Khomeini: un insulto all'Iran i paragoni col vecchio regime
Khomeini: un insulto all'Iran i paragoni col vecchio regime Rispondendo alle accuse di 38 intellettuali Khomeini: un insulto all'Iran i paragoni col vecchio regime TEHERAN — L'ayatollah Khomeini ha denunciato i paragoni che vengono fatti tra il suo regime e quello del defunto Scià, affermando che i nemici della rivoluzione sostengono che -Satana è stato soppiantato da un altro Satana». In un discorso diffuso ieri da Radio Teheran, Khomeini ha detto che -elementi contrari all'Islam» sono penetrati nelle scuole, nei bazar e in altri luoghi pubblici, spargendo la voce che il suo governo rivoluzionario non è migliore di quello di Reza Palliavi. Nell'allocuzione, pronun- ciata nella moschea Jamaran, l'ayatollah ha dichiarato che -ciò costituisce il maggiore insulto alla nostra nazione... che ha scelto di istituire la Repubblica islamica». Khomeini ha concentrato il suo attacco contro -scrittori» che sono -ignari» del .significato della Repubblica, oppure tramano -complotti». Ha fatto un paragone tra lo Scià e il presidente Bani Sadr, senza fare alcuna allusione a se stesso in quanto leader. Mentre Reza Pahlavi aveva instaurato un sistema di -sfruttamento» e repressione, ha detto Khomeini. -può il presidente essere accusato di simili fatti?». E, ha proseguito, mentre la corruzione della famiglia dello Scià è nota, -ha forse Bani Sadr una sorella o fratelli del genere?». L'ayatollah ha aggiunto che il primo ministro Rajai non può essere paragonato ai primi mini¬ stri dello Scià -che posero il loro popolo davanti alle mitragliatrici». Khomeini ha ammesso che il regime islamico attuale non è conforme al suo ideale. -Ci sono deficienze, non lo nego — ha detto — ma affermare che la Repubblica islamica è soltanto una parola e non una realtà... costituisce un insulto per questa nazione». Poco prima un gruppo di 38 intellettuali iraniani avevano preso posizione contro il regime islamico che. a loro parere, nei due anni di potere ha riportato in Iran la repressione, la tortura e l'ingiustizia. Le accuse sono contenute in una lettera aperta firmata da scrittori, accademici, avvocati e giornalisti. Tra i 38 firmatari vi sono Ahmad Shamloo, uno dei poeti moderni iraniani più conosciuti, e il popolare scrittore Gholam Hossein Sa'edi.
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