Dai sindacati un coro di proteste

Dai sindacati un coro di proteste Dai sindacati un coro di proteste (Segue dalla l'pagina) una riunione alla consulta dei problemi del lavoro, a Botteghe Oscure, non prevista, i segretari comunisti, Lama e Trentin in testa, hanno disertato la segreteria unitaria, a cui ha partecipato il solo Scheda, per riunirsi in segreto e molto probabilmente discutere quale posizione assumere in relazione all'intervento del segretario comunista. .Il problema della democrazia nel sindacato è reale — dice Benvenuto — ma le soluzioni di Berlinguer sono burocratiche, con un brutto significato politico: i comunisti sono di più, sono loro che fanno la linea». Il leader della Uil sostiene invece che le linee sono e debbono essere diverse, e rilancia la proposta di far votare i lavoratori sui temi che li riguardano direttamente. -Non voglio la pariteticità, voglio che sulle scelte del sindacato si voti. E non capisco perché il pei è allergico a questa soluzione». Ma la pariteticità, esiste davvero? Secondo Benvenuto, non più: è stata superata nella Firn, nei consigli di fabbrica, e nello stesso direttivo della Federazione unitaria. La Cgil ha più rappresentanti della Cisl, e Cgil e Cisl ne hanno più della Uil. .Il grande problema che abbiamo, è come si eleggono in maniera democratica i delegati dei lavoratori, in modo che rappresentino tutte le forze reali che ci sono in fabbrica: non solo gli operai, ma anche gli impiegati. Questo è l'unico modo di salvare i consigli di fabbrica». Se Benvenuto è entrato nel merito della proposta, per controbatterla. Camiti, segretario della Cisl, si è limitato nel suo commento a riaffermare il principio dell'autonomia dalle forze politiche: .Non siamo in un regime di democrazia limitata, per il sindacato — ha detto, e ha aggiunto—: l'organizzazione interna del sindacato la deve decidere il sindacato stesso». Quale riflesso potranno avere all'interno della Federazione unitaria le affermazioni di Berlinguer? -E' a Berlinguer che bisogna chiederlo: una pressione esterna sul modo in cui il sindacato deve organizzarsi non può comunque essere accettata mai». La domanda che molti esponenti sindacali si pongono è: quale obiettivo ha Berlinguer, gettando sul tappeto il tema della «pariteticità»? .Non credo che voglia la rottura della Federazione unitaria, ma che invece punti a un recupero del controllo sulla classe operaia senza la mediazione del sindacato»; è l'opinione di Mattina (Uil), che condivide con il segretario della Federazione italiana metalmeccanici (Cisl). Bentivogli, lo stupore che una simile proposta 'Venga fatta da Berlinguer, anziché da Luciano Lama». Dalla diretta interessata, la Cgil. si sono levate le voci di due autorevoli esponenti della componente socialista: Agostino Marianetti e Ottaviano del Turco (Firn), che sottolinea -l'esclusiva competenza» del sindacato a trattare il tema in questione. Marianetti invece, pur giudicando che il problema -avrebbe meritato un approccio più prudente», non rivendica alle organizzazioni dei lavoratori la stessa 'pertinenza esclusiva», ma. al pari del collega dell'Flm, lascia aperte tutte le ipotesi sul «perché» dell'iniziativa. 'E' decisivo sapere se le modifiche ai meccanismi di pariteticità si perseguono per uno spirito di avanzamento, pur nelle difficili condizioni di oggi, del grado di unità e di progressiva unificazione fra le confederazioni; oppure — si chiede Marianetti — se vengono invocate in funzione di codificazione di nuovi rapporti di forza che congelino il patto federativo o, peggio ancora, registrino come dato ineluttabile l'impraticabilità del rilancio delle prospettive unitarie e quindi, sostanzialmente, un ritorno a casa, in cui a ciascuno spetti il suo». Da parte di quasi tutti i leader sindacali si sottolinea come un graduale superamento della pariteticità è all'esame della Federazione, e che passi in avanti ne sono stati fatti; ma si ricorda anche che il «patto federativo» sottoscritto dalle tre confederazioni privilegia il criterio della rappresentatività collettiva, rispetto a quello proporzionale o matematico. In altre parole, come si chiede Benvenuto rilanciando l'idea dei referendum in fabbrica, »perché bisogna contarsi sui numeri, e non sulle idee»? m.t. ROMA — Sono entrati in sciopero i «lettori» di madre lingua dell'università: non hanno ancora avuto alcuna retribuzione per l'anno accademico 1980-81 e contestano la circolare ministeriale del 18 dicembre '80 che reca 'gravissimo danno» alla professionalità e allo studio delle lingue

Luoghi citati: Roma