La Spezia: rada per navi in «cassa integrazione» di Bruno Marchiaro

La Spezia: rada per navi in «cassa integrazione» Sono una quindicina, non hanno lavoro La Spezia: rada per navi in «cassa integrazione» Sono il simbolo della crisi che sta attraversando la flotta privata - Alcuni di questi scafi finiranno nei cantieri di demolizione LA SPEZIA — Spiccano bianche sul mare contro la collina verde-nera, si vedono a distanza e sembrano grandi pesci morti con la pancia in aria: sono le navi costrette al pensionamento anticipato nella rada del Fezzano, piccolo Comune sulla costa occidentale del Golfo, lungo la strada che da La Spezia va a Portovenere. Una quindicina, in certi periodi anche di più: passeggeri, traghetti, lunghe e snelle petroliere, malinconiche come creature vive strappate anzitempo.alla vita attiva, in attesa di essere richiamate in servizio per l'intervento di un nuovo armatore o di qualche fatto che le renda nuovamente produttive. Per qualcuna di queste navi, la rada del Fezzano è soltanto un ricovero provvisorio nella speranza di un ritorno alla navigazione, per altre, purtoppo, è l'anticamera del cimitero, perché, prima o poi, finiranno nei cantieri di demolizione. Fezzano è, comunque, un simbolo della crisi che sta attraversando la flotta privata della nostra marina mercantile, un esempio di come possano marcire in acqua, giorno dopo giorno, capitali per decine e decine di miliardi. Sino a qualche mese fa, gli scafi ancorati nel tranquillo mare del Fezzano. erano in maggior parte motocisteme; recentemente, superato il periodo più acuto della crisi, queste unità sono tornate a navigare, e il loro posto è stato preso da imbarcazioni di ogni tipo, ma soprattutto dai traghetti della «Mediterraneo». Sono tutte grosse navi, sicure, di recente costruzione, come ad esempio l'.Espresso Veneto, uscito dai cantieri poco più di due anni fa, e che hanno solcato il Mediterraneo trasportando migliaia di containers verso le Isole e le coste dell'Africa. Ora sono quasi immobìli, prora contro poppa, vicinissime l'una all'altra, appena cul¬ lrftgcmnvclddslvsdausMspsdcscdccRpmpls late dalle calme acque della rada. La gente nei giorni di festa le va a guardare dalla terra, un triste pellegrinagggio come a un cimitero: i pochi uomini a bordo per le normali manutenzioni, le luci di notte sono gli unici segni di vita di questi colossi del mare che rischiano di morire anzitempo. Ancora l'estate scorsa, nella rada in mezzo alle tozze sagome di mercantili, troneggiava imponente la «Leonardo da Vinci», l'ammiraglia della nostra flotta turistica, la più elegante e moderna per la sua prora slanciata; poi, nell'agosto, l'incendio che l'ha divorata per cinque giorni di seguito, e le cui cause non sono state del tutto chiarite, ora l'orgoglio della nostra marina, trascinata fuori dalla rada, è 11, mucchio di rottami anneriti dal fuoco, coricata su un fianco come una gigantesca balena in putrefazione. Ma il suo posto, purtroppo, è stato preso da altre navi più piccole, anche loro con la prospettiva di un destino incerto. Quali le cause del disarmo di tante unità, della loro anticipata pensione? C'è chi sostiene che sono ormai vecchie, che i loro strumenti di navigazione sono superati rispetto alle moderne tecnologie del mare; ma sia gli armatori che i marittimi, legati più di ogni altra categoria agli strumenti del loro lavoro, respingono questa tesi. Gli armatori privati parlano di difficoltà di trovare un impiego — il nolo, in termine tecnico — sulle rotte internazionali. Essi in sostanza dicono di non poter sostenere la concorrenza del settore a partecipazione statale che sarebbe favorito da noli a prezzi politici. Inoltre, altra causa importante nel momento di stasi delle attività della marina mercantile privata, l'acuirsi della crisi del Medio Oriente, che ha quasi cancellato i trasporti di macchinari verso i Paesi in via di sviluppo. •Dobbiamo augurarci che la situazione in Medio Oriente si risolva presto e in modo positivo —dice un esperto del settore privato — altrimenti per i nostri traghetti non ci sarà più lavoro,Intanto la «base d'attesa» del Fezzano si allarga, e per molte navi si apre la prospettiva del cantiere di demolizione, cioè la fine della loro avventura sul mare. Bruno Marchiaro

Persone citate: Leonardo Da Vinci

Luoghi citati: Africa, La Spezia, Medio Oriente, Portovenere, Veneto