Editoria: crisi grave con la riduzione dell'import di carta
Editoria: crisi grave con la riduzione dell'import di carta Comunicato denuncia della Fieg Editoria: crisi grave con la riduzione dell'import di carta ROMA — Nuovi guai per l'editoria. Li denuncia un comunicato della Fieg (Federazione italiana editori giornali) che dice: «Un nuovo giro di vite protezionistico viene praticato sulle importazioni dall'estero della carta per i giornali quotidiani. Mentre nel 1980 era stato accordato dalla Cee all'Italia un quantitativo di 30 mila tonnellate (poco più del 10 per cento del consumo globale italiano) importabili dai Paesi extra-comunitari senza pagamento di dazio, quest'anno inspiegabilmente il quantitativo è stato ridotto, con il consenso del governo italiano, a 18.205 tonnellate. « Ciò mentre gli editori avevano chiesto di disporre di un quantitativo almeno doppio e mentre al livello comunitario il quantitativo globale di carta importabile da tutti i Paesi comunitari in esenzione doganale è di due milioni 650.000 tonnellate: l'Italia può, quindi, importare in esenzione doganale appena lo 0,73 per cento di quanto importano gli altri Paesi comunitari. »Al di là dell'incidenza economica di tale misura, il fatto — sostengono gli editori nel comunicato — è estremamente negativo perché rappresenta un segnale preciso della volontà di mantenere ed aggravare la chiusura del mercato italiano alla carta estera, che ha un prezzo notevolmente inferiore a quella di produzione nazionale. •Il Parlamento ha già approvato un articolo della legge dell'industria che condiziona le future provvidenze agli editori all'acquisto nella Cee di almeno il 70 per cento del loro fabbisogno di carta, lasciando libera l'importazione dai Paesi extra-comunitari del restante 30 per cento. Il governo, restringendo l'esonero doganale ad un quantitativo pari ad appena il 5 per cento del consumo annuo, è quindi avdato addirittura oltre i limiti fissati dal Parlamento, che già erano sembrati a molti eccessivamente restrittivi e per giunta in un momento in cui non esistono aiuti di alcun genere a favore degli editori».
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