Sadat: l'Europa può contribuire alla pace in M.O. (ma non intendo vendere Camp David) di Paolo Patruno
Sadat: l'Europa può contribuire alla pace in M.O. (ma non intendo vendere Camp David) Conferenza stampa del presidente egiziano in partenza da Parigi Sadat: l'Europa può contribuire alla pace in M.O. (ma non intendo vendere Camp David) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Sadat è ripartito ieri da Parigi lanciando agli europei l'invito a fornire garanzie militari e politiche e aiuti economici nel quadro d'una iniziativa di pace in Medio Oriente. La sua proposta, formulata in precedenza a Giscard d'Estaing, è stata poi ripresa nella conferenza stampa che ha suggellato ieri la sua visita «privata» di due giorni a Parigi. Il presidente egiziano ha precisato che l'Europa potrebbe contribuire alla pacificazione in Medio Oriente .offrendo garanzie militari, con 10 stazionamento sotto l'egida dell'Onu di forze nel Sinai dopo il ritiro completo degli israeliani nel 1982». A questo primo contributo potrebbero poi abbinarsi garanzie politiche .perché tutti gli Stati della regione vivano in sicurezza» e «un piano economico regionale per aiutare i paesi colpiti dal lungo conflitto». Ripetendo poi quanto aveva gi& detto martedì a Lussemburgo davanti all'Europarlamento, Sadat ha affermato che l'Europa ha un ruolo preciso nella ricerca di una soluzione globale del conflitto arabo-israeliano. Ma secondo Sadat l'iniziativa comunitaria lanciata nel «vertice» di Venezia e ampliata poi in quello successivo di Lussemburgo «non ha ancora preso forma». 11 presidente egiziano ha quindi ribadito che il primo passo da compiere sarebbe «il riconoscimento reciproco e simultaneo dei palestinesi e degli israeliani» Ma Sadat ha anche specificato di non essere venuto in Europa .per vendere Camp David», che per luì resta il quadro di riferimento obbligato di qualsiasi soluzione, anche se può essere ampliato da nuovi contributi. In altre parole, Sadat ha confermato che l'iniziativa europea non può essere che un complemento di Camp David anche se appare oggi indispensabile «unire gli sforzi» per giungere alla pace. Quindi, pur dicendosi .soddisfatto» dell'incontro con Giscard d'Estaing e lieto dell'iniziativa europea, il leader egiziano ha ribadito, ricordando un messaggio inviato ultimamente a Reagan, che «gli Stati Uniti devono continuare a mantenere un ruolo di primo piano» per la soluzione della crisi medio-orientale. In questa affermazione traspare il limite del margine di manovra che Sadat accorda agli europei. Nella sua conferenza stampa, Sadat si è poi mostrato piuttosto duro con l'Olp affermando che .nessuno può parlare a nome dei palestinesi perché spetta a loro, creando un governo provvisorio, decidere del loro destino» e negando all'organizzazione di Arafat questa rappresentatività. Ha poi ripetuto i suoi attacchi contro l'Urss che «non vuole la pace in Medio Orien¬ te», e contro il presidente siriano Assad, accusato di essere responsabile del dramma libanese. Infine il presidente egiziano ha rassicurato i francesi affermando che, a proposito del Ciad e dell'espansionismo libico da contrastare in Africa, le sue idee sono .identiche» a quelle di Giscard d'Estaing. Questa concordanza a proposito dell'Africa mette parzialmente in secondo piano le ambiguità che questa visita non ha invece completamente dissipato sul processo di pace in Medio Oriente. Sadat avverte il rischio di rimanere isolato fra l'intransigenza di Begin e la durezza di Reagan e ha cercato comprensione e appoggi in Europa. Paolo Patruno
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