sarò a Bologna per il comizio dei pensionati». Il tono del suo discorso è stato, peraltro, perfettamente allineato rispetto alla posizione assunta dalla Federazione unitaria nello scontro con il governo. Dopo aver protestato contro la stretta creditizia, egli ha insistito sulla necessità che venga sciolto il nodo fiscale: «Ci sono grosse ingiustizie. I lavoratori non possono pagare la nuova una tantum, una tassa sulla tassa, se non c'è un alleggerimento delle imposizioni fiscali e soprattutto se non ci sono valide garanzie che i soldi vadano a chi veramente è stato danneggiato». Prima di chiedere nuovi sacrifici ai lavoratori, è indispensabile che si metta ordine nella spesa pubblica e che si evitino oneri ingiustificati e abusi. La recente convenzione per i medici generici è ad esempio, secondo il segretario generale Uil, «la dimostrazione della politica allegra del governo». Un altro esempio è dato dal fatto che «nel completo silenzio dei partiti e di buona parte della stampa, i parlamentari si sono aumentati lo stipendio mensile di 400 mila lire e un senatore, con tre anni di mandato, prende una pensione di 850 mila lire al mese». Da più parti intanto giungono sollecitazioni al vertice della Federazione CgilCisl-Uil per una azione di forza «più incisiva», che assuma un preciso significato politico, dopo la prima fase di scioperi generali articolati sul piano regionale e interregionale avviati martedì con una mobilitazione totale in Emilia-Romagna e nel Veneto. Ieri per quattro ore la Toscana e la Liguria sono state paralizzate dall'astensione dei lavoratori dell'industria, del pubblico impiego, dei servizi; oggi, sempre per quattro ore, si fermano quasi tutte le attività economiche e produttive del Lazio: domani fermo totale in Lombardia fin coincidenza con la manifestazione di protesta dei pensionati), il 25 febbraio in Puglia, il 26 in Piemonte, il 27 in Calabria per la durata di otto ore. Lo sciopero nel Lazio avrà qualche ripercussione anche sul piano nazionale. L'aeroporto internazionale di Fiumicino, ad esempio, funzionerà a ritmo ridotto dalle 7 alle 12 in seguito a una decisione presa a maggioranza dai delegati del consiglio di azienda Alitalia di Fiumicino a sostegno della vertenza fisco, riforma previdenziale, stretta creditizia. Una breve sospensione dei ferrovieri determinerà ritardi nelle partenze e perdita di coincidenze. In un comizio al Colosseo, il segretario generale aggiunto della Cgil ribadirà i motivi di dissenso che ieri sono stati illustrati da Benvenuto a Firenze, sia pure con molta fatica. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Andreatta, Giorgio Benvenuto