I contrasti nei partiti Forlani non trova pace di Luca Giurato

I contrasti nei partiti Forlani non trova pace Dopo il faticoso voto al fermo di polizia I contrasti nei partiti Forlani non trova pace Tensioni nel psi e nella de - Si cerca di sdrammatizzare l'appuntamento con i referendum - Minacce di sciopero generale— Preoccupazione per le agitazioni degli autonomi ROMA — E' stata una vittoria di Pirro, quella del governo, ieri alla Camera, sul fermo di polizia? Erano in molti a chiederselo, nella Roma politica, dopo una visita al •campo tu battaglia» di Montecitorio; soprattutto, dopo aver gettato uno sguardo dal ponte, verso il Paese reale, stravolto da un ciclone di scioperi che l'Unità ha definito una «guerra suicida di tutti contro tutti*. Vittoria di Pirro, una quasisconfitta, forse no, perché la legge è passata e in un momento di lotta acuta al terrorismo la proroga era opportuna e il fermo di polizia, come hanno osservato molti deputati, è 'Costituzionale e utile». Per una settimana, l'attenzione del governo e l'attività del Parlamento sono però rimaste bloccate dall'ostruzionismo dei radicali, che qualcuno ha giudicato «uno spettacolo inverecondo»; altri, più tolleranti, hanno parlato di .regole del gioco» le quali vanno cambiate oppure, nel bene e nel male, rispettate. Intanto, nel Paese reale, molte cose sono accadute; tra l'altro, il sindacato, diviso al suo interno, minaccia uno sciopero generale. Forlani vuol essere a Palazzo Chigi per questo «appuntamento» di fine d'anno; l'ambizione del presidente è quella di guidare un governo di legislatura, malgrado 1 referendum e le elezioni amministrative (Roma, Genova, Foggia) due avvenimenti che si cerca in ogni modo di sdrammatizzare. I partiti della maggioranza e, in diverse occasioni, anche liberali, danno per ora una mano al presidente, malgrado aumentino i contrasti. Tra i tanti, ecco due esempi forse non clamorosi, di certo efficaci, nell'illuminare alcune «zone d'ombra», cariche di disagio. Nel psi, ben nove deputati non hanno partecipato al voto segreto sul fermo di polizia; lo hanno dichiarato pubblicamente e polemicamente, per replicare a Craxi che aveva parlato, con sarcasmo, di «capitani coraggiosi» che nel segreto dell'urna cercano di impallinare il governo. Nel psi, la prossima settimana ci sarà il «comitato centrale»; Craxi ha una larga maggioranza ma, nei gruppi di sinistra, aumentano insofferenze e proteste per la linea politica del psi. Nella de, chi si aspettava in direzione una difesa calorosa delle tesi del ministro del Tesoro Andreatta sulla stretta creditizia è rimasto deluso. E' vero che l'autorevole esponente della sinistra de, ex consigliere economico di Moro, sa benissimo difendersi da solo, come ha fatto martedì e come farà oggi in Senato. Il documento economico che il partito ha reso noto ieri conferma perù, al di là dei contenuti, il «vago senso di disagio politico» confessato da alcuni membri del summit de, che oltre all'appoggio «giusto e doveroso» alle scelte economiche del governo, si attendevano «Qualcosa in più, una presa di posizione, sia pure sfumata, nella polemica sulla stretta creditizia». In sostanza, il documento de punta soprattutto sul piano a medio termine, •riconferma al governo la piena solidarietà per l'attuazione del programma e impegna i propri gruppi parlamentari a sostenere l'energica attività legislativa indicata dal piano». Ma, nella de, premono anche altre esigenze, prima fra tutte questo famoso «rinnovamento» interno che, nella pratica, non arriva mai. I deputati più giovani e combattivi, aiutati dal loro presidente, Gerardo Bianco, continuano a sollecitare iniziative. Piccoli non si oppone. Anche ieri, però, ha ricordato che «occorre ancora un momento di riflessione». In questa fase, ha precisato il segretario politico prima di partire per gli Stati Uniti, 'Occorre salvaguardare ogni componente del partito dall'essere penalizzata eccessivamente dal processo di rottura dei vecchi schemi; ma è altrettanto chiaro che questo processo deve trovare forme di rapida accelerazione». I partiti sono alle prese con le loro esigenze e contraddizioni interne che cercano di gestirsi, tra spinte vecchie e nuove, come possono. Tra esigenze vecchie e nuove, si dibatte anche il Parlamento. Il governo trova nei momenti drammatici, sull'orlo del burrone, sussulti vitali, ma più grazie all'abilità personale del suo leader che ad una efficace intesa generale; tra ostruzionismo e continue minacce di sciopero generale, governare diventa però sempre più difficile, continuamente affidato a quanto di positivo può. esserci nell'imprevedibile. Un panorama nel quale sarebbe indispensabile almeno uno sforzo comune, di «coesione nazionale», almeno per arrivare ad un obbiettivo: la re golamentazione del diritto di sciopero. I servizi pubblici sono più che mai nel caos e non si riesce neppure a tener dietro — come denuncia, preocu pato, il pei — 'all'elenco delle sigle del sindacalismo autonomo che si gettano in questa o quella forma di agitazione». Luca Giurato

Persone citate: Craxi, Forlani, Gerardo Bianco, Moro

Luoghi citati: Foggia, Genova, Roma, Stati Uniti