Cinque anni di carcere «leggero» hanno preparato la fuga di Guida di Liliana Madeo

Cinque anni di carcere «leggero» hanno preparato la fuga di Guida Le risposte del governo al Senato confermano molte agevolazioni Cinque anni di carcere «leggero» hanno preparato la fuga di Guida ROMA — E' ben fitta e articolata la rete delle «premure», degli «Interessamenti», degli «zeli» e delle provvidenziali «comprensioni» che durante questi cinque anni di detenzione si è stesa su Gianni Guido, uno dei tre assassini del Circeo, tranquillamente evaso dal carcere di San Gimignano la sera del 25 gennaio scorso, uscendo dal portone principale dell'istituto. D'altro canto, secondo gli agenti di custodia e quanti altri erano incaricati di sorvegliare 11 detenuto, questi era un gran lavoratore, disinteressato, umile, sempre disponibile a mettersi al servizio degli altri. La risposta del governo alle interrogazioni di parlamentari di diversi partiti — al Senato — ha lasciato insoddisfatti molti, ma ha aggiunto utili elementi per ricostruire come si è potuta concludere con una fuga tanto facile la carriera carceraria di questo rampollo della buona borghesia romana. Il sottosegretario per la Giustizia Spinelli ha elencato le mansioni che, appena arrivato al carcere di San Gimignano. al Guido vennero assegnate, come prova della grande fiducia che non si sa perchè si nutriva in lui. e che In cambio gli garantivano «una notevole libertà* di movimenti: addetto alla spesa detenuti, inserviente allo spaccio agenti, tenuta del re¬ gistro conti correnti postali, delle fatture, della cassa, degli schedari, della presenza agenti e altri commensali alla mensa, di carico e scarico generi vittuari, della mensa agenti custodia. Nonostante fosse già «oberato» da tutti questi compiti, a un certo momento divenne anche scopino della portinerìa senza diritto a retribuzione: ma quando l'incarico gli venne dato non è chiaro, non risulta da nessun atto scritto, c'è ancora contraddizione fra il direttore dell'istituto, Morsello, e l'appuntato Guazzlni (persona di fiducia del direttore, grande sostenitore del Guido, e adesso in carcere, anche per aver chiesto e ottenuto dal padre del detenuto, alto funzionarlo di banca, che gli facesse avere un prestito di otto milioni). Il 15 luglio 1980 nella cella di Guido venne trovata «una lama di 24 centimetri con manico di carta plastificato e con la punta ben affilata*. Il primo rapporto dell'episodio è del 26 agosto. Il 29 agosto il dott. Morsello dispone un rapporto disciplinare, che viene steso il 13 ottobre e inviato alla pretura di Poggibonsi il 18 novembre. Intanto si era celebrato il processo d'appello, e il detenuto veniva cosi sottratto ai giudici. Eppure, rileva 11 sottosegretario Spinelli, Guido non aveva lesinato la richiesta di certificati di buona condotta presso le carceri dove era stato. Attestati entusiastici erano venuti da tutte le parti, quando 11 padre si era adoperato perchè il suo figliolo si avvicinasse a Roma per 'documentate esigenze di studio* (ricordiamo che ad Angelo Izzo, l'altro assassino del Circeo, l'estate scorsa Gianni Guido chiese che si assumesse le maggiori responsabilità in merito al delitto compiuto: in cambio, assicurava, suo padre lo avrebbe tirato fuori da carceri speciali e disagiate). Alla sezione di massima sicurezza della casa circondariale di Novara era arrivato l'8 ottobre '77, Il 14 gennaio '78 la direzione generale degli istituti di prevenzione e pena disponeva il suo trasferimento a Civitavecchia. Da qui, per motivi di sicurezza, il 4 febbraio passava a San Gimignano. Doveva essere un detenuto «differenziato», sottoposto cioè a misure di controllo particolari sia per l'efferatezza del delitto compiuto sia per il precedente tentativo di evasione. Subito invece potè godere di particolari libertà. Anche per merito del neuropsichiatra convenzionato col carcere, il dott. Mara. Il sottosegretario Spinelli ha detto: *Dalle sue relazioni non emergeva alcun sintomo di pericolosità. Sembra essere amico della famiglia Guido. E'emerso che ha abusivamente inoltrato corrispondenza del detenuto all'esterno. Ha assunto comportamenti obbiettivamen te sconcertan ti *. Quando la corte d'appello di Roma chiese le cartelle cliniche e una relazione sanitaria su Guido a tutte le carceri in cui era stato, i difensori di Guido si rivolsero direttamente a Mara. Questi scavalcò la direzione e trasmise una relazione, «ovviamente non richiesta dall'autorità giudiziaria., tendente ad affermare una «seminfermità mentale» del giovane. Il dott. Mara adesso è stato raggiunto da un ordine di comparizione, per abuso di ufficio. Liliana Madeo

Persone citate: Angelo Izzo, Gianni Guido, Morsello

Luoghi citati: Civitavecchia, Novara, Poggibonsi, Roma, San Gimignano