Il pericolo è la fretta

Il pericolo è la fretta Il pericolo è la fretta Il disegno di legge per le zone colpite dal terremoto, approvato dal Consiglio dei ministri, diventerà operante quando il Parlamento lo trasformerà in legge-quadro. E' per ora un progetto che ha due fini dichiarati: accelerare al massimo la ricostruzione, promuovere la rinascita socio-economica. Un'opera grandiosa, affidata attraverso un complesso meccanismo di 46 articoli al Cipe (dovrà adottare entro due mesi la direttiva programmatica di insieme), alle Regioni, ai Comuni, con finanziamenti distribuiti da un unico fondo nazionale. La fase transitoria, quella definibile «dei prefabbricati leggeri» per i senzatetto che non dovranno passare un altro inverno nelle roulottes o sotto le tende, resta nelle mani del commissario straordinario Zamberletti. Vediamo rapidamente le dimensioni della ricostruzione. I Comuni definiti «distrutti» (dal 95 per cento di Conza all'80 per cento di Lioni) sono diciotto, con 46 mila abitanti; quelli gravemente danneggiati sedici con 58 mila abitanti; quelli lievemente danneggiati 37 con 134 mila abitanti. Dal conto sono escluse le grandi aree urbane che hanno problemi particolari, come Napoli; però avranno uguale diritto a contributi e incentivi. La sola sostituzione degli edifici che non possono essere riparati richiederà probabilmente 600-700 miliardi di lire nelle aree interne più colpite; potrà essere compiuta rapidamente se il ministero dei Lavori Pubblici definirà subito gli standard antisismici per le nuove costruzioni e per il consolidamento di quelle recuperabili, componendo al meglio le divergenze tra scienziati (non sempreircemento armato definito antisismico resiste a determinate torsioni). Nello stesso tempo dovranno essere moltiplicati e potenziati i gemellaggi con Regioni e Comuni con provata efficienza e diverso colore politico (vedi le prove positive di Brescia come di Bologna) per consentire alle due Regioni e ai Comuni di osservare i tempi strettissimi imposti dalla legge. Tempi cosi ridotti da apparire poco realistici. E' credibile che i Comuni distrutti riescano a darsi il piano di ricostruzione entro 90 giorni? Che le Regioni riescano a esaminarli e approvarli entro 30 giorni, a controllarne l'applicazione, a evitare abusi favoriti dalle procedure molto sbrigative'' Qualcuno deve aiutare i Comuni distrutti nella scelta angosciosa tra la ricostruzione sul posto e lo spostamento su altre aree per motivi «geologici, tecnici, sociali» vagamente indicati dalla legge. Le forze culturali dovranno mobilitarsi per suggerire indirizzi ai progettisti, prevedibilmente divisi tra il rispetto della memoria del passato e le architetture «moderne». Esigenza fondamentale rimane quella di indagini preventive sui suoli, in grande parte instabili o dissestati. Non meno impellente l'esigenza di analisi approfondite per il risanamento del territorio (rimboschimento) e sulle potenzialità di un'agricoltura tutt'altro che condannata, di una società tutt'altro che avviata all'estinzione (si veda lo studio della scuola di Portici). Molli luoghi comuni devono essere demoliti. C'è il rìschio di dissipare fiumi di denaro pubblico, non soltanto quello, da tutti temuto, di aprire la strada a nuove speculazioni all'insegna della rapidità. Mario Fazio

Persone citate: Conza, Mario Fazio, Zamberletti

Luoghi citati: Bologna, Brescia, Lioni, Napoli, Portici