Gromyko durissimo con Haig (ma gli propone un incontro) di Ennio Caretto

Gromyko durissimo con Haig (ma gli propone un incontro) Attacchi su Polonia, Iran e Afghanistan Gromyko durissimo con Haig (ma gli propone un incontro) La lettera resa nota dall'ambasciata sovietica a Washington, con un'iniziativa senza precedenti - Nessun commento in Usa DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE WASHINGTON — Con una iniziativa senza precedenti, l'ambasciata sovietica a Washington ieri ha reso pubblico il testo di una lettera inviata dal ministro degli Esteri Gromyko al segretario di Stato Haig. La lettera, datata 28 gennaio, risponde a una protesta americana di quattro giorni prima sull'Iran, la Polonia e l'Afghanistan. Nella lettera Gromyko propone un incontro ad Haig e rivolge agli Stati Uniti accuse di sovversione nei tre Paesi in crisi, in particolare la Polonia. Il Dipartimento di Stato, dichiarando che non farà commenti sulla lettera, ha insistito che la protesta era «un richiamo al rispetto del codice di comportamento corretto stabilito da Nixon e da Breznev a Mosca nel 72». L'incontro Gromyko-Haig è sicuramente impossibile per il momento, ma è chiaro che sia Mosca sia Washington sono consapevoli dei rischi che la strategia del confronto comporta. 'A un vertice, si dice a Washington, il governo Reagan parteciperà quando avrà definito la propria politica estera e si sarà consultato con gli alleari""-c~.'... La lettera di Gromyko comincia con apprezzamento deW'augurio espresso dal segretario di Stato americano per lo sviluppo delle relazioni fra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica». Subito dopo, però, sferra alcuni attacchi a proposito dell'Iran, della Polonia e dell'Afghanistan. Haig aveva accusato l'Urss di propaganda anti-americana nella crisi iraniana: in particolare aveva rinfacciato al Cremlino di attribuire alla superpotenza piani di invasione di quel Paese. Gromyko, nella risposta, ricorda che «subito dopo la cattura dell'ambasciata americana a Teheran l'Unione Sovietica, in termini chiari e non ambigui, si pronunciò contro l'episodio, a favore della stretta osservanza della Convenzione di Vienna sulla immunità diplomatica». Ma, continua il ministro degli Esteri sovietico, «/a richiesta russa di un immediato rilascio degli ostaggi... è passata sotto silenzio negli Stati Uniti... e nessuno di noi ha mai ricevuto una parola di ringraziamento». La critica di Gromyko sulla Polonia è più particolareggiata e grave. Il ministro degli Esteri sovietico, confutando l'accusa di Haig di mettere in pericolo l'indipendenza del Paese, scrive: «Se si deve parlare di tentativi esterni di influenzare la situazione polacca, è necessario mettere in rilievo che essi sono opera esclusivamente degli Stati Uniti e di altre potenze occidentali». Non solo: la Voce dell'America e altre emittenti alleate fanno propaganda contro il comunismo e .cercano di generare sentimenti anti-sovietici nella popolazione polacca»; altri fatti .indicano che le interferenze delle potenze occidentali negli affari interni della Polonia non sono limitate alle trasmissioni radio». Anche sull'Afghanistan l'atteggiamento del ministro sovietico è molto duro. Egli riassume così la situazione: •E' necessario che finiscano le incursioni armate dall'esterno nel territorio della Repubblica democratica dell'Afghanistan, e che serie garanzie siano date. Qualora si raggiungesse un accordo in questo senso, cadrebbero le ragioni che hanno indotto l'Unione Sovietica a introdurre nell'Afghanistan un contingente limitato di proprie truppe su richiesta del governo di Kabul e concordemente alle leggi internazionali». In altre parole, Gromyko rimprovera agli Stati Uniti di fomentare la guerriglia afghana e favorire le forniture di armi che passano attraverso il Pakistan. Nella lettera, si rievoca la proposta fatta nel maggio scorso da Breznev di -lavorare a un accordo appropriato tra l'Afghanistan e il Pakistan e tra l'Afghanistan e l'Iran», e si attribuisce al governo americano la responsabilità di averla fatta fallire. Il ministro degli Esteri sovietico conclude: «Ancora una volta vorrei confermare la nostra disponibilità a scambiare opinioni su un'ampia gamma di problemi. Spero che nel corso di questi scambi di idee verrà concesso spazio appropriato alle questioni alla cui soluzione dipendono innanzitutto le prospettive di sviluppo sia dei rapporti bilaterali Usa-Urss sia della situazione internazionale». Ennio Caretto