«La legge per le zone terremotate ricostruisce, non sviluppa il Sud» di Giuseppe Fedi

«La legge per le zone terremotate ricostruisce, non sviluppa il Sud» Lama, Camiti e Benvenuto a Eboli hanno sentito la base sindacale > «La legge per le zone terremotate ricostruisce, non sviluppa il Sud» Giudicato positivo lo snellimento delle procedure per rifare il pre-esistente, ma si chiedono nuovi investimenti produttivi - Contropartite per l'addizionale - Critiche dei delegati ai vertici del sindacato, che rispondono: «Dobbiamo terremotare anche noi stessi» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE eboli — Al vertice di oggi con Forlani, consultata la base a Eboli, Lama, Camiti e Benvenuto porteranno un ventaglio d'ipotesi precise. Le scadenze economiche sono della massima importanza — varo del disegno di legge sul terremoto e dell'addizionale, approvazione del piano a medio termine e «integrazione» della stretta creditizia — e la Federazione unitaria ha messo a punto la propria strategia. Ha detto Benvenuto: 'Critichiamo la legge-quadro del governo non tanto perché sia sbagliata, ma perché non inquadrata in una linea più ampia di interventi». Si tratta di un provvedimento che 'Costituisce una svolta come tempi e procedure ma prevede solo la ricostruzione e non lo sviluppo delle zone colpite». Il sindacato non si accontenta: «Occorre una legge — ha chiarito il segretario generale della Uil — sul riassetto del lavoro. Ci sono 25 mila posti che il governo vuole creare con un disegno di legge. Una scelta, questa, che noi contestiamo per la perdita di tempo che comporterebbe. Vogliamo un decreto che semplifichi le cose». Quanto alla discussa addizionale. Benvenuto ha ribadito che verrà accettata soltanto se Cgil. Cisl e Uil saranno soddisfatte della modifica alla curva dell'Irpef. Ed ha sottolineato, fra gli applausi dei delegati che riempivano il teatro Ritz: «Ci vogliono garanzie precise sull'utilizzo reale di queste cifre. Controlleremo con la massima attenzione come verrà impiegato il prelievo». Nessun problema, invece, per quanto riguarda i 23 miliardi raccolti finora con la sottoscrizione nazionale delle quattro ore, quale contributo dei lavoratori. Serviranno a realizzare centri sociali, per stabilire rapporti più stretti con le popolazioni. Il sindacato — ha concluso Benvenuto — deve cambiare, non limitarsi «a fare visite pastorali, ma essere presente come forza contrattuale rispetto all'esecutivo e agli enti locali». Durante una pausa dei lavori abbiamo rivolto alcune domande a Luciano Lama. — Quello del governo è un vero piano o un'elencazione di case da costruire? 'Né l'uno né l'altra: in effetti è una legge che contiene norme per ricostruire ciò che prima esisteva, con novità anche interessanti per quanto riguarda le procedure da adottare. Manca invece ogni riferimento vero, concreto, allo sviluppo, alla rinascita. E si può temere che se non sì darà una prospettiva di attività produttive, la stessa ricostruzione potrà fallire o diventare inutile, se alle popolazioni insediate non verrà offerta alcuna possibilità occupazionale». — Cjuali garanzie chiedete sugli investimenti nelle zone colpite dal sismo? 'Non le chiediamo per noi, ma per le popolazioni locali. Non so se il governo vorrà prevederle, specie per ciò che concerne investimenti in attività produttive». — E' vero che la Cgil è molto più critica della Cisl e della Uil verso la leggequadro? •No». — Esistono comunque sintomi di disaccordo nella «triplice»... •Non è vero e poi, almeno in questo caso, manca il segno». — L'addizionale dev'essere contestuale alla riduzione delle tasse che volete operare sui livelli più bassi. Ma ciò non comporterà un appiattimento delle retribuzioni, una scelta che voi dite di non condividere? • Qui non si discute di valori ma di politica fiscale, quella che dev'essere la più giusta possibile fra i redditi. E poi, perché non dite che in partenza il governo avrebbe voluto limitare l'intervento al mantenimento delle aliquote precedenti, facendo pagare in questo modo solo ai lavoratori dipendenti il contributo peri terremotati?». Anche Camiti ha polemizzato col governo: «Non si può sostenere di avere difficoltà a trovare 800 miliardi e contemporaneamente darne altrettanti ai medici generici». I quadri-base hanno accusato anche ieri i segretari sindacali di verticismo. Il rappresentante del consiglio di fabbrica del « Brollo Sud», un'azienda di profilati, s'è dissociato da «ogni iniziativa decisa ad Eboli» in quanto escluso dal dibattito. Morelli, della Firn dell'EmiliaRomagna, ha chiesto che nei contratti che si faranno quest'anno vi sia «un orientamento preciso verso il Sud». Camiti ha raccolto le critiche: •Dobbiamo terremotare noi stessi — ha ammesso —, rinnovarci, dare più spazio alla base». Ed ha rivolto un accorato appello unitario: «In politica non basta aver ragione, occorre la forza per farla valere e la forza per ì lavoratori è l'Unità». Dopo aver indirettamente fatto capire che, se sarà necessario, la Federazione è disposta a proclamare uno sciopero generale, Camiti ha sottolineato l'assoluta necessità di un piano globale di sviluppo del Meridione, auspicando infine l'impiego del metano algerino: «Sarà difficile. Vogliono mandarlo nel Centro-Europa e il Mezzogiorno rischia d'essere l'area di transito di una risorsa che può costituire un'occasione storica di sviluppo». Giuseppe Fedi

Persone citate: Brollo, Forlani, Lama, Luciano Lama, Morelli

Luoghi citati: Eboli, Emiliaromagna