Chirac propone ai francesi una «linea Reagan» Meno tasse e diminuzione della spesa pubblica

Chirac propone ai francesi una «linea Reagan» Meno tasse e diminuzione della spesa pubblica Il candidato neo-gollista all'Eliseo presenta il suo programma Chirac propone ai francesi una «linea Reagan» Meno tasse e diminuzione della spesa pubblica DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIDI — La ricetta elettorale di Reagan ha fatto centro, e Chirac ha deciso di imitare nella sua corsa verso l'Eliseo la tattica del neo-presidente americano. Aprendo ieri la sua campagna elettorale con una conferenza-stampa in un grande albergo di Parigi, Chirac ha infatti indicato come presupposto della sua lotta contro la crisi economica un radicale alleggerimento fiscale e una sostanziale riduzione delle spese pubbliche e di funzionamento dell'amministrazione statale nei suoi primi due anni di presidenza. E' stato questo l'unico spunto originale di un «manifesto» elettorale che non comprende novità sostanziali e non si discosta dalle richieste politiche ed economiche avanzate già da tempo dal movimento neo-gollista «Rpr» e mai accolte dall'Eliseo. E Chirac ha spiegato di aver deciso di partecipare alla campagna presidenziale proprio a causa della ostinata «disattenzione» del presidente della Repubblica e del suo governo davanti al mutamento di rotta reclamato in campo economico e sociale dalla formazione gollista, che fa parte della coalizione governativa, In questa sua prima apparizione pubblica dopo il lancio della sua candidatura, Chirac ha cercato perciò di evitare che la sua presenza venga considerata semplicemente come una prova di rivalità personale nei riguardi del presidente uscente (del quale è stato premier per due anni). E allo stesso scopo Chirac ha preannunciato che nella sua campagna elettorale saranno assenti le polemiche e gli attacchi personali. Quest'atteggiamento piuttosto misurato, almeno per adesso, sembra suffragare quindi l'ipotesi di un tacito accordo fra Giscard d'Estaing e Chirac per mantenere il loro dibattito elettorale sul piano della controversia politica e non personale, preservando quindi le possibilità di un accordo, passato il voto. Per il momento, comunque. Chirac resta un candidato all'Eliseo, e all'elettorato francese il rappresentante del «Rpr» propone «una nuova via» che liberi il paese dal dilemma Oiscard-Mitterrand simile a quello del '74. Tre sono perciò gli obiettivi fondamentali indicati ieri da Chirac. Il primo consiste nel «ridare alla Francia il suo ruolo e la sua autorità nel mondo». E su questo tema di politica internazionale, con esplicita crìtica alla diplomazia giscardiana, il candidato neo-gollista ha sostenuto che la Francia appare oggi «indebolita e contestata, per un'azione esitante, una insufficiente fermezza davanti alle pretese degli uni e degli altri, e principalmente dei sovietici: Gli altri due traguardi Indicati da Chirac sono invece incentrati sul piano interno. L'uno richiede che «la democrazia si eserciti con sufficiente autorità» e tocca quindi il tasto della sicurezza dei cittadini. L'ultimo riguarda infine la situazione economica, sulla quale Chirac concentra i suoi attacchi all'Eliseo e al governo. Indicando nell'alleggerimento fiscale e nella riduzione della spesa pubblica la via per rilanciare la domanda e combattere la disoccupazione senza attizzare l'inflazione, il candidato neo-gollista ha sostenuto che il governo giscardiano «lascia insinuare una sorta di collettivismo rampante», moltiplicando il peso dell'amministrazione tecno¬ cratica e della burocrazia, mentre l'opposizione «vede realizzarsi i suoi obiettivi» anche senza essere al potere. Fra questi due mali, Chirac indica una via d'uscita nella liberalizzazione dell'economia francese e in uno sforzo volontaristico per superare la crisi. E' quanto hanno predicato prima di lui Margaret Thatcher e Reagan, e ambedue hanno vinto le elezioni. Ma per Chirac il compito appare piU difficile. p. pat.

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