Reagan rinnova i moniti al Cremlino per Varsavia di Ennio Caretto

Reagan rinnova i moniti al Cremlino per Varsavia Reagan rinnova i moniti al Cremlino per Varsavia Il Dipartimento di Stato ha annunciato che non concederà aiuti a Varsavia fino a quando non sarà realizzata la riforma economica DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Gli Stati Uniti hanno ieri reagito alla crisi polacca su vari fronti. La Casa Bianca ha diffidato per l'ennesima volta l'Urss dalrinvadere la Polonia, ammonendola che ciò avrebbe 'gravissime ripercussioni sui rapporti Est-Ovest». Il Dipartimento di Stato ha annunciato che non concederà ulteriori aiuti economici al governo di Varsavia fino a quando non sarà realizzata la riforma dell'economia. E il Pentagono, pur negando che esse fossero legate in qualche modo «a eventi europei», ha svolto le prime manovre di difesa da un attacco atomico da alcuni anni a questa parte. Questa molteplice reazione s'inquadra in un clima di allarme crescente per la situazione nell'Europa Orientale all'approssimarsi di una data importante: quella del congresso del pcus a Mosca il 23 La prima a commentare sugli ultimi eventi in Polonia e negli altri Paesi del Patto di Varsavia è stata la Casa Bianca, che tramite un portavoce ha fatto sapere di seguirli «con estrema attenzione». 'Ripetiamo che la soluzione della crisi deve essere lasciata al governo e al popolo polacchi — ha detto il portavoce —. Un intervento sovietico avrebbe enormi e durature ripercussioni negative». Subito dopo, è seguito il commento del Dipartimento di Stato, nella forma dell'annuncio sulla fine degli aiuti economici. Questi aiuti erano stati concessi da Carter. Altri attendevano l'approvazione di Reagan, ma questa è stata negata. «E'nostra impressione — ha spiegato il portavoce Dyess — che non farebbero differenza». Il portavoce ha osservato che «le truppe sovietiche ai confini sono sempre in stato d'allerta, anche se meno che a dicembre». «Senza dubbio, sono in grado di muoversi in fretta — ha affermato Dyess — ma non consideriamo l'invasione né imminente né inevitabile». Il portavoce ha smentito che il segretario di Stato, il generale Haig, sia rassegnato al sacrificio della Polonia, Sulla nomina a primo ministro del generale Jaruzelski, ritenuto un moderato dal Pentagono, Dyess è stato cauto. Ma dopo aver rilevato che è «uno questione interna polacca» ha aggiunto: «Ci auguriamo di poter stabilire buoni rapporti di lavoro col nuovo governo di Varsavia. Non riscontriamo nulla che ci faccia pensare che esso non riuscirà a superare le difficoltà da solo». Al Pentagono si osserva che il generale gode di grande prestigio negli alti comandi del Patto di Varsavia, e la sua nomina dovrebbe rassicurare l'Urss. Al tempo stesso, si pensa che egli non ordinerebbe alla truppa di sparare sui dimostranti. L'interrogativo del Pentagono è un altro, e cioè se la sua nomina, la prima di un militare a un posto del genere dalla fine della guerra nell'intero Est europeo, non preluda a una caduta del segretario del pc Kania. Quando i cambiamenti in Polonia non erano ancora noti, un canale televisivo aveva 'diffuso la notizia che il governo Reagan non si chiedeva più «se» ma «quando» i sovietici sarebbero intervenuti e che si preparava a una politica di confronto con la super¬ potenza comunista, che avrebbe imposto grossi sacrifici agli alleati europei, tra di essi la fine delle esportazioni di alte tecnologie a Mosca in cambio delle importazioni di materie prime. La notizia ha profondamente irritato il generale Haig, che negli ultimi giorni ha ripetutamente affrontato il problema polacco con l'ambasciatore sovietico a Washington Dobrynin. Haig in pubblico ha ammesso di essere preoccupato solo del congresso del pcus: dopo il 23, se la crisi a Varsavia non fosse risolta, egli teme che l'Urss attuerebbe veramente un intervento militare. Manovre di difesa da un attacco nucleare si sono svolte, per ordine del Pentagono, in 17 aeroporti militari nei punti strategici. I portavoce sostengono che si è trattato di una semplice coincidenza. In dieci minuti, 400 bombardieri, quasi l'intera flotta dell'aria, si sono levati in volo al segnale d'allarme. Manovre analoghe si svolgeranno nei prossimi giorni. I portavoce hanno spiegato che è in corso una verifica dei sistemi difensivi. L'anno scorso, per un errore del computers del comando aereo, erano scattati alcuni apparecchi, nell'errata previsione che si stessero avvicinando missili sovietici. Sovraintende alle operazioni il capo di stato maggiore generale Jones, che è stato confermato nel suo posto dal presidente Reagan, Ennio Caretto

Persone citate: Haig, Jaruzelski, Jones, Reagan, Washington Dobrynin