Contingente Usa in Oman prepara manovre nei Golfo di Ennio Caretto
Contingente Usa in Oman prepara manovre nei Golfo Installerà un centro di comunicazioni Contingente Usa in Oman prepara manovre nei Golfo Il governo Reagan progetta forniture militari alla Giordania per oltre 100 milioni di dollari - Protesta dell'Urss DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE WASHINGTON — Un contingente militare americano di trecento uomini è in partema per l'Oman, sul Golfo Persico: vi installerà un «centro di comunicazione» che rimarrà attivo per un mese. Il contingente verrà poi ritirato. Il portavoce del Pentagono, Curry, ha dichiarato che non comprende «truppe addestrate al combattimento». Lo scopo dell'installazione degli impianti è duplice: consentire a breve scadenza manovre della cosiddetta «forza di pronto intervento» R.D.F. e fornirle strutture permanenti di difesa del Golfo. Il quartier generale della forza di pronto intervento potrebbe essere installato nei prossimi mesi in Europa. L'Unione Sovietica e lo Yemen hanno protestato, denunciando «le mire aggressive degli Stati Uniti nella regione», ma il Dipartimento di Stato ha dichiarato che lo scopo delle manovre sarà «esclusivamente difensivo». Le manovre nel Golfo seguono quelle di dicembre in Egitto, quando una forza di 1500 uomini simulò combattimenti nel deserto. Oltre che all'Egitto e all'Oman, gli Stati Uniti stanno cercando di ottenere l'accesso ad altri Paesi nella zona del Golfo. Hanno già un accordo per basi in Kenya e in Somalia. L'accordo sul «centro di comunicazione» è stato raggiunto con l'Oman l'altro ieri, in occasione della visita del suo ministro degli Esteri a Washington. E' considerato il preludio di una presenza militare americana non solo nel Golfo Persico ma anche in Medio Oriente. Non se ne conoscono ancora t termini: si parla di basi vere e proprie in Paesi come Israele, che avevano già fatto questa offerta al presidente Carter, alcuni mesi fa. Non si esclude che la presenza militare americana venga accompagnata da una richiesta ai Paesi europei, su base bilaterale o anche nell'ambito della Nato, per appoggi logistici. La forza di pronto intervento, nata originariamente con un'area di azione indeterminata, quasi mondiale, viene ora limitata al Golfo Persico e al Medio Oriente. Il generale dei marines Barrow, che la comanda per il momento, è contrario alla installazione del suo quartier generale in Europa, e preferirebbe che fosse assegnato al comando del Pacifico a Honolulu. Il motivo è che, per le sue operazioni, la forza di pronto intervento do¬ vrebbe poggiare innanzitutto sulla flotta del Pacifico e dell'Oceano Indiano. «I trasporti, i supporti logistici, tutto indica» ha affermato Barrow, «che è questa presenza navale a determinare l'efficienza delle nostre unita». Nell'ambito del rafforzamento delle proprie posizioni in queste aree calde del mondo, il governo Reagan ha annunciato che ha in progetto altre forniture militari alla Giordania. In particolare, consegnerebbe ad Amman 24 elicotteri .Cobra» dotati di missili anti-carro, per oltre cento milioni di dollari. I comandi militari giordani e americani lavorano tradizionalmente in buona armonia, nonostante i problemi causati dai palestinesi e dagli israeliani. In seguito, Amman riceverebbe anche mezzi motocorazzati, per contenere la superiorità degli equipaggiamenti siriani, di provenienza sovietica. Ennio Caretto
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