Scatta il nuovo aumento Bastogi Nel «sindacato» entra Terruzzi?

Scatta il nuovo aumento Bastogi Nel «sindacato» entra Terruzzi? Capitale a 263,6 miliardi; Cabassi e De Angelis fanno il bis Scatta il nuovo aumento Bastogi Nel «sindacato» entra Terruzzi? TORINO — Novità grosse, in casa Bastogi, la vecchia finanziaria romana che un tempo veniva definita «tagliacedole», perché si limitava ad incassare i dividendi sui titoli in portafoglio senza dare vita a nuove iniziative, e oggi, più prosaicamente, viene definita «tagliamattoni», dal momento che per finanziare nuove attività ha bisogno di vendere immobili su immobili. Ebbene questa finanziaria da domani darà esecuzione ad una nuova «tranche» dell'aumento di capitale deciso dall'assemblea del 26 settembre 1980. L'operazione è nota: verranno emesse 15,8 milioni di azioni, al valore nominale di mille lire, che porteranno il capitale da 247,8 a 263,6 miliardi. Meno di 20 miliardi di lire. Insomma, che però potrebbero riservare grosse sorprese. La prima, infatti, riguarderà proprio la sottoscrizione; Da quanto infatti è dato sapere dagli ambienti finanziari, alla nuova sottoscrizione non dovrebbe prendere parte l'Italmobiliare (cioè Pesenti) che controlla, con il 20,45% delle azioni, la maggioranza relativa della finanziaria. I nuovi titoli, invece, andrebbero cosi interamente in mano ai nuovi soci entrati in occasione della prima «tranche» dell'aumento di capitale; e cioè i due finanzieri Giuseppe Cabassi e Guido Terrazzi, che recentemente hanno dato la scalata alla Rinascente e all'immobiliarista romano De Angelis. Cabassi dovrebbe sottoscri- vere 2,5 milioni di azioni, portando a dieci il totale delle azioni di cui si dichiara in possesso; Terrazzi dovrebbe prenderne altri cinque milioni, mentre De Angelis si sarebbe già impegnato ad acquistare le restanti 7,5 milioni. Dall'operazione saranno invece esclusi i piccoli azionisti, che non trovano conveniente, in questo momento, sottoscrivere a mille lire un'azione che in Borsa ne vale meno di 800. D'altronde gli stessi azionisti minori avevano già disertato la prima «tranche» (45 miliardi sui 100 decisi di aumento) e preferiscono attendere un risveglio della finanziaria che, dopo il periodo frenetico di gestione di Alberto Grandi, sembra essere passata ora, sotto la guida di Luigi Santa Maria e Camillo d'Amelio, a una gestione molto più riflessiva. Alla luce di questi fatti re¬ -T e n e o , e i a 0 o l e e ¬ sta quindi da stabilire l'esatta composizione della nuova compagine azionaria che, dopo la girandola di acquisti e vendite in Borsa, sembra davvero cambiata in profondità. Una riunione dei principali soci, per formare il nuovo sindacato, è prevista infatti per i prossimi giorni. Ed è proprio in quella sede che si potrà avere un quadro più chiaro. Gli ultimi «segnali» sono di una quindicina di giorni fa, quando gli stessi uomini si sono trovati allo stesso tavolo per rinnovare il patto di sindacato scaduto nel giugno '80. In quella sede. Terrazzi avrebbe fatto sapere di essere in possesso di quasi 30 milioni di titoli e quindi di voler dire la sua nella stesura del nuovo patto. Se cosi è. Terrazzi, di fatto, sarebbe diventato il secondo azionista dopo l'Italmobiliare (che possiede 50 milioni di titoli) scavalcando persino Cabassi che, con l'acquisto del pacchetto Bastogi di Attilio Monti, detiene oggi, attraverso la De Angeli Prua, quasi 22 milioni di azioni; ora sembra disposto a rilevare anche la quota posseduta da Oronzo De Nora, l'industriale della chimica che attraverso la finanziaria Chemintrade detiene il 2,02% della Bastogi e fa parte del sindacato di controllo. Questa operazione, però, è ancora tutta aperta e non è escluso che De Nora, alla fine, cederà la sua quota in cambio di un rafforzamento nella' Pierrel, la società farmaceutica della Bastogi, di cui De Nora è già azionista. Anche i. tentativi di Cabassi di contrattare la quota Sai (6,4% del capitale, solo in parte sindacata) sono andati in fumo, perché alla Sai sono seriamente intenzionati a mantenere le loro posizioni. Se questo è il quadro azionario, ancora abbastanza confuso, quello finanziarieproduttivo della Bastogi è ormai ben disegnato. La situazione è considerata -preoccupante» anche se non più drammatica come due anni' fa. Solo il settore immobiliare chiude in attivo, ma ciò è stato ottenuto con vendite massicce di immobili. Nel settore delle costruzioni le perdite della Cogeco, che nell'80 dovrebbero essere non inferiori ai 7,5 miliardi del '79, finiranno invece per sbilanciare gli utili della Cogef ar, la perla del gruppo, portando in rosso la divisione. „ ™ t. Cesare Roccati

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