«Miracolo postale» col timbro Ancona di Ermete Grifoni

«Miracolo postale» col timbro Ancona Tecnologie all' avanguardia «Miracolo postale» col timbro Ancona Il compartimento serve Marche ed Umbria - Elaborazione dati elettronica per corrispondenza, accrediti, telegrammi ANCONA — La situazione delle poste nel compartimento di Ancona, che oltre alle Marche comprende anche l'Umbria, è stata affrontata in una conferenza informativa in cui l'amministrazione postale, che è oggi in Italia, con i trasporti e la sanità, tra le più soggette a critiche per ritardi e disfunzioni, ha inteso fare il punto sullo stato del servizio nelle due regioni. Ne è venuto fuori un dibattito a volte piuttosto acceso, da cui è scaturita una serie di osservazioni abbastanza interessanti sulle ragioni di molte lentezze, in rapporto anche alla situazione in cui le poste si trovano ad operare. n confronto è avvenuto nelle Marche, anche perché proprio in questa regione le poste cominciarono qualche anno addietro l primi processi di automazione, sia nel movimento della corrispondenza sia nei servizi di bancoposta: il secondo impianto di meccanizzazione primaria, realizzato in Italia dalle poste, entrò in attività nel 1977, in un modernissimo palazzo della posta-ferrovia di Ancona, governato da un cervello elettronico che oggi «lavora» in media circa 300 mila pezzi al giorno, provenienti anche dalle province di Ancona, Pesaro, Macerata, Ascoli Piceno, Terni, Perugia. Altrettanto all'avanguardia furono considerati il centro di elaborazione dati e il centro servizi di bancoposta ad esso collegato per il settore dei conti correnti postali. Quando entrarono in attività i nuovi apparati, gli utenti marchigiani non se ne accorsero, qualcuno parlò di «cattedrali nel deserto: Oggi, portando tutta una serie di dati statistici, le poste (la conferenza è stata tenuta dal direttore compartimentale, ing. Bevere e da tutti i direttori provinciali) affermano che il servizio sta invece riprendendo quota, con una significativa inversione di tendenza per quanto riguarda il volume del traffico di ogni tipo (corrispondenza, pacchi, conti correnti ecc.). Anche il traffico telegrafico, costantemente in discesa negli ultimi anni, ha ac¬ cennato a un lieve incremento dal'79! Per potenziare i servizi telegrafici nelle Marche è stato comunque previsto un nuovo impianto-pilota: una centrale elettronica telex che consentirà di attivare immediatamente tremila nuove utenze con l'installazione di seimilatrecento linee da portare poi a 17.300. Una buona notizia, per gli anconitani. Basti pensare che ci sono oggi in Ancona 400 richieste di allacci telex inevase, e che i servizi telegrafici dal tempi del terremoto del 1972, sono ancora alloggiati in una sede provvisoria. Ma allora, se cosi stanno le cose, perché anche in una regione-modello come le Marche si verificano spesso disfunzioni e ritardi postali? Da quanto si è appreso la burocrazia pesa ancora molto nella gestione di un servizio che dovrebbe fruire non soltanto di mezzi moderni, ma anche di una managerialità di tipo industriale. I cervelli elettronici, cioè, sono soltanto una delle componenti con cui cammina il mondo di oggi; l'altra è l'imprenditorialità che mal si concilia con il verticismo di pratiche e controlli tipici della macchina statale. Un altro singolare aspetto venuto fuori dalla conferenza, è la situazione del personale. In provincia di Ancona, per esempio, dove l'assenteismo è limitato a livelli accettabili, non superiori all'otto per cento, esiste un macroscopico fenomeno di pendolari: su 1500 postelegrafonici, circa 600 risiedono nelle regioni vicine, particolarmente in Abruzzo. Tutto ciò comporta assenze, difficoltà nell'organizzare turni di lavoro, ricorso al lavoro precario, che in un anno è costato più di 2 miliardi e mezzo all'intero compartimento. Ma questo del pendolarismo è un discorso che—dicono i sindacati — non può essere affrontato con argomenti semplicistici.' Spesso è un pendolarismo forzato per la mancanza, sul luogo di lavoro, di alloggi accessibili alle tasche di un portalettere. Ermete Grifoni