Notte in balia di tre teppisti
Notte in balia di tre teppisti Una ginnasiale denuncia Notte in balia di tre teppisti Ma la ragazza violentata ha paura di essere fraintesa - Ne ha parlato solo con i compagni Violenza alla donna: paura, vergogna, silenzio (quasi sempre) della vittima, indifferenza di chi potrebbe intervenire e non lo fa. Questa volta è toccato a una ginnasiale. Graziosa, capelli corti, viso acqua e sapone, più bambina che donna. Domenica alle 22,30 ha vissuto la sua terribile avventura. Ma non vuole parlarne. Si è confidata con una amica più grande, questa ha denunciato il caso con un manifesto nel corridoio della scuola. 'Discutiamone' hanno detto i compagni. E ieri si sono riuniti per «capire», per 'informare le altre donne dei pericoli che corrono; ma soprattutto per 'denunciare l'indifferenza di chi passa e se ne frega». La vittima racconta quel momenti terribili. Attirata in auto da tre individui di corporatura robusta, è stata portata in una via del centro, buia, ma non del tutto deserta. Picchiata, violentata, ha gridato, si è difesa per quanto ha potuto, fino a quando, compiuta la loro vigliaccata i teppisti la scaricano in mezzo alla strada. Come non si era fermato nessuno alle invocazioni d'aiuto, cosi la ragazza non viene notata neppure quando resta stordita a terra sul marciapiede. Ha la forza di rialzarsi e di andare all'ospedale. La medicano; una dottoressa la consola: «Non te la prendere, arrivano tante donne in queste condizioni». Ma il vero dramma comincia dopo. A casa, la ragazza tace, teme la reazione dei genitori, l'unico rifugio le sembrano l'amica, un po' più grande, la scuola, i compagni. 'Facciamo un'assemblea» dicono questi. »No — ribatte l'interessata — non voglio che il mio caso personale diventi pubblico. Potrebbero saperlo i miei». 'Non l'ho detto subito, temo che perdano la fiducia in me. Finirei in clausura». Che non è certo quella del chiostro, della grata, del velo sul viso, ma evidentemente è qualcosa di ugualmente terribile per una quattordicenne che si apre alla scoperta del mondo; cioè non più 11 permesso di uscire con gli amici. I compagni hanno capito, vogliono aiutarla a dimenticare, ma vogliono anche combattere chi, nel cuore di una città civile, non sente il dovere di intervenire nemmeno davanti a un'invocazione d'aiuto. Rispettiamo il desiderio di «non comparire», ma sentiamo l'esigenza di denunciare e condannare l'indifferenza. m. vai.
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