Socialdemocratici tedeschi divisi dicono «sì» alla centrale atomica (ma non per il momento) di Tito Sansa
Socialdemocratici tedeschi divisi dicono «sì» alla centrale atomica (ma non per il momento) Socialdemocratici tedeschi divisi dicono «sì» alla centrale atomica (ma non per il momento) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Siamo a favore della centrale nucleare di Brokdorf, ma per il momento non la vogliamo. Questa, in riassunto, la decisione presa dal governo socialdemocratico (il cosiddetto Senato) di Amburgo dopo uno. animata discussione tra i suoi 13 componenti protrattasi per un'intera giornata. Non è un «si» e neppure un «no» e non accontenta nessuno — né i fautori dell'energia atomica, né gli avversari — e mette nuovamente in imbarazzo il governo socialdemocratico-liberale di Bonn, favorevole ai programmi energetici nucleari, ma soprattutto il partito socialdemocratico del cancelliere Schmid t nel quale forti gruppi (come quello di Amburgo) si oppongono ad essi Non è più un mistero per nessuno che a Bonn scricchiola non soltanto la coalizione di governo (per l'inconciliabilità delle posizioni dei liberali tradizionalisti e quelle dei neo eletti parlamentari della sinistra socialdemocratica) ma esiste anche una forte tensione tra la base e la dirigenza, e all'interno di questa esistono contrasti Mentre Schmidt dice che il partito è «compatto» dietro a lui minimizzando il peso dei ribelli il capo del gruppo parlamentare Herbert Wehner ammonisce e mette in guardia da uno sfaldamento delpartito, al che il presidente Willy Brandt replica che non è il caso di esagerare. Che il partito sia diviso è confei-mato dal fatto che dopo due giorni di riunioni del gruppo parlamentare social¬ democratico a Berlino, dove è stata dichiarata «solidarietà» al cancelliere, ieri sera è stato convocato a Bonn il direttivo in seduta straordinaria. All'ordine del giorno erano cinque punti programmatici proprio quelli che sono all'originedelle dispute e delle lotte intestine: 1) economia, occupazione e cogestione; 2) politica energetica e sfruttamento dell'atomo; 3) politica di sicurezza, disarmo, sviluppo ed esportazione di armi; 4) la socialdemocrazia nella sua responsabilità di governo e di partner della coalizione; 5) la situazione nel partito e i suoi compiti Vengono insomma al pettine tutti i nodi irrisolti degli ultimi mesi: recessione, disoccupazione, energia atomica, stazionamento di missili ven¬ dita di sommergibili al Cile e di carri armati all'Arabia Saudita, divergenze al governo e ribellioni all'interno del partito. Nessuno è in grado di prevedere come verranno risolti l'unica certezza è che verrà accolto l'accorato invito dell'anziano Herbert Wehner a «smetterla con attività che mandano in rovina il lavoro della coalizione di governo». Per quel che riguarda Brokdorf (il tema che ha diviso in due il Paese), Bonn anche ieri ha mantenuto la sua posizione distaccata: è a favore dei programmi nucleari per liberare la Germania dalla «schiavitù del petrolio», ma se ne lava le mani e afferma che la decisione di costruire non è di sua competenza, bensì delle regioni Tito Sansa
Persone citate: Herbert Wehner, Schmid, Schmidt, Willy Brandt
Luoghi citati: Amburgo, Arabia Saudita, Berlino, Bonn, Cile, Germania
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