Compromesso assistenziale di Mario Pirani

Compromesso assistenziale Compromesso assistenziale TORINO — «I lavoratori non pensano ciò che il sindacato desidera o crede che pensino, ma pensano e si esprimono in base alle situazioni che vivono sulla propria pelle. L'ultimo accordo raggiunto alla Fiat è stato recepito dalle masse dei lavoratori come una sconfitta, che invece non c'è stata, proprio perché lo slogan "O molla la Fiat o la Fiat molla" era velleitario e demagogico. Questo è stato l'errore più grosso, l'aver coperto ia verità con gli slogan». Questa affermazione che porta la firma degli operai della officina 84 delle fucine di Mirafiori, è stata pubblicata dall' Unità, proprio nei giorni scorsi, in vista della assemblea che si è aperta ieri a Torino. Sarebbe, però, ingeneroso e ingiusto seguire il pei nella sua tattica di mettere sotto accusa il sindacato, come se il fenomeno del distacco dalla realtà operaia non riguardasse anche il partito che, durante la vertenza dei licenziamenti, contri- bui, anzi, in modo decisivo a spingere il movimento sindacale su posizioni estremistiche e perdenti. Eppure era stato proprio il pei a rendersi conto, attraverso il referendum promosso in occasione della prima assemblea, esattamente un anno fa, che ben il 73,8% dei lavoratori Fiat sosteneva il principio della collaborazione con gli imprenditori. Ma questo dato che forniva una chiave interpretativa chiaramente riformista della realtà operaia alla Fiat, venne all'appuntamento della crisi d'ottobre, quasi psicologicamente, rimosso dallo stesso partito che lo aveva «scoperto». Oggi, però, quel dato comincia a permeare, invece, la strategia del gruppo dirigente comunista e lo prova la relazione pronunciata ieri da Renzo Gianotti, che, dopo aver più volte difeso la necessità di un recupero della produttività per fronteggiare la crisi dell'auto. conclude come ogni buon riformista socialdemocratico che si rispetti con l'appello a «gareggiare con i capitalisti per potenziare e trasformare gli apparati della produzione, per lo sviluppo della società contemporanea». Il fatto è che dalla lotta oltranzista di ottobre e dalla marcia dei 40.000 per le vie di Torino, molte cose sono cambiate a Mirafiori e nelle altre fabbriche del gruppo e se la paura di perdere il posto è stata la molla che ha scatenato un processo di recupero della produttività, altri fattori hanno poi cominciato ad operare determinando un cambiamento del clima sociale all'interno dell'universo Fiat. Se capi e dirigenti hanno ritrovato spirito di iniziativa e volontà di agire, in larghe aliquote operaie è riemerso quell'atteggiamento positivo verso il Mario Pirani (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: Renzo Gianotti

Luoghi citati: Torino