Emigrazione ebraica più facile dall'Urss di Fabio Galvano

Emigrazione ebraica più facile dall'Urss Nessuna spiegazione ufficiale Emigrazione ebraica più facile dall'Urss DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Il flusso degli ebrei che lasciano l'Unione Sovietica si è improvvisamente intensificato. Le autorità hanno riaperto il cordone dei visti, e gli uffici per l'emigrazione lavorano in straordinario per soddisfare a ritmo accelerato almeno una parte delle centomila domande che — secondo fonti della Comunità ebraica — sono attualmente giacenti. Negli uffici doganali della Komsomolskaja Ploshad, dove chi emigra deve ottenere il permesso per portare con sé le masserizie, le lunghe e pazienti code si sono fatte in questi ultimi giorni più folte che in passato. Non esiste, naturalmente, una spiegazione ufficiale. Fonti ebraiche fanno due ipo- tesi sulla decisione di Mosca, che pare riportare il sereno su un orizzonte oscurato dal giro di vite dell'autunno scorso. La prima è che il Cremlino, sempre cosciente dei poteri che la lobby ebraica ha negli Stati Uniti, abbia voluto in qualche modo neutralizzare un sostenitore antisovietico di Reagan, forse nella speranza di avviare un dialogo costruttivo fra le due superpotenze. La seconda è che si vogliano prevenire proteste o manifestazioni dei gruppi ebraici durante l'imminente congresso del pcus. Si calcola — e i pochi dati ufficiali non consentono un panorama completo — che negli ultimi dieci anni circa 200 mila ebrei russi siano riusciti ad emigrare. Dopo una «punta» di 35 mila nel 1973. il numero fu ridotto a 16 mila nel '74, addirittura a 12 mila nel '76, sebbene nel 1975 le autorità sovietiche avessero affermato che .viene esaudito il 98,5 per cento delle domande d'emigrazione» (Novoe Vremja). L'anno scorso pare che siano stati 40 mila. Circa la metà di questi emigranti «scomodi» va in Israele. Molti vanno negli Stati Uniti, dove hanno parenti o amici. Si dice addirittura che le domande d'espatrio siano esaminate con un occhio attento alla destinazione, per evitare che diventi troppo grande la percentuale degli ebrei diretti in Israele. Il Trade Act americano del 1974, con il suo «emendamento Jackson», legava quasi aritmeticamente gli scambi commerciali fra le due superpotenze al numero di ebrei cui Mosca concedeva il visto. Si puntava, allora, a una quota annua di 60 mila espatri. Non si può neppure escludere che il colpo d'acceleratore dato in questi giorni dall'Urss voglia essere la premessa di una ripresa commerciale fra Washington e Mosca. Fabio Galvano

Persone citate: Reagan