Petrolio saudita forse esportata vaiata all'estero

Petrolio saudita forse esportata vaiata all'estero Indagini sulla Cogis Petrolio saudita forse esportata vaiata all'estero DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Con la comunicazione giudiziaria notificata al presidente della Cogis Dino Gentili, la magistratura romana ha cominciato a mettere a fuoco i sospetti di irregolarità sorti intorno all'operazione che ha portato la società commerciale ad acquistare un milione di tonnellate di petrolio dall'Arabia Saudita. Accantonata per il momento l'iniziale ipotesi di un affare nato quasi esclusivamente per consentire ad un partito della maggioranza di intascare un bel gruzzolo di miliardi in violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, il sostituto procuratore della Repubblica Antonio Marini ha indiziato il massimo rappresentante della Cogis dei reati di truffa ai danni dello Stato e di infrazione della legge valutaria. Le due ipotesi d'accusa sono indicative per comprendere i termini di una vicenda alla quale la Procura romana ha cominciato ad interessarsi verso la metà del mese scorso, subito dopo che trapelarono le prime indiscrezioni sul contenuto di una relazione preparata da un dirigente del ministero delle Partecipazioni Statali, Riccardo Nardelli, per il suo direttore generale Mario Schiavone. Il documento, poi consegnato al magistrato, riferiva i dettagli di una riunione del Comitato dei prodotti petroliferi nel corse della quale si era parlato dell'affare Cogis e sollevava dubbi sulla regolarità dell'operazione.

Persone citate: Antonio Marini, Dino Gentili, Mario Schiavone, Riccardo Nardelli

Luoghi citati: Arabia Saudita, Roma