A Dublino discoteca distrutta dal fuoco la notte di San Valentino: 49 i morti di Mario Ciriello

A Dublino discoteca distrutta dal fuoco la notte di San Valentino: 49 i morti Incendio quasi certamente doloso, escluso il movente politico A Dublino discoteca distrutta dal fuoco la notte di San Valentino: 49 i morti Tutte giovanissime le vittime, un centinaio i feriti - Sospetti su due ragazzi allontanati poco prima dal locale - Si parla anche di una vendetta contro il proprietario - Solidarietà dall'Ulster DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Dublino è in lacrime. La capitale irlandese piange la morte di 49 giovani e giovanissimi tra le fiamme di una discoteca distrutta da un incendio misterioso. Vn attentato politico? Sembra di no: fonti ufficiali lo escludono. Dopo una giornata d'informazioni contrastanti si è però rafforzata l'ipotesi di un atto doloso, di un gesto che, per stupidità o criminalità, avrebbe scatenato una serie di atroci conseguenze. Quella che, all'origine, voleva forse essere soltanto una vendetta circoscritta sarebbe degenerata in un inferno. L'escalation si sarebbe avuta perchè il locale — o quanto pare — aveva arredi e strutture che lo rendevano pericoloso. In pochi minuti, quello che avrebbe dovuto essere un fuoco controllabilissimo si è esteso a varie parti dello Stardust Club: e lo ha divorato, intrappolando quasi tutti i suoi 800 ospiti. Le otto uscite di sicurezza erano aperte: ma tale era il panico che i corpi si sono accumulati sui corpi, nell'ansia di fuggire. Quarantanove morti, ma il bilancio sembra destinato a salire. Ustioni gravissime minacciano la vita degli altri cento feriti. E' dall'ultima guerra, quando aerei tedeschi bombardarono per sbaglio la neutrale Dublino e uccisero una trentina di persone, che la città non subiva una prova tanto dolorosa. Il premier Haughey ha detto: «E- un lutto che resterà per sempre nei nostri cuori». Il silenzio delle autorità è totale. Ammettiamo dunque che siano vere le notizie secondo cui qualcuno avrebbe «acceso un fuoco» lungo un muro. Chi sarebbe il colpevole? Una voce attribuisce la responsabilità a due fanciulli allontanati poco prima dalla sala perchè troppo giovani o perché infastidivano la gente. Un'altra parla di una vendetta contro il proprietario. Molti sono ancora i misteri, gli interrogativi oscuri. Lo Stardust Club — di cui non è rimasto che uno scheletro contorto e nerastro — sorgeva nell'Artane, un rione nordorientale della città. E' una zona prevalentemente operaia, ma ricca di verde, dove casette e giardini mostrano il nuovo benessere irlandese. Era la notte di San Valentino (la festa degli innamorati) e da tutta Dublino centinaia di giovani erano confluiti alla grande discoteca. Per tre sterline a testa, quasi 7 mila lire, potevano «danzare fino all'alba». Ma dopo mezzanotte la baldoria diveniva dramma. Il «piccolo fuoco» è nato nello spazio tra un muro esterno e una tenda, in un'area usata soltanto dal personale. Senza che nessuno le notasse, le fiamme si sono inserite nel vuoto tra il falso soffitto della discoteca e il tetto dell'edificio originale, una vecchia fabbrica di marmellata. L'avanzata in quel vuoto, tra i due strati, è stata rapidissima, le vampe galoppavano sul soffitto di polistirene. Questa sostanza — riferiscono le notizie da Dublino — si è fusa ed è colata sulle file di sedie che, a quanto pare, contenevano tutte imbottiture infiammabili di plastica. Un esperto: «A questo punto, lo Stardust Club era come una bomba incendiaria. Il suo destino era segnato». E, infat- ti, si udiva un'esplosione: la temperatura diveniva subito soffocante, bruciante: tutto cominciava ad ardere. Uno degli artisti sul palcoscenico ha narrato: «Tutto è avvenuto in pochi minuti, in istanti. Fiamme, panico, terrore. Il polistirene fuso cadeva dal soffitto e s'attaccava agli abiti, alla carne, come cera». David Brady, 18 anni, racconta: «I ragazzi cercavano le uscite di sicurezza, ma non le trovavano. Parecchi si sono lanciati, disperati, contro le vetrate». Fra i morti vi sono giovani che si erano salvati, ma che sono tornati nel rogo per salvare un parente o un amico. I soccorsi sono stati immediati, ma la battaglia contro l'incendio è stata lunga, pericolo¬ sa e spesso imna. (Sulla radio della polizia, si udivano le grida di chi invocava aiuto). Un ufficiale dei pompieri ricorda: -E' stata un'esperienza spaventosa. Volevamo salvare quelli nella sala, ma non riuscivamo ad avanzare, non soltanto per il fuoco ma perché eravamo travolti da coloro che fuggivano. Più di una volta, abbiamo dovuto usare la forza. Non c'era altro modo per far breccia». Martedì 17 febbraio, lutto nazionale. Anche il reverendo Ian Paisley. il 'falco- protestante, ha inviato un telegramma da Belfast al premier Haughey: «L'Irlanda del Nord è costernata. Preghiamo per tutte le vittime e le loro famiglie». Mario Ciriello Dublino. Il drammatico salvataggio d'una ragazza ustionata e semi-soffocata (Telefoto Ap)

Persone citate: David Brady, Haughey, Ian Paisley

Luoghi citati: Belfast, Dublino, Irlanda Del Nord, Londra, Ulster