Appello algerino ai non allineati «Conserviamo l'unità d'azione»

Appello algerino ai non allineati «Conserviamo l'unità d'azione» Oggi si conclude la conferenza di New Delhi Appello algerino ai non allineati «Conserviamo l'unità d'azione» NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE NEW DELHI — Andando un po' controcorrente, il ministro degli Esteri algerino Mohamed Benyahia non ha esitato, alla conferenza dei non allineati che si conclude oggi, a far l'elogio di un movimento che, in vent'anni, è riuscito ad 'affermare la propria identità e a imporsi come fonte autonoma di riflessione, di ispirazione e d'iniziativa, con una visione chiara e audace del futuro-. Il discorso algerino ha in ogni caso avuto il merito di fare un ritratto ideale del movimento, quale l'avevano certo vagheggiato i suoi fondatori: 'Critica lucida e processo storico all'ordine esistente, progetto e prefigurazione del nuovo ordine'. 'Non un terzo blocco nella logica dei due esistenti ma opposizione a ogni politica dei blocchU. Un movimento che 'esprime fondamentalmente l'indipendenza, la estende e ne è il garante più sicuro: Benyahia, da buon realista, non poteva passare sotto silenzio 'la degradazione continua della scena internazionale', un deterioramento che secondo lui ha compromesso la concezione tradizionale della distensione. Quest'ultima, secondo il ministro algerino, non può svilupparsi che in un quadro di sicurezza collettiva, col completamento della decolonizzazione e il diritto dei popoli a disporre di sè. 'La distensione — ha aggiunto — presuppone inoltre che siano smantellate le basi straniere, dissolte le alleanze militari, banditi la minaccia e il ricorso alla forza: Constatando che la tensione Est-Ovest s'accompagna a un 'nuovo febbrile impiego delle strategie imperialiste nei confronti dei non allineati, alla ricerca di basi e altre agevolazioni militari', riconoscendo che 'analisi differenti sulle cause della crisi' sono state fatte all'interno del movimento, il ministro algerino ha insistito sull'importanza «di mostrarsi solidali e uniti sulle cose essenziali, di rinserrare i ranghi, di consolidare l'unità d'azione: Ha giudicato perciò essenziale evitare guerre tra Paesi membri, e porre fine al 'Conflitto fratricida' tra Iraq e Iran. Affrontando con un certo imbarazzo la questione afghana e la situazione complessa che si è venuta a creare nel Paese, Benyahia ha detto che «questo problema è politico e deve trovare una soluzione politica, che passa necessariamente attraverso la non interferenza negli affari interni del Paese e il diritto del suo popolo a esercitare la sovranità in piena libertà'. Il discorso del rappresentante cubano, seguito a quello algerino, non poteva che apparire più 'militante'. Al di là dell'omaggio reso a un movimento diventato in vent'anni «una forza internazionale con un'influenza crescente nella maggior parte degli avvenimenti mondiali', il ministro cubano Isidoro Malmierca ha difeso la presidenza cubana. Per Cuba le cose sono semplici e chiare: «La questione afghana e la crisi suscitata dalla cattura degli ostaggi americani in Iran non sono, per gli imperialisti, che pretesti per giustificare {'escalation bellica dei nord americani'. Una escalation, ha insistito Malmierca, iniziate molto prima degli avvenimenti afghani e iraniani. Il ministro cubano non ha risparmiato la nuova amministrazione americana, accusata di voler ricercare la superiorità militare per negoziare da posizioni di forza con i Paesi socialisti. Per Malmierca è chiaro qual è il nemico: 'Una santa alleanza di colonialisti, neo colonialisti, razzisti, sionisti e mercanti di morte'. Patrick Frances Copyright nix Monde» e per l'Italia «I.S St.mpa»

Persone citate: Patrick Frances

Luoghi citati: Cuba, Iran, Iraq, Italia