Se arriva anche lo sciopero bianco tutti gli ospedali andranno in tilt di Renato Rizzo

Se arriva anche lo sciopero bianco tutti gli ospedali andranno in tilt Cresce il caos, le strutture sanitarie sull'orlo del tracollo Se arriva anche lo sciopero bianco tutti gli ospedali andranno in tilt I medici si atterranno alle «disposizioni burocratiche», lentezza fino all'esasperazione Allarme tra i degenti, le liste d'attesa si allungheranno - Difficoltà d'uscita per i guariti «Se lo sciopero di questi giorni ha creato problemi, lo "sciopero bianco" sarà una bomba, che rischierà di far crollare sotto il peso del caos e dell'intasamento le strutture ospedaliere*. Il giovane medico accompagna la frase con un eloquente gesto delle mani chiuse a pugno e spinte verso l'alto a mimare una deflagrazione: .Nulla è più deleterio per un ospedale dove la buona volontà di tutti concorre continuamente a "mettere una pezza"alle carenze organizzative, die attenersi in modo pedissequo e rigoroso alle disposizioni burocratiche*. Le «disposizioni burocratiche» sono, infatti, rotelle d'un meccanismo obsoleto: pretendere agilità da queste norme è assurdo come chiedere ad una «500» prestazioni da fuoriserie. Queste, soprattutto, le clausole che incepperanno l'assistenza ospedaliera già provata da questo sciopero. L'accettazione: il malato, prima d'essere ricoverato, dovrà essere interrogato minuziosamente sulla si . «vita sanitaria»; i dati saranno trascrìtti sulla cartella clinica che verrà compilata da un assistente, rimessa all'aiuto primario, discussa con il primario. E solo quest'ultimo potrà decidere se accettare o no il paziente. Altro «nodo», le dimissioni: il malato sarà mandato a casa soltanto se «clinicamente guarito»; il che significa: se non ha neppure il più lieve strascico di malattia curabile dal proprio medico di fiducia o con una qualsiasi terapia. .Tutto questo — continua il medico — vuol dire far passare in ogni ospedale centinaia di persone attraverso la strozzatura di un imbuto: gente che preme per essere ammes- sa, altra che non viene dimessa, operazioni con il contagocce, analisi che richiedono tempi lunghissimi. In altre parole: un terremoto*. Parliamo di questo ipotizzato disastro con i responsabili di alcuni ospedali torinesi. Il dott. Martiny, ispettore sanitario del S. Anna, prima di commentare i risultati del probabile sciopero «bianco», analizza quelli dell'astensione dal lavoro di questi giorni; « Una quarantina di donne attendono d'essere operate perché i loro casi non sono stati considerati "urgenti"*. Gli interventi dovranno slittare ai prossimi giorni? «Si, ma come faremo a riassorbirli se da lunedì non saremo in grado neppure di realizzare le 20-25 operazioni che costituiscono . la normale "routine" quotidiana?*. Analogo il problema dei ricoveri nei reparti di ginecologia. L'anno scorso sono stati 10 mila con una media di circa 40 ogni 24 ore. «Se arriveremo ad un rallentamento con lo scrupoloso ossequio delle norme burocratiche, saranno centinaia le donne in "Usta d'attesa"*. Da domani tutti i 150 medici del S. Anna e della Clinica universitaria riprenderanno il lavoro, ma quello che accadrà nei reparti (560 letti, altri 25 nel «day hospital» e 250 culle) non è prevedibile. Anche al Manriziano si attende con una certa perplessità l'«onda» dello sciopero «bianco». «Sino ad ora —commenta l'ispettore sanitario, dott. Bertinaria — i pazienti hanno dimostrato comprensione per i piccoli disagi nati dalle nostre rivendicazioni sindacali. Da lunedi, vedremo*. La prossima settimana che, pure qui, doveva servire da «camera di compensazione» dei ritardi accumulati in tre giorni di esclusivo lavoro straordinario, rischia di diventare la classica «brace» in cui si cade dalla «padella». Alcune cifre: al Mauriziano la media degli interventi operatori giornaliera è di 25-30, dei quali 5 urgenti. Da mercoledì a ieri ne sono «saltati», quindi, circa 70: i tempi di riassorbimento non si possono calcolare. «£ assai grave — aggiunge il dott. Bertinaria — è la situazione degli ambulatori: in questi giorni erano fermi e le prenotazioni si sono accumulate. Oggi riprenderanno a funzionare, ma è difficile ipotizzare quanto ci vorrà perché ritornino allo "standard" abituale*. Durante l'astensione dal lavoro di questa settimana tutte le dimissioni di pazienti hanno segnato il passo: le previsioni dello sciopero «bianco» parlano di ulteriori difficoltà nel rimandare a casa propria i pazienti guariti. Ciò significa, dott. Bertinaria, che ci saranno persone le quali saranno costrette, anche se praticamente guarite, ad attendere giorni e giorni prima di uscire? Il nostro interlocutore si stringe nelle spalle. Ripete: mVedremo*. E aggiunge: «La legge, però, consente a chiunque di lasciare l'ospedale dopo aver dichiarato che si allontana a suo rischio e pericolo*. Ah, va bene. Se è cosi... Renato Rizzo

Persone citate: Bertinaria, Martiny