Abbandonano l'aula per protesta gli accusati del caso Torregiani di Susanna Marzolla

Abbandonano l'aula per protesta gli accusati del caso Torregiani Clamorosa decisione «contro l'isolamento a S. Vittore» Abbandonano l'aula per protesta gli accusati del caso Torregiani MILANO — Dopo che la corte, su conforme parere del pubblico ministero, aveva respinto tutte le richieste della difesa, il processo per l'uccisione del gioielliere Torregiani è entrato finalmente «nel vivo». Ed è ricominciato proprio con una clamorosa protesta da parte degli imputati che tutti, tranne Walter Andreatta, hanno abbandonato l'aula. Il motivo: la situazione d'isolamento in cui sono tenuti nel carcere di San Vittore. Già nelle prime udienze gli imputati avevano sollevato il problema ma la corte aveva sempre risposto che non era «di sua competenza». «Visto che vi dichiarate incompetenti — ha detto ieri mattina Angelo Franco — noi oggi rinunciamo a comparire. Vogliamo essere messi in due per cella e vogliamo la socialità nelle ore d'aria. L'isolamento deve finire». •Torneremo quando verremo tolti dall'isolamento — gli ha fatto eco Giuseppe Memeo — domani' verremo e ci darete una risposta. Chiediamo condizioni vivibili». Il presidente ha chiesto ad alcuni imputati se intendevano rispondere all'interrogatorio: «Sì — hanno detto —ma per ora non siamo in grado di poterlo fare». Solo Gabriele Grimaldi ha rifiutato l'interrogatorio: «JVon mi devo difendere davanti a questa corte» è stata la sua motivazione. Dopo che gli imputati hanno lasciato l'aula la corte-si è ritirata per decidere il da farsi. E' ritornata mezz'ora dopo e il presidente ha fatto mettere a verbale: •Osservando che gli imputati detenuti hanno rifiutato di assistere al dibattimento senea che esistano le condizioni per sospenderlo previste dal codice, ordino che si proceda come se gli imputati fossero presenti». Neppure l'unico imputato rimasto cioè quel Walter Andreatta che con le sue dichiarazioni ha accusato alcuni degli imputati (in particolare ' Grimaldi e Memeo) ha però voluto rispondere alle domande: «Lo farò — ha detto —solo in presenza dei miei coimputati E' una questione di coscienza». Il contraddittorio tra Gabriele Grimaldi e il suo principale accusatore si è quindi svolto indirettamente, tramite la lettura dei verbali dell'istruttoria. Per primi sono stati letti quelli di Grimaldi, accusato di avere materialmente sparato contro Torregiani, in cui respinge tutte le accuse che gli vengono mosse. Ammette di conoscere alcuni degli imputati e di avere dormito a casa di Andreatta ma nega «risolutamente di aver detto di avere sparato a Toregiani». E non è vero — sempre secondo l'imputato — che a casa di Annia Casagrande (la sua ragazza, accusata di favoreggiamento) venne tenuta la sera dell'omicidio il 16 febbraio del '79, una riunione di bilancio. Grimaldi ha detto di essere rimasto all'estero durante il periodo dell'inchiesta mentre all'ora del delitto sarebbe stato in compagnia del professor Mario Geymonat. Andreatta di interrogatori ne subì diversi. TI piiì importante per il processo, è quello del 24 ottobre del '79. «La sera del 17 febbraio Memeo e Grimaldi vennero da me — disse in quell'occasione — chiedendomi ospitalità. Si parlò di Torregiani e essi mi dissero di essere stati loro a sparare». Andreatta fa quindi una ricostruzione del delitto e alla fine dice: «Confermo il presente verbale, consapevole della sua gravità». Lo confermerà ancora due volte fino a che, il 12 dicembre, cambierr> completamente versione: «Quanto ho dichiarato su Memeo e Grimaldi lo ritiro perché non e fero». Susanna Marzolla Davanti ai giudici della Corte è rimasto soltanto il superaccusatoie Andreatta: anche lui, però, ha rifiutato di rispondere all' interrogatorio

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