Perché protestano valdesi e metodisti
Perché protestano valdesi e metodisti religioni e società' Perché protestano valdesi e metodisti I trentaseimila valdesi e i semita metodisti italiani cominciano oggi la settimana di mobilitazione straordinaria (fino al 22 febbraio) per protestare contro i ritardi del governo nell'esecuzione dell'Intesa fra le loro Chiese unite e lo Stato. Questa intesa, che è esemplare nei rapporti fra le due distinte sfere, venne siglata il 4 febbraio 1978 dai delegati valdo-metoUisti (professori Giorgio Peyrot, presidente, Giorgio Spini e Sergio Bianconi) e dai delegati governativi (sen. Guido Gonella, presidente, professori A.C. Jemolo e Roberto Ago). Mentre la revisione del Concordato fra Stato e Chiesa cattolica si trascina da anni, l'Intesa fu raggiunta in appena tredici sedute delle due delegazioni che si incontrarono la prima volta l'I 1 giugno 1977. Tanta rapidità dipese, in gran parte, dalla volontà delle Chiese valdo-metodiste di rinunciare in partenza a qualsiasi privilegio finanziario o di tutela giuridica: è la caratteristica alla quale si ispira l'Intesa e che costituisce la radicale differenza tra essa e il Concordato. L'Intesa è composta di venti articoli e riafferma, come premessa, la decadenza nei confronti delle due Chiese della legislazione sui culti ammessi, varata nel '29-30 dal regime fascista e rimasta in vigore malgrado contrastasse con la Costituzione repubblicana. L'altro cardine dell'Intesa è la reciproca autonomia dello Stato e della Chiesa: «Lo Tavola valdese, dice il comma 3 dell'art. 2, dichiara che né essa, né alcuno degli organi od istituti delle Chiese che essa rappresenta, faranno ricorso, per l'esecuzione di provvedimenti da essi presi in materia disciplinare o spirituale, agli organi dello Stato». Per esempio, una sanzione ecclesiastica nei confronti di un docente valdo-metodista non verrebbe mai eseguita ricorrendo ad organi statali, come è accaduto in forza del Concordato: basti ricordare le espulsioni di insegnanti di religione dalle scuole statali perché i loro vescovi hanno ritirato o non rinnovato il «nulla osta» necessario per conservare l'incarico di docente pagato dallo Stato. La Tavola valdese, per sottolineare la propria autonomia e indipendenza ne! campo religioso, ha voluto che lo Stato cancellasse la voce di bilancio relativa al risarcimento di danni subiti dai val¬ desi prima del - regio biglietto 29 aprile 1843, ora corrisposto nella misura di lire 7754,75 annue*. Altra rinuncia, voluta dai valdo-metodisti, è la tutela penale della fede religiosa da parte dello Stato, come in* vece avviene per la religione cattolica. Ma le rinunce si estendono al settore più concreto proprio per ribadire una concezione autonoma del potere spirituale: il campo dei contributi finanziari dello Stato. ai militari (art. 5), negli istituti di cura e di riposo (art. 6), negli ospedali evangelici (art. 7). negli istituti penitenziari (art. 8) e l'istruzione religiosa nelle scuole, qualora venga richiesta, «sono a carico degli organi ecclesiastici competenti». Altrettanto si ripete, come ritornello, per gli enti ecclesiastici con fini di culto, istruzione e beneficienza, per le facoltà di teologia, per le scuole gestite dai valdo-metodisti. Nella revisione del Concordato con la Chiesa cattolica, uno dei punti di maggior difficoltà riguarda proprio il mantenimento dei contributi statali alle scuole confessio nali. agli enf ecclesiastici e le garanzie finanziarie per l'insegnamento religioso nelle scuole pubblichi;. Il prof. Giorgio Peyrot dice: -Questa nostra presa di distanza da qualsiasi intervento finanziario o di tutela giuridica dello Stato vuole essere una assunzione di responsabilità da parte delle Chiese e dei loro fedeli. Non significa affatto distacco dalla società civile; anzi, è l'inserimento delle Chiese nella società con principii ben precisi. Noi riteniamo che i mezzi finanziari raccolti dallo Stato devono essere impiegati nei fini istituzionali dello Stato. Poiché fra questi fini non c'è l'annuncio della Salvezza, non spetta allo Stato il relativo finanziamento. Esso spetta alla Chiesa che ha, appunto, il fine di predicare il Vangelo». Naturalmente una simile chiarificazione in materia finanziaria comporta la conseguenza che la Chies.. non deve interferire nei poteri dello Stato, ma neanche lo Stato deve interferire nei poteri della Chiesa: libertà di ministero e indipendenza delle istituzioni ecclesiastiche. Nella settimana di mobilitazione straordinaria i valdometodisti difenderanno questi principìi che sono a fondamento dell'Intesa e. forse per questo motivo, provocano i ritardi nell'applicazione prima che sia conclusa e ratificata la revisione del Concordato. Lamberto Fumo
Persone citate: Chies, Giorgio Peyrot, Giorgio Spini, Guido Gonella, Lamberto Fumo, Roberto Ago, Sergio Bianconi
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