«Faida» di Raffadali quindici in carcere

«Faida» di Raffadali quindici in carcere Si tratta di presunti mafiosi «Faida» di Raffadali quindici in carcere AGRIGENTO — Arrestati quindici presunti mafiosi: dodici ad Aragona Caldare, due che erano in domicilio coatto e uno che si trovava già in carcere perché sospettato di omicidio. Secondo i carabinieri, sono implicati nella faida scatenatasi negli ultimi cinque anni a Raffadali. Tredici morti e alcune persone scomparse in circostanze misteriose, sono, fino ad oggi, l'agghiacciante bilancio della lotta fra cosche. I due catturati al domicilio coatto sono Mose Galluzzo. 51 anni, Iseo (Bergamo), e Giovanni Alongi, 44 anni, Formigine (Modena); gli altri bloccati ad Aragona Caldare sono: i fratelli Paolo e Pietro Vaccarelle, 65 e 68 anni; Calogero Caramazza, di 40; Carmelo e Calogero Cannistraro. 67 e 58 anni; Alfonso e Libertino Zammuto, 54 e 27 anni; i fratelli Giuseppe, Salvatore e Carmelo Buscemi di 39,47 e 34 anni; Gennaro Fiorello, 27 anni e Gaetano Cucchiara, di 54. Sono allevatori di bestiame, piccoli costruttori, commercianti, quasi tutti con più o meno «pesanti» precedenti penali. Il colpito da ordine di cattura in carcere è Gerlando Caramazza, 53 anni, che avrebbe ucciso, due anni fa, Gaetano Di Giacomo. La faida di Raffadali cominciò il 24 agosto del 1976, con l'assassinio dell'insegnante elementare Salvatore Tuttolomondo, 38 anni, figlio di un capomafia Stefano Tuttolomondo, ucciso trent'anni or sono. Gli ultimi omicidi risalgono al 27 gennaio (Giuseppe Randisi e Giovanni Pannarisi, massacrati a lupara, in un ufficio di un'impresa di costruzioni nel centro del paese) e a lunedi nove scorso, quando, nell'agguato sul fiume Platani, morirono quattro persone.

Luoghi citati: Agrigento, Aragona, Bergamo, Formigine, Modena, Raffadali