Pci difenderà la legge sull'aborto e vuole mantenere il porto d'armi di Ezio Mauro

Pci difenderà la legge sull'aborto e vuole mantenere il porto d'armi Le decisioni del Comitato centrale sui referendum di primavera Pci difenderà la legge sull'aborto e vuole mantenere il porto d'armi Rifiuterà anche di appoggiare l'iniziativa radicale contro le norme Cossiga sull'ordine pubblico - Sì all'abolizione dell'ergastolo - Giudizio per ora sospeso sui tribunali militari ROMA — Con un doppio no alle richieste di abrogazione della legge sull'aborto (che è anche una netta difesa delle norme esistenti), il rifiuto di appoggiare l'iniziativa radicale contro il porto d'armi e la legge Cossiga sull'ordine pubblico, il si all'abolizione dell'ergastolo, e un giudizio ancora sospeso sul problema dei tribunali militari, il Comitato centrale del pei ha dato il via, ieri mattina, alla marcia elettorale comunista verso il voto per i referendum Non si è trattato di decisioni contrastate, e Io dimostra il fatto che alle tre del pomeriggio era già pronto il documento conclusivo, mentre Berlinguer si preparava a partire per Torino, dove il pel ha in programma l'assemblea nazionale sulla Fiat. Il segretario comunista non ha parlato, ieri. La linea decisa dalla direzione del partito davanti alla raffica di referendum è stata esposta da Alessandro Natta: no alla strategia politica dei radicali, che abusando dell'istituto del referendum lo caricano di significati destabilizzanti, si a una revisione generale della normativa referendaria, rifiuto di crociate e strumentalizzazioni del voto di primavera, e soprattutto rifiuto di ogni ipotesi di scioglimento delle Camere. Su tutto questo, il Comitato centrale si è detto d'accordo quasi senza discussione: piuttosto, il dibattito è servito a mettere in luce la preoccupazione, in larghi settori del partito, di riprendere un contatto con le altre forze di sinistra e in particolare con i socialisti, e la convinzione che la campagna elettorale per i referendum possa servire anche a questo scopo, come occasione per ricucire un dialogo a sinistra. Il pei, ha ammesso Natta alla fine delle 28 cartelle della sua relazione, avrebbe fatto volentieri a meno di questo confronto elettorale sui referendum, •perché altri sono i problemi veramente urgenti*.' Ma da questa vicenda e dal pronunciamento della Corte Costituzionale, secondo i comunisti, bisogna trarre la «lezione» di una riforma della regolamentazione del referendum. Natta ha anche avanzato alcune proposte concrete di revisione della legge. Oggi, però, i partiti devono pronunciarsi sulla scadenza elettorale, e sulle sei richieste di abrogazione. Natta si è detto scettico sulla praticabilità di soluzioni d'emergenza legislative (capaci di evitare il referendum) per l'aborto, per le norme antiterrorismo, e per quelle sul porto d'armi, mentre non ha escluso la possibili¬ tà di riuscita per un tentativo che riguardi il problema dei tribunali militari e dell'ergastolo. Ma il nodo dei sei referendum, per il pei, è nel voto per l'aborto. Qui Natta ha ribadito il doppio no (sia alla richiesta di abrogazione dei radicali, sia a quella del movimento per la vita) già deciso dalla direzione, e ha difeso apertamente la legge, •risultato di una lunga e tenace battaglia, che deve essere Sostenuto senza incertezze e pienamente*, anche se il pei non pensa al referendum come «ad una contesa tra due campi predeterminati e chiusi per ragioni ideologiche e politiche*. Per 11 pei, considerata •perdente* la tesi radicale, «il rischio viene dall'altro referendum*, ed è necessario, «per vincere*, un forte impegno nella campagna elettorale. Non esistono invece, secon- do Natta, ragioni plausibili per abolire il porto d'armi («La criminalità non si arma, chiedendo autorizzazioni alle Questure*) o le norme Cossiga antiterrorismo, che hanno agevolato fenomeni di crisi nelle organizzazioni eversive. Per i tribunali militari. Natta ha chiesto un approfondimento della discussione nei comitati federali, negando il ricorso per il pei alla libertà di coscienza. Infine, il pel dice si alla proposta di abolizione dell'ergastolo, mentre spiega che «non si può lasciar confondere l'impegno della fermezza nella lotta al terrorismo con l'imbarbarimento della repressione*, prendendo posizione contro la campagna per la pena di morte. Proprio sull'ergastolo è nato l'unico dibattito di rilievo in Comitato centrale: nessun intervento di opposizione alla proposta di Natta, ma molta insistenza sulle difficoltà di una battaglia «che quasi sicuramente sarà perduta*, come ha detto il segretario del pei torinese, Gianotti. D'accordo con Natta il vicepresidente del gruppo comunista alla Camera, Ugo Spagnoli, che ha sostenuto la necessità, per quanto riguarda il referendum sui tribunali militari, «di una scelta concorde con il psi* : e infatti sono allo studio incontri con i socialisti per definire una linea comune. Nel documento finale, si sono registrate cinque astensioni sul no all'abrogazione delle norme antiterrorismo. Definito lo schieramento dei partiti per i referendum, resta aperto il problema delle date. Natta ha chiesto, per evitare confusioni nelle scelte, che il voto per i referendum non coincida con le elezioni amministrative di primavera. Ezio Mauro

Luoghi citati: Roma, Torino