L'industria inglese è invecchiata all'ombra del Commonwealth

L'industria inglese è invecchiata all'ombra del Commonwealth Pochi investimenti, esportazioni in calo, disoccupazione al 10% L'industria inglese è invecchiata all'ombra del Commonwealth DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LONDRA — La Gran Bretagna ha il petrolio e l'autosufficienza energetica, ma anche problemi economici enormi. La disoccupazione è giunta al 10%. una soglia psicologica che ha fatto scattare allarmi di ogni genere. I sindacati dicono che la -signora di /erro» sta portando il Paese verso la bancarotta il presidente del Consiglio dei consumatori ha detto che in base a studi prospettici i senza-lavoro saliranno a cinque milioni di unita entro la fine degli Anni Novanta. La Thatcher ha accusato il segretario generale del Tue (le confederazioni sindacali), Len Murray, di appellarsi a «t'ertili travestite* allorquando egli dichiara che il governo «usa» l'alto tasso di disoccupazione per tener bassi gli stipendi. Gli industriali fanno sapere che la disoccupazione tocca ogni settore dell'economia nazionale, e parlano di «depressione»: l'84% delle aziende interrogate (1800) producono attualmente al di sotto della capacita e l'82% di esse hanno ordini per meno di quattro mesi. La Conf industria inglese (che rappresenta più di 100 mila ditte) ha chiesto al governo di valutare la necessita di un abbassamento del cambio della sterlina. Un rendiconto generale sarà fatto in marzo, quando il Cancelliere dello Scacchiere, Howe, presenterà il bilancio. La Conf industria ha chiesto al ministro di ridurre le imposte sulle società di 1,3 miliardi di sterline senza aumentare quelle sulle persone fisiche. Secondo David Lomax, economista della Westminster Bank, la domanda di prestiti da parte delle imprese manterrà alta la crescita monetarla nei prossimi mesi. Ciò, a parte i pericoli inflazionistici, potrebbe rinviare il calo del tasso degli interessi. La Thatcher tira dritto. I problemi occupazionali, dice, si risolvono com¬ battendo l'inflazione. Usare espedienti, ora, significherebbe avere più disoccupati domani ed essere costretti a battere moneta e ad aumentare l'inflazione, che invece oggi sta scendendo. Il laburista Dubs ha recentemente attaccato la manovra monetarista della Thatcher ricordando che negli Anni Trenta due elementi coesistettero: bassa inflazione e alta disoccupazione. Il premier liberale, Steel, ha chiesto al primo ministro se siano veri i calcoli in base ai quali negli ultimi due anni la media della tassazione individuale è aumentata del 10%. La Thatcher ha replicato che le cifre in questione tengono conto del peso fiscale sulle società petrolifere. Ed ha aggiunto: «Se tenessimo in conto le proposte liberale e laburista di allargare la spesa pubblica, il peso delle tasse sarebbe di gran lunga maggiore: Il «punct um dolens» dell'industria è in questi dati: nel '53 la Gran Bretagna assicurava il 23% delle esportazioni mondiali di beni industriali e la Germania il 15%; vent'anni dopo la quota tedesca è salita al 23% mentre quella inglese è scesa all'8%. E' opinione abbastanza diffusa che gli imprenditori inglesi siano stati per lunghi anni «anestetizzati» dai vantaggi del Commonwealth ed abbiano reagito troppo tardi alla concorrenza. Dal '60 al '72 gli investimenti produttivi sono stati in media pari al 3,8% del pnl, mentre in Francia sono stati del 7% e in Giappone dell'8,4. I conservatori hanno deciso una svolta a 180 gradi: vogliono riprivatizzare molte società e creare l'.ambiente» economico adatto alla loro ripresa. Gli industriali sono consapevoli che un'opportunità del genere difficilmente si ripresenterà: se falliamo adesso, dicono, non saremo mai più credibili. Ridare vigore all'industria perché cammini con le proprie gambe e senza steccati protettivi come il Commonwealth è un obiettivo difficile e, certo, come dice la Thatcher, non raggiungibile dall'oggi al domani. Difficile anche perché molti impianti industriali sono obiettivamente vecchi rispetto alla media europea. Comincia a circolare a Londra una battuta molto amara: «Se Hitler avesse sganciato qualche bomba in più sulle nostre industrie, forse oggi sarebbero più nuove, almeno come quelle tedesche». E' solo una battuta, che però riassume, sia pure grossolanamente, una consapevolezza nuova di fronte a problemi enormi. I Pier Mario Fasanotti

Persone citate: David Lomax, Hitler, Howe, Pier Mario Fasanotti, Thatcher

Luoghi citati: Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Londra